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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 30 giugno 2011

Ciò che ci riunisce qui è l'Amore materno di Maria!

 

Ciò che ci riunisce qui è l'amore materno di Maria!
«Cari fratelli e sorelle, stimati devoti della Beata Vergine Maria!


Guardando a voi riuniti qui stasera in così grande numero - e non solo stasera, ma avendo anche in mente i milioni di pellegrini che lungo questi trent'anni hanno visitato questo piccolo luogo dell'Erzegovina, per nulla diverso dagli altri posti in questi territori o dovunque nel mondo - non posso sottrarmi all'interrogativo che mi viene alla mente e che suona così: cosa, nonostante le lusinghiere offerte proposte dal mondo, vi ha attirato anche dalle regioni più lontane della terra ed attira continuamente qui a Medjugorje? Quale o di chi è questa forza che ha gettato nel centro degli avvenimenti religiosi e di fede questa sconosciuta parrocchia che è divenuta un magnete per milioni di pellegrini, di cercatori di Dio, di devoti di Maria?
Trent'anni fa molti, in questa parrocchia e al di fuori di essa, si domandavano: cosa sta accadendo qui? Cosa avverrà con questi avvenimenti? Cos'è tutto questo? Da dove ci viene questa grazia che la Madre del Signore venga a noi? Ce lo chiedevamo anche noi, insieme ad Elisabetta la madre di Giovanni, che se lo chiedeva quando Maria, incinta per opera dello Spirito Santo, è andata a farle visita.
Cari fedeli, l'unica risposta che si può dare a questo interrogativo suona così: ciò che ci riunisce e ci unisce qui è l'amore materno di Maria che nel corso di questi trent'anni si è così tante volte manifestato proprio in questa parrocchia. L'amore di quella Madre la cui fede ha preceduto la venuta di Gesù in questo mondo, perché - come afferma Sant'Agostino - "Cristo viene creduto e concepito per mezzo della fede". Innanzitutto si è dunque verificata la venuta della fede nel cuore della Vergine ed in seguito è giunta la fecondità nel suo seno materno. Ci ha riunito qui l'amore verso la Madre che anche oggi ci rivolge quello stesso invito che ha rivolto durante le nozze in Cana di Galilea e che suona così: "Fate tutto quello che vi dice mio Figlio!". Queste parole della Madre Maria sono state rivolte ai presenti alle nozze di Cana ma, fratelli e sorelle stasera sono rivolte anche a noi qui riuniti.
E' risaputo che tutte le apparizioni nel corso della storia sono un invito al ripensamento, alla conversione, ad una svolta. Tale svolta porta come frutto un cammino alla sequela di Gesù Cristo, porta come frutto una personale santità di vita. Questo è lo scopo finale di tutto il nostro cammino e sforzo nella vita: seguire le orme di Gesù Cristo.

Cari fratelli è sorelle, è superfluo enumerare tutto ciò che Medjugorje ha portato con sé nei trent'anni trascorsi. Tutto ciò che è avvenuto ed avviene in questa parrocchia di Medjugorje, che oggi è conosciuta in tutto il mondo quale luogo di preghiera e di riconciliazione con Dio, è un vero invito rivolto all'uomo ed all'umanità che si è allontanata da Dio e dai veri valori cristiani, un invito alla conversione, un invito al ritorno a Dio. A Medjugorje abbiamo costantemente di fronte a noi le immagini bibliche che incontriamo sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Le persone sono alla ricerca di Dio, della salute, del senso della vita, della pace interiore, essi qui desiderano pacificare il cuore e l'anima. Vengono da lontano per sperimentare proprio qui la grazia sacramentale della Riconciliazione. Proprio qui, nei confessionali di Medjugorje, si rende evidente ciò che ha affermato il Papa attuale, che cioè rimane non ciò che è stato scritto o edificato dall'uomo, ma resta in modo permanente solo ciò che è inciso nell'anima dell'uomo e nel suo cuore. Spesso si ha occasione di sentire che proprio i pellegrini di Medjugorje riconoscono pubblicamente di aver capovolto la loro vita proprio qui, che la grazia divina li ha toccati proprio qui. Come dicono loro stessi, erano venuti qui privi di speranza e sono tornati con una speranza, rafforzati, pronti per le nuove sfide della vita.
Cari fedeli, il fenomeno di Medjugorje e tutto ciò che è legato ad esso è stato e resta fonte di numerosi interrogativi. Il riconoscere il carattere miracoloso dell'operare di Dio nel nostro mondo è vera sapienza credente: né questo mondo né la nostra vita sono abbandonati alla casualità. Dio è disposto a compiere sempre di nuovo grandi cose, a servire l'uomo ed a mostrare quanto Egli sia misericordioso anche oggi. La Natività di Giovanni Battista, ultimo profeta veterotestamentario posto nel passaggio dall'Antico al Nuovo Testamento, come anche le grazie molto numerose ottenute per intercessione della nostra Madre Celeste, sono sorgente ed occasione per celebrare e benedire Dio. Dio è grande, nessuno è come Dio. In Dio stesso sta il motivo per celebrarlo e benedirlo senza posa. In occasione della nascita di Giovanni, Zaccaria ha elevato un grande cantico di lode: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo".
Cari fratelli e sorelle, anche noi siamo chiamati a riconoscere le situazioni di vita in cui Dio ci visita ed in cui Dio opera. La Solennità odierna è grande in sé, è un indicatore di quei valori fondamentali su cui l'uomo deve edificare la propria vita. Non c'è un uomo a cui Dio non abbia riservato un proprio compito. Tale compito, lo accolga o no, rimane come offerta duratura di liberazione rivolta all'uomo. Dio non fa nulla per forza, Egli non spezza né costringe la persona. La Parola di Dio non ci permette di restare in una falsa pace e di pensare che non dobbiamo occuparci delle persone con le quali viviamo. Anche la Solennità odierna, così come l'instancabile chiamata della Madre, ci invita alla riflessione ed all'azione. Ci invita a realizzare la chiamata della nostra vita nel modo pensato da Dio. Né qui a Medjugorje né in qualsiasi altro luogo c'è altro messaggio o altra chiamata se non quella di compiere ciò che Suo Figlio ci comanda. Sta a noi, fratelli e sorelle, rispondere oggi alla domanda su quanto ascoltiamo questa chiamata materna. La nostra Madre Celeste non ci chiede qualcosa di nuovo, qualcosa che si oppone alla volontà del Padre Celeste, ma con tenerezza ed amore materni Lei ci invita a convertirci, a ritornare alla vera ed unica sorgente della pace e della felicità, che è Dio.
Questo tempo ha più che mai bisogno di persone che, come Giovanni Battista, rispondano alla chiamata divina, di persone che sappiano ritirarsi in solitudine ed in preghiera per attingervi la forza per realizzare la missione della propria vita. Oggi abbiamo bisogno di coraggiosi e responsabili testimoni della fede, di persone che siano quella "voce che grida" che instancabilmente e senza paura chiami ogni uomo a preparare la strada del Signore. Giovanni era voce e messaggero: trasmetteva la Parola di Dio al suo popolo, diceva una verità che non era piacevole né per i re né per il popolo comune. Sta agli uomini prendere posizione nei suoi confronti, allora ed oggi. San Giovanni Battista ha messo a nudo i suoi contemporanei, ha diagnosticato il loro stato ed ha offerto loro la terapia. Gesù ha fatto lo stesso coi suoi interventi, con la Sua Persona, le Sue Parole, le Sue opere. Lo stesso hanno fatto i Santi lungo tutta la storia, lo stesso fa anche Maria attraverso le sue apparizioni. Le apparizioni non sono per i curiosi o per quelli che cercano cose sensazionali fratelli e sorelle, ma sono sempre un avvertimento, un invito ad una svolta di vita ed a vivere in modo serio e responsabile. Il messaggio è sempre quello di leggere i segni dei tempi, cosa di cui anche il Signore Gesù parlava continuamente. Preparare la strada al Signore, raddrizzare le sue vie significa ordinare la propria vita, cioè porci sinceramente e con verità di fronte a noi stessi, correggere e cambiare ciò che non è buono ed aprirsi al bene. Come San Giovanni, neppure noi saremo risparmiati dalle prove, ma sono proprio esse il luogo ed il tempo della prova della nostra fede e della nostra fedeltà. Anche Maria è stata provata nella sua fede per tutta la vita, potremmo dire che ha camminato nella fede. Questo è, fratelli e sorelle, il compito anche della nostra vita: camminare da credenti alla luce delle promesse e delle parole del Signore che Maria si limita a ripetere ed a sottolineare nuovamente.
Siamo testimoni del fatto che questo nostro tempo e questi luoghi hanno bisogno di messaggeri che gridino nel deserto di questo mondo odierno, che gridino ed ammoniscano su ciò che non è bene, come faceva San Giovanni Battista. Siamo testimoni del fatto che ci sono fin troppe voci che, ammantate in una prospettiva di vita migliore e più bella, ci offrono diverse ideologie e diversi mali di questo mondo. Ci sono necessarie voci che non confondano ma che, al contrario, diano sicurezza all'uomo ed all'umanità di oggi. Il cristiano, seguace di Cristo, valorizza tali voci e tali messaggeri, deve essere un testimone la cui voce sia diversa, una voce che deve invitare alla pace, all'amore reciproco, all'accoglienza, alla solidarietà, alla collaborazione ed al perdono. Questo tempo necessita di messaggeri intrepidi che alzino la loro voce contro tutto ciò che ci disumanizza. Ha bisogno di persone che parlino anche se le loro parole suonano impopolari e colpiscono il comportamento quotidiano e la mentalità di questo mondo.
Cari miei fratelli e sorelle, come ci si attendeva da San Giovanni Battista che preparasse la strada al Signore, che raddrizzasse le sue vie, così si attende da noi che testimoniamo i valori cristiani fondamentali sempre ed ovunque, quando è opportuno e quando non lo è.
Maria, Regina dei Profeti e Regina della Pace, alza qui la Sua voce profetica al servizio di Dio Padre, di Suo Figlio e dello Spirito Santo per ammonire il mondo del pericolo, per offrire al mondo la medicina e la via d'uscita dallo stato in cui si trova. Tutte le sue apparizioni nella storia sono profetiche: non nel senso di una predizione del futuro, ma perché offrono una diagnosi del momento attuale e la terapia con cui superare i problemi con i quali il mondo e la Chiesa quotidianamente si confrontano. Medjugorje, come tutto nella nostra fede, è un dono potente ma, fratelli e sorelle, è anche un impegno ancora più grande. E' un messaggio affinché ognuno si ponga dinanzi a Dio da persona con un nome ed un cognome, unica ed irripetibile, amata ed accolta, chiamata ed inviata a diffondere il messaggio di pace e di amore del Cristo, sull'esempio della nostra Madre Celeste, Regina della Pace e di San Giovanni Battista. Amen!».

Da Informazioni da Medjugorje - (Omelia della Messa serale del 24 Giugno 2011 a Medjugorje. Fonte: ascolto di Radio "Mir" Medjugorje, traduzione dal croato personale (apostolo 21)

mercoledì 29 giugno 2011

PREPARAZIONE AI SACRAMENTI DELL’EUCARISTIA E DELLA CONFESSIONE

 

Ringrazio Antonio (Gruppo Medjugorje Bologna) per avermi inviato e permesso di pubblicare questa bellissima catechesi di Fra Renzo Gobbi.

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PREPARAZIONE AI SACRAMENTI DELL’EUCARISTIA E DELLA CONFESSIONE

Quando si parla di preparazione, c'è una preparazione remota, che possiamo riscontrare alle origini dell'essere umano, della persona, sia per quanto riguarda gli atti penitenziali, che troviamo in tutte le religioni. I nostri fratelli ebrei e musulmani hanno le abluzioni, gli induisti il bagno sacro,i marxisti l'autocritica.

Anche i nostri fratelli protestanti si confessano, ma non credono nel sacramento e tante volte noi siamo come loro, siamo eretici e protestanti perchè non sappiamo che differenza passa tra il confessarsi direttamente con Dio e molti fanno cosi e il sacramento, la grazia del sacramento. Così anche l'eucarestia trova in tutte le religioni delle sembianze, delle premesse, specialmente per quanto riguarda l'eucarestia come viatico, come alimento per la vita eterna. Il cibo è un indicatore comune, universale, da sempre.

Nelle piramidi hanno trovato insieme agli oggetti preziosi anche del frumento, del miele, vecchio di 3000 anni, ben conservati fuori dell’aria, dell’ossigeno, che dovevano accompagnare, alimentare il faraone, l’imperatore, nella vita futura; così presso le mummie dei maya si mettevano tra i denti dei chicchi di mais, di granoturco, come certezza che avrebbero avuto da mangiare anche nell'aldilà.

Perciò è bene aver chiaro anche questo quando si riflette sui sacramenti che c'è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i tempi però noi abbiamo anche una preparazione squisitamente specificatamente cristiana, iniziatica, infatti si chiamano i sacramenti della iniziazione cristiana ed è l'eredità che Gesù ci ha lasciato; vedete, io dico sempre che Gesù non ha scritto i Vangeli lo sapete, li hanno scritti Matteo, Marco Luca e Giovanni , non li ha mica scritti Gesù e sapeva leggere e scrivere ma come eredità ci ha lasciato i sacramenti: …..A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li riterrete resteranno non rimessi…prese il pane, rese grazie lo spezzò ecc. fate questo in memoria di me, fate, non ricordate, non pensate a me, prendendo questo pane come dicono molti dei nostri fratelli protestanti, ma fate, cioè custodite, celebrate, realizzate questo, in memoria, memoria-memoriale, (in ebraico ziccaron), non è un ricordo della mente, ma è proprio una attualizzazione, un perpetuare il memoriale della Pasqua.

Così c'è anche una preparazione immediata ai sacramenti, che è data dalla materia dei sacramenti.

I sacramenti hanno la materia perchè il Catechismo della Chiesa Cattolica, questo è il Compendio, molto chiaro, semplice con parole pregnanti, aggiunge alla definizione del Catechismo di San Pio X la parola "sensibili".

San Pio X scrive che i sacramenti sono segni efficaci della grazia e il nuovo catechismo aggiunge alla seconda parola ‘efficaci’, la parola "sensibili", cioè che si sentono, che si toccano, che si vedono, che si ascoltano perché hanno la materia, sono materiali come Iddio ci ha salvato attraverso la materia che è il corpo di Cristo, così Gesù ha perpetuato l’opera della salvezza mediante i sacramenti, questi segni sacri, dandoci appunto l’esperienza sensibile materiale concreta.

Oggi purtroppo la mia sofferenza più grande, penso sia la sofferenza anche della Chiesa, perché il Papa stesso torna su questo argomento riguarda l’allontanamento, la secolarizzazione, il secolarismo, la scristianizzazione, il neopaganesimo, chiamatelo come volete e inficia, colpisce, prima di tutto, soprattutto la vita sacramentale.

Ecco perchè la Madonna insiste sulla Confessione e sulla Adorazione, sull'Eucarestia.

C’è chi viene dentro il confessionale, apre la porta: ‘buongiorno’ …‘buongiorno, son qua’ e io dentro di me penso, ‘anche io’ …chiuso, basta e questa è confessione?

Dov'è la materia? ..’basta entrare qua, basta inginocchiarsi ‘….dice qualcuno. No, no, manca la materia! Banalizzare i sacramenti!

Sono rimasto così contento quando nel documento che il Papa ha scritto dopo il Sinodo dei Vescovi europei, intitolato "Ecclesia in Europa", ho ritrovato scritta questa parola:  banalizzare.

Banalizzare è il modo migliore per allontanare noi stessi e i nostri figli dalla fede e dalla pratica religiosa, banalizzare i sacramenti e prenderli alla leggera attraverso, come dice ripetutamente il Papa usando una parola, il relativismo, cioè relativizzare l'assoluto. Pensate: l’assoluto è Dio, relativo è l'uomo; e noi di solito vogliamo che Dio e la Chiesa ci diano ragione, cioè la pensino come noi, siamo noi che vogliamo dire, decidere che cosa deve fare la Chiesa. Perciò relativizziamo in tanti modi, in tante forme, come quando diciamo, per esempio ‘mi sento di pregare, mi sento meglio se vado a Medjugorje, mi sento di confessarmi..…relativizziamo la grazia di Dio, anche la chiamata, la vocazione, i sacramenti al nostro sentimento; la fede non è un prodotto dell'uomo, non è un sentimento, non è un idea, un ideologia, la fede è grazia e vita.

Tanti mi dicono ‘sai il mio prete mi da l'assoluzione anche se ho i rapporti prematrimoniali completi’ e allora tu credi nel tuo prete, non nella dottrina cattolica, non sei cattolico; qualcuno mi dice, ripetendo una frase ad effetto che ha sentito magari anche da qualche prete…

Assolutamente nella confessione non si deve dire quanto pane quanta frutta quanto formaggio quanto vino, ma si devono dire i peccati, sennò manca la materia, non sono più segni sensibili ed efficaci perché manca la materia del sacramento, non banalizziamo i sacramenti con queste frasi, con queste idee.

Maria continua ad offrirci Gesù invitandoci ad accoglierlo con la conversione che per noi si chiama ‘sacramento della penitenza’ e con l’adorazione eucaristica.

Entriamo in casa, cioè entriamo nella Chiesa, qui a Loreto c'è la casa di Nazaret, entrare nella casa di Nazaret vuol dire entrare in Chiesa, la dove è presente Gesù attraverso i sacramenti specialmente dell’Eucaristia, accogliendo i sacramenti che ci da la Chiesa, non quelli che ci decidiamo noi, …’se mi sento mi confesso, se mi sento vado a Messa ...non mi sento di andare …sono stanco dopo una settimana di lavoro ..’ relativizzando la grazia di Dio, vuol dire banalizzarla, vanificarla; entriamo in casa, non facciamo come il fratello maggiore del prodigo che, pur comportandosi bene, come diciamo noi, ‘…non faccio niente di male, non uccido, non rubo, non bestemmio e magari è anche vero, ci sentiamo a posto e impediamo a Dio di usarci misericordia; non entriamo in casa, non riconosciamo la misericordia del Padre…..

Entriamo in Chiesa: questo credo sia il compito più semplice, non è difficile, è bello e basilare, che anche un capogruppo, una guida, è invitato a svolgere in questi viaggi lunghi, perché sono viaggi che durano a volte anche più di un giorno, certamente, mediamente un giorno per andare a Medjugorje e poi un altro giorno per tornare indietro; perciò è importante che chi guida il gruppo in questo viaggio di andata e ritorno sappia che guida verso Maria, verso Cristo, verso i Sacramenti, verso la Pace nell'anima, e poi al ritorno verso la vita di ogni giorno.

E allora fatta questa premessa vorrei presentarvi alcuni punti fermi, elementari semplici: il primo è aiutare i pellegrini ad avere chiara la differenza che esiste, che passa, tra il sacramento e un atto umano, che troviamo in tutte le religioni, dicevo prima, un atto umano è un atto dell'uomo, è un atto che indica un sentimento, un sentirsi, un volere e a questo livello non c'è posto per la grazia, ed è un fatto, una realtà passeggera che impedisce la conversione; quando per esempio ci si giustifica nella confessione vuol dire, magari si riconosce il peccato, ma si rifiuta la misericordia, si rifiuta il perdono: ‘..mi son già giustificato…..ho bestemmiato, ma non ci ho messo mica cattiveria, è stata mia moglie che me le ha cavate fuori… Non sono andato a Messa domenica ma ero malato, non potevo andare…...’ e allora riduco la confessione ad un atto umano, ho detto il peccato ma mi sono giustificato, impedisco a Dio di operare la grazia, di usarmi misericordia.

Quante volte poi si tace il peccato per vergogna o per orgoglio, la vergogna è mia, l’orgoglio è mio, e allora ecco che non do al Signore il motivo per perdonarmi, il motivo per non usare la misericordia; andate voi al negozio e se non tirate fuori i soldi non vi danno la merce, il prodotto e allora come vuoi tu avere la misericordia, entri in confessionale, dici anche il peccato ma giustificandoti, ecco impedisci di ricevere il prodotto, la mercanzia che è il bene più prezioso più grande, l'amore creatore e salvifico di Dio. Quando poi capita una persona che sente il bisogno di ripetere un peccato magari grave che ha già confessato, io capisco che ha rifiutato il perdono, cioè che non ha riconosciuto il perdono; che un peccato pesi sempre nel ricordo del male fatto, il dolore è una grazia e un bene, ma il bisogno di riconfessarlo è indice che non mi sono saputo perdonare; non ho riconosciuto il perdono, mai riconfessare un peccato grave già riconfessato, mai, ce ne sono molti da confessare,senza ripetere quelli, cioè tutto è indice che l'atto che compio, il gesto che compio è un atto umano, non è grazia grazia vuol dire riconoscere che Gesù ci ha già perdonato prima che noi ci confessassimo, lo sapete,perché lui ci ha già perdonati, perchè Lui è già morto per il peccatore una volta per sempre,una volta per tutti noi siamo già perdonati da Lui.

Pensate, uno che non crede, un medico che viene a confessarsi quest'anno e ha sempre fatto aborti in tutta la sua vita…e viene a confessarsi e io gli dico tu eri già perdonato, non occorreva che ti confessassi, ma confessandoti riconosci, accetti, e sperimenti nella materialità, nella concretezza del sacramento quel perdono che il signore sempre ti aveva elargito, perché è già morto per i peccatori,una volta per sempre, una volta per tutti.

Ecco l'importanza della materia del sacramento che consiste nell'accusa dei propri peccati, necessariamente quelli gravi, in ogni caso gli altri che ci sono sempre nel pentimento e c’è anche chi dice il peccato Però non è pentito e allora rifiuta la grazia; ancora è un atto umano, si vorrebbe la pace ma non la si accetta perché non si pente, quante volte c’è del rancore, dell’odio, non si saluta una persona, uno viene dentro, anche lo riconosce, magari su invito mio,faccio qualche domanda, sempre quelle, per aiutare, e dico: è in pace con tutti? Allora molti, è indice che non si confessano bene, subito dicono:”si,si,si!”,poi un attimo, veramente, con mia moglie, che mi ha lasciato per un altro ho un rancore ....se la vedo l’ammazzo!

Mio fratello ....per l’eredità, ha fatto fare una firma a mio padre prima di morire e si è pappato tutto lui,sempre tutto lui, e mi ha lasciato senza niente, quasi niente è vero non riesco a salutarlo, non posso e uno va fuori, si sente meglio, e dice "mi sono confessato" e non è vero, perchè ha ridotto il gesto a un atto umano, ha impedito alla grazia di Dio di arrivare nella sua carne,nella sua mente ,nel suo cuore ,nella sua vita, perché? Perchè non è pentito, perchè non ha rimediato.

Quante volte facciamo la confessione con la mia sofferenza per darci ragione nella nostra condotta perchè ci confrontiamo con il mondo, tutti fanno così, e non accogliamo la grazia di Dio, non riconosciamo la sua misericordia. La grazia è nella presenza di Dio.

I sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia di Dio, è il diritto fondamentale dell'uomo, negare i diritti dell'uomo è triste, tremendo, si discute, si soffre per questi diritti fondamentali, però ricordiamoci che il primo diritto dell'uomo è il diritto di Dio, il diritto alla grazia, all'amore infinito di Dio.

Per tanti anni predicavo che il diritto fondamentale dell'uomo fosse il diritto di vita, alla casa,e dicevo a tutti: se non c’è il diritto di vivere a cosa serve il diritto allo studio,al lavoro, alla casa,alla salute, se non c’è il diritto di vivere e noi non lo riconosciamo con l’aborto, con l’eutanasia, poi mi sono accorto che non è vero, neanche il diritto alla vita è un diritto fondamentale ….perchè si può avere tutto, casa, famiglia, salute, soldi e non essere felice.

Il diritto fondamentale dell'uomo è il diritto all'amore, alla speranza, alla gioia, è il diritto di Dio, il diritto alla pace, che non è assenza di guerre -dice il Concilio-, perchè uno può vivere nel pieno di una tremenda guerra ed essere in pace e non essere felice; perciò il diritto alla misericordia sta nel celebrare bene i sacramenti specialmente quello della conversione e della confessione.

Se diciamo ‘siamo senza peccato’ inganniamo noi stessi, e la verità di Dio non è in noi.

C’è gente che viene nei confessionali e dice ‘io non ho peccati’ oppure dice il bene che fa …‘prego, vado sempre a Messa’ oppure il male che non fa ‘non ho ucciso, non ho rubato’ o dice i peccati degli altri, della moglie, dei figli, dei suoceri, dei vicini di casa , o si giustifica..

Se diciamo ‘siamo senza peccato’ inganniamo noi stessi, e la verità ’Dio non è in noi.

Se invece riconosciamo pubblicamente i nostri peccati li perdonerà perché Egli mantiene la Sua parola, Egli ci libererà da tutte le nostre colpe perché è buono; se diciamo ‘non abbiamo mai commesso peccato’ facciamo di Dio un bugiardo e la sua Parola non è in noi.

Quando uno dice così ‘non ho peccati’ o si giustifica è come dicesse ‘Oh Dio tu sei un bugiardo, sei un falso.

Ditemi, che cosa sono le bestemmie nostre nel Veneto, in Toscana di fronte ad una frase del genere: io le chiamo giaculatorie.

Perché si nomina, diceva una maestra che è morta, a un giovane bestemmiatore là nel vicentino: ‘sa che lei è più religioso di me che vado a Messa tutti i giorni…’ ‘eh cosa, mi prende in giro?’ ….’ No , no io non nomino tanto il Signore come fa lei.

Ma la bestemmia vera è un’altra: dare a Dio del bugiardo, dire tu sei morto per i peccatori…ma fammi ridere! Ma cosa hai fatto per gioco? Io non sono peccatore.

Non ne avevo bisogno. E’ tremendo.

E’ triste non chiamare più peccato il peccato condizionati dai media, dalla televisione, non ci si saprà mai amati e andremo in cerca dei piaceri, delle passioni ma non raggiungeremo mai la gioia; avremo dei sorrisi a pagamento come quelli della televisione ma non sapremo mai sorridere senza l’esperienza della misericordia del perdono.

Alcuni veggenti nelle varie apparizioni anche a Fatima come pure a Medjugorje hanno visto l’Inferno, il Paradiso, il Purgatorio e poi si parla a Medjugorje di molte persone possedute, disturbate non dico indemoniate, ma insomma dove agisce il maligno. Anch’io le incontro. Potrei accennarvi a esperienze personali però in chi dice di non aver peccato io riconosco il Maligno, perchè è lui, secondo la scrittura, che viene cacciato da primo degli angeli Lucifero portatore di Luce nell'inferno perchè aveva detto "sarò come Dio" e ha spinto i progenitori –gen.3,4- ‘sarete come Dio’ e San Michele nell'Apocalisse con il suo nome combatte questa grande battaglia. Chi è come Dio? Con il nome che porta Michele;  perciò il demonio è presente oggi soprattutto attraverso la perdita del senso del peccato che è la perdita del senso di Dio, confondendo il peccato con la colpa; il senso di colpa è tremendo, è da fuggire perchè è privo di speranza, è privo di misericordia, di perdono, il senso del peccato invece è la grazia più grande, perché è il diritto alla misericordia, diritto di Dio.

Oggi la nostra società ci spinge tutt'al più ad avere il senso di colpa. Allora anche su questo si potrebbe approfondire con qualche vostra domanda.

Un terzo punto che vi inviterei a proporre alla meditazione dei pellegrini è l'importanza che ha la grazia come realtà oggettiva, dicevo prima, la fede, i sacramenti non sono un sentimento e neanche un idea, ma sono un dono, una grazia, cioè gratis, regalo e vita e allora nel catechismo al numero 229 del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCCC) si definisce, ancora una volta, la dottrina di sempre detta con tre parole ex opere operato, cioè dall'azione il frutto, indipendentemente dalla santità del sacerdote che consacra o che assolve perchè è Gesù che agisce nel sacerdote, nella persona e nell’uomo agisce in persona Christi. Io quando celebro dico sempre: ‘Signore, so che sei tu’ con l’epiclesi d’invocazione dello Spirito ‘….manda il Tuo Spirito…perché questo pane e questo vino diventi il corpo di Cristo….non io, Tu’, proprio perchè è grazia, è vita, non è un idea, un sentimento, sono segni sensibili ed efficaci della grazia, cioè di Dio, della presenza sua. Il più grande dei sacramenti è proprio l’Eucaristia, vera carne, vero sangue, non un ricordo, non un sentimento. Un Dio è veramente umano, non un Dio disumano.

San Francesco aveva presente il mistero dell'incarnazione, il primo sacramento, seguendo una ideologia tedesca ‘ur sacramentum’, il ministero dell'incarnazione, cioè si fa carne il Dio, la Parola, il Verbo, l'Amore che diventa carne, altro che Einstein, massa uguale energia. La Bibbia lo dice fin dagli inizi: la Parola che si fa Carne, non è una novità.

E San Francesco gode, gusta quando istituisce il Presepio a Greggio leggendo il Vangelo perché era diacono pronunziando le parole ‘Bambino’ e ‘Betlemme’ si leccava le labbra e sembrava belasse come una pecora perché gustava nella sua carne il mistero dell'incarnazione.

Sant'Alfonso Maria de Liguori ha scritto tante poesie e preghiere su Gesù Bambino, ‘Tu scendi dalle stelle’ e in dialetto napoletano ‘Quando nascette ninno’ e ‘Gesu’ Cristo piccirillo’, mariuncello arrubbacore, vusto core tiene a tillo non me sta piu’ a nquieta’, tu si come na muschella che va attorno a lo zuccheriello poi la caccio essa s’azzecca

Si me vo manna’ all’Inferno pe peccata c’aggio fatto, io ce vado ma a nu patto, che ce venga pure tu, tanto po ne chiu’ n’inferno ma no veroè paradiso, che solo tu co sto’ bel viso ogni pena poi cagna’. Quant’è sciocco chi te lassa pe trova’ n’antra bellezza. Lassa lu mare pe no’ schizzo che nu jorno a’ da essicca’…….

L’importanza dell’incarnazione, cioè capire che i sacramenti sono concretezza, grazia, realtà, vita indipendentemente dal soggetto. Quanto soggettivismo ha dominato in questi ultimi decenni in contrapposizione a quel legalismo nel quale molti di noi sono stati educati da bambini. Com’è brutto rispondere a un errore con un errore uguale e contrario. Allora, riferendoci al sacramento della Eucaristia, voi sapete che importanza la Madonna richiama a questo sacramento con la Comunione e soprattutto con l’Adorazione. E’ importante entrare nella realtà di questo sacramento.

Mi ha aiutato molto a capire il senso dell'Eucarestia l’incontro nella mia vita abbastanza lunga di sacerdote (35 anni di sacerdozio domani); a 22 mi hanno anticipato l’ordinazione perché mio padre stava morendo e infatti non avrebbe potuto partecipare. In questa lunga esperienza ho incontrato dei poveri che volevano farmi l'elemosina. Ne ricordo alcuni in particolare. Nel ‘90 ero nel Salvador, in Centro America, c’era la guerra, stavo li massimo 3 mesi, e con la guerra si muore di fame, con le carestie e le epidemie; la povertà non fa mai morire di fame, e la gente moriva di fame. Al venerdì andavo in un villaggio sulle pendici del vulcano, confessavo un paio d’ore, celebravo la messa, facevo la catechesi, qualche battesimo e una volta andavo alle due del pomeriggio e tornavo la sera dopo le 6, le 7, con un Toyota sgangherato; era pieno di buche….finito un servizio, un giorno, un uomo di mezza età, come gesto di riconoscenza mi allunga una fetta di polenta. Là a quel tempo mangiavano solo il mais abbrustolito, tortilla, o bollito, tamal, ed era avvolto nelle foglie di pianta simile al banano, era condito, perché avevano un maialino, lo condividevano con i vicini perché non avevano il frigorifero –la povertà fa sempre condividere- non avevano l’acqua e per non perdere materia prima avevano raschiato la carne mista con grasso e da questa fetta di polenta uscivano le setole, i peli e mi faceva schifo perciò non volevo mangiarla; pensavo ‘…quando torno alla base stasera in parrocchia trovo la cena sicura’ e loro pativano la fame, e non volevo mangiarla, insistevo, i bambini ridevano guardandomi….insomma mi hanno costretto a mangiarla e in quel momento quell'uomo, che mi sembrava povero, si è dimostrato ricco, perchè capace di fare carità, e io volevo impedirglielo come quando vorremmo impedire loro di mettere al mondo tanti figli da mantenere, vorremmo impedire loro di fare carità e invece il povero farà sempre carità perché sta nella condizione del povero.

Laddove non esiste cassa malattia, se uno si ammala, chi lo assiste? Più figli ha più sicurezza ha. Laddove non esiste pensione se uno ha la grazia di diventar vecchio chi gli da un da pezzo di pane? Più figli ha più sicurezza ha. Sapete quante volte ho confessato perche si facevano chiudere le tube perché non avevano lavoro e poi una volta trovato, doveva far cosi altrimenti rimaneva a casa. E poi si pentivano, perchè per avere qualche soldo in più perdevano l'integrità della loro persona, la capacità di diventar madre.

Comunque non fanno i figli solo per interesse ma hanno il diritto di farli anche per amore, il diritto di amore, fatto sta che quell'uomo si è dimostrato ricco e io mi sono ritrovato affamato perché non potevo fare a meno di quella fetta di polenta, perché anch’io nonostante la mia durezza e rigidità, come tutti avevo bisogno di un gesto di bontà di affetto e mi sono ritrovato bisognoso di quella fetta di polenta. Mi ha aiutato a pensare all’Eucaristia, e cioè al più povero di tutti i poveri: Gesù Crocifisso, il quale unisce alla sofferenza fisica il peccato mio e dell’intera umanità e dalla Croce ci allunga non una fetta di polenta ma un pezzettino di pane, il suo Corpo, e beati noi se ci riconosciamo affamati, bisognosi dell’Eucaristia, anche se non possiamo riceverla sacramentalmente, ma necessariamente nello Spirito, nel desiderio.

Così due anni fa al telegiornale parlando dell’inquinamento hanno fatto vedere la carcassa di un gabbiano sulla spiaggia del mare e questo gabbiano aveva fame e si vedeva con poche penne, l’ossatura del torace piena di pezzi di plastica, di tappi e, avendo fame, ingoiava tutto quello che incontrava. Incontrava l’inquinamento. Sapete che gli uccelli, i tacchini, le galline, mangiano anche i sassi perché l’acido che hanno nello stomaco scioglie anche il calcare e quella volta con la plastica non era riuscito. In campagna ci vogliono 40-50 anni prima che la plastica si sciolga! Quel gabbiano è morto di fame a pancia piena. Che assurdità! L'eucarestia ci fa morire sazi anche a pancia vuota e il nostro mondo oggi com’è? Moriamo a pancia piena senza amore, senza grazia di Dio, senza misericordia, andando in cerca, pagando gli affetti dei figli e dei nipoti, esigendoli, perché ne siamo privi, moriamo di fame a pancia piena.

Ero a Sassari più di 15 anni fa a predicare il mese di Maggio ed è venuta una signorina di 26 anni a chiedere che un sacerdote, un frate portasse la comunione e confessione a una sua coetanea: l’aveva conosciuta guardando giù dal balcone mentre quella batteva il marciapiede per vendersi e avere i soldi per la droga.

L’ha preparata, conosciuta, offerto del cibo, lavava i vestiti, l’ha visitata, seguita all’ospedale finché è morta, l’ha preparata a ricevere i sacramenti. Sono andato a confessarla e si è confessata sufficientemente bene; le ho dato la comunione e le ho dato un bacetto pensando a Madre Teresa e le ho detto: ‘Ti voglio bene’ e questa 26enne stava tutta nera, pelle e ossa, stava per morire, mi diceva: ‘Non andar via, non andar via!’ mi ripeteva sempre. Sono arrivati i medici e allora sono uscito. Pensate a quegli uomini che incontrava…non vedeva l’ora che se andassero via e lasciassero i soldi e a me diceva ‘non andar via’….ed è morta sazia, a pancia vuota.

Allora tanti vengono a confessarsi e non mi dicono neanche che mancano la Messa la domenica. Che è il primo dei cinque precetti della Chiesa. Sapeste a quanti domando se vanno a Messa tutte le domeniche….qualche volta! Una volta all’anno, due volte all’anno, a Natale, a Pasqua. Se no, non lo confessano neanche. Possiamo morire sazi, morire con l’Eucaristia quando neanche ci confessiamo di mancare la messa la domenica!

Ricordatelo ai pellegrini!

Ecco allora questo è il terzo punto e come conclusione, volevo sottolineare l'importanza della comunione spirituale per chi non può riceverla sacramentalmente.

Purtroppo c’è molta confusione; anche recentemente un prete, un buonissimo prete del mio vicariato in Italia, mi ha detto: ‘..se io non do i sacramenti si allontanano di più dalla pratica religiosa’. E’ una falsità. Se tu dai i sacramenti a chi non può riceverli al momento ti ringrazia e poi magari viene, poi è sicuro che non viene più. Perché? Perchè non sono preziosi, non sono importanti. Invece mi ricorderò sempre una coppia di conviventi in Piemonte durante una missione mi hanno detto una frase che mi ha incoraggiato: ‘Il saperci non in regola con la dottrina della Chiesa ci ha portato ad avvicinarci di più’’.

Questo è logico, se io son lontano da una realtà mi avvicino.

Allora l'importanza della comunione spirituale: ci sono bambini che non hanno ancora fatto la prima Comunione e che sanno cosa vuol dire, la desiderano e la fanno spirituale. Ci sono persone nel mondo che non hanno sacerdoti. 600 o 800.000 cattolici in Arabia Saudita, dove è proibito andare in Chiesa, portare un Crocifisso, sono Filippini o Indiani, non hanno l'Eucarestia e fanno la comunione spirituale, di desiderio; c’è gente malata anche in Italia che non si preoccupa di chiedere oppure peggio non ha chi porta l'eucarestia.

Fa la comunione, magari spirituale, di desiderio; anche chi ha un peccato, non assolto, può fare la comunione spirituale, che può essere migliore della mia sacramentale, fatta per abitudine.

Nessuno può stare senza il corpo di Cristo, nessuno, perchè sarebbe un morto ambulante perché sarebbe un affamato, un morto di fame.

E poi un grande problema dei nostri tempi è il problema della castità. E su questo mi piacerebbe se ci trovassimo l’anno prossimo, magari ci tornerei volentieri sopra.

E’ un argomento che merita più tempo ed è veramente prezioso e importante; dico solo qualcosa. Guardate, io non posso dare l'assoluzione se si hanno rapporti completi fuori del matrimonio. Questo lo faccio perché voglio essere cattolico e voglio bene alla persona. Non posso andare contro la dottrina cattolica perché tradirei il significato dei sacramenti e ingannerei i cristiani e dovrei rispondere a Dio del sacrilegio che compio.

Oggi la maggioranza dei fidanzati ha rapporti prematrimoniali ... ma anche i 60enni: è il dolore mio più grande ma la gioia più grande corrispondente è la riscoperta della castità che è qualcosa di meraviglioso. E su questo bisognerebbe parlare a lungo. Non entro adesso nel tema, vi riporto qualche fatterello.

A fine Agosto ero sulla strada dirimpetto al Santuario di Medjugorje, aspettavo in hotel una persona verso le 12.15. Arriva una coppia tutta affannata che mi cercava affannosamente, perché volevano dirmi che il 30 settembre si sarebbero sposati. In aprile erano venuti ma io non avevo dato loro l’assoluzione.

Se si convive non si può dire che si vuol bene al proprio uomo e alla propria donna, che tutti lo sappiano e non si vuol dirlo a Dio. Vuoi essere cristiano e non lo dici neanche a Dio? Il fatto che io li abbia responsabilizzati li ha portati a riflettere a prendere questa decisione, se no magari andavano avanti così….con l’assoluzione del prete, andava bene lo stesso…e magari dopo 10-20 anni avrebbero rotto la convivenza….e non ci sarebbe più stato il tempo per pensare a un matrimonio.

Un uomo italiano di 52 anni al confessionale mi disse: ‘E’ la prima volta che mi confesso’…

Capite, 52 anni la prima confessione? Era stato battezzato appena nato in Italia ma una volta emigrato all’estero, basta; dove le radici non sono solide, è facile perderle.

E’ tornato, ha incontrato una donna più giovane di 42 anni, che lo ha aiutato. Si è confessato sufficientemente bene, ho dato l’assoluzione e la Prima Comunione. E’ venuto alla Messa all’aperto ove eravamo decine e decine di sacerdoti. E’ venuto da me per la prima comunione e dopo un mese ci siamo ritrovati. Abbiamo parlato un po’ e ho capito che la sua ragazza lo ha aiutato, sì spiegandogli come si svolgono e in cosa consistono i sacramenti, ma soprattutto con la castità fino al matrimonio – niente rapporti! E allora lui ha capito che è preziosa, che vale, che costa, che merita e ha accettato anche la sua fede! Non scherziamo con i sacramenti.

Un’altra coppia mi ha raccontato di arrivare alla fine del fidanzamento castamente. Ma è dura, soprattutto per lei, convinta che se ci si vuol bene ci si sposa lo stesso. Fanno tutti così…

Lui invece, a Medjugorje, come capita in un modo o nell’altro a molti, se no quasi a tutti, ha percepito qualcosa, in questo caso una conferma e senza che ci fosse motivo, ripeto, ha aggiunto: ‘Adesso vado a casa e le dico, o continuiamo così o ti mollo!’ …

Ultimo esempio: circa 5 anni fa ero qui con un gruppo e viene a confessarsi un giovane che era con un altro gruppo ma non lontano dal mio convento – 30 km – e gli ho detto le piu’ belle parole che si possano immaginare ma non ho potuto dargli l’assoluzione perché conviveva. Lui mi ha ascoltato –e tanti non mi ascoltano quando parlo nel confessionale e mi fanno ripetere 5-6 volte la stessa cosa, poiché si è così fissati su sè stessi..- e tornato a casa parla con la sua donna; erano molto giovani ma vivevano insieme in una bella casa; mi vengono a cercare a 30 km di distanza perché vogliono fare la preparazione prematrimoniale con me. Io di solito faccio 8 sere di preparazione. Le prime due sere hanno detto alle coppie presenti testuali parole: ‘ci vogliamo più bene adesso che ci rispettiamo –mancano 10 mesi al matrimonio- che non prima..’. Prima aveva il sopravvento la passione, adesso un ‘amore che rispetta, che tiene da conto, che ha cura. Avevano due sacerdoti -il parroco di lei un salesiano- desiderosi di benedire le nozze, e loro hanno voluto che io presiedessi il matrimonio e siamo diventati amici, ma tanto amici; è un caso non unico ma di una coppia che si ora, dopo il matrimonio, si confessa insieme, se vedeste che bella confessione!

I primi cristiani si confessavano in pubblico, come dice il catechismo. E loro ora danno testimonianza, sono animatori.

L’estate scorsa è venuto un domenicano dagli Stati Uniti e ha finito gli studi a Medjugorje. Negli Stati Uniti è stato nominato maestro dei novizi. Delle quattro province la sua è quella che guardava sull’Oceano Atlantico: ha 21 novizi ed erano 50 anni che non ce n’erano: tutti giovani maturi, professionisti, laureati e io non mi meraviglio perché negli Stati Uniti, che ci hanno preceduto nel seguire i vizi e i peccati del dopoguerra, da molti anni c’è un movimento ‘pro-life’ per la vita molto forte che sembra ormai aver raggiunto la maggioranza anche dell’adesione nella popolazione. E anche c’è una riscoperta della virtù della castità prematrimoniale: i giovani fanno un giuramento pubblico mettendo un anello al dito che tutti riconoscono. E da questo nascono anche le vocazioni. E’ logico e inevitabile. Nonostante possa sembrare il contrario io sono ottimista. Sono sicuro che ci sarà uno sconvolgimento. Allora, per concludere, l’invito è all’Adorazione. L’Eucaristia è preziosa per tutti, si fa la comunione spirituale e l’Adorazione è la comunione spirituale per tutti, sia per chi può farla sacramentale, sia per chi non può farla.

E’ un essere in continua unione, in contatto con Dio, con Cristo, è un mettersi sotto lo sguardo di Dio, di Gesù. È lo sguardo stesso di Gesù verso Maria a Nazareth.

E qui a Loreto siamo a Nazareth, in queste case piccole, come potevano non guardarsi…. noi magari stiamo in un’altra stanza e non ci incontriamo con i familiari.

Loro avevano due stanze, una scavata nella roccia che è rimasta a Nazareth e un’altra portata qui; e Gesù guardava Maria e Maria guardava Gesù: è l’Amore che non si stanca di guardare, che non finisce mai, è l’Amore di chi adora davanti al dono più grande e più prezioso che Cristo ci ha lasciato: il Suo CORPO nel Sacramento mirabile dell’Eucaristia.

lunedì 27 giugno 2011

Commento di P. Livio al Messaggio del 25 GIUGNO 2011

 

Commento di P. Livio al Messaggio del 25 GIUGNO 2011

 
 
 
Fonte: Radio Maria

Video RAISTORIA Dixit - I segreti di Medjugorje

 

Video in 8 parti della trasmissione con  interviste a Mirjana ,Padre Petar Ljubcic, Vicka, Padre Livio e altri

Parte 1a

 

Parte 2a

 

Parte 3a

 

Parte 4a

 

Parte 5a

 

Parte 6a

 

Parte 7a

 

Parte 8a

 

 

Grazie a Vittorio della segnalazione!

domenica 26 giugno 2011

Video Apparizione a Ivan oggi 26 Giugno 2011 ore 18:40



Video della Apparizione della Regina della Pace a Ivan stasera 26 giugno 2011 alle ore 18:40 nella  Cappella privata della sua casa a Bjacovici.



Fonte: Radio Maria

Medjugorje, la collina che affascina il mondo

 

È come se qualcuno, già tanto tempo fa, avesse previsto che in questo sperduto villaggio tra le montagne della Bosnia sarebbero arrivati milioni di visitatori. Non si spiega altrimenti l’enorme chiesa con due alti campanili sulla facciata che i francescani vollero dedicare a san Giacomo, un edificio imponente per una parrocchia di poche centinaia di persone, quale era appunto Medjugorje nel secolo scorso. Ma ieri, a trent’anni esatti dal 24 giugno 1981, quando sei ragazzi affermarono d’aver visto la Madonna, l’ampia navata non poteva contenere tutti i pellegrini giunti qui per un evento di fede ed al tempo stesso per un gesto di gratitudine verso la «Gospa», la Signora, come viene chiamata in terra croata la Vergine Maria. È un flusso continuo di migliaia di persone, un miscuglio di lingue che risuonano durante le Messe celebrate per tutto il giorno sul vasto spiazzo erboso dietro la chiesa dove è stato collocato un grande altare circondato a raggiera da lunghe file di panche. Solo i più fortunati, o per meglio dire i più mattinieri, riescono ad avvicinarsi alla statua della Madonna all’interno della chiesa. Sopra le teste ondeggianti della folla si può intravedere la scritta a caratteri cubitali «Totus tuus». Ai suoi piedi, in mezzo a tantissimi fiori, una distesa di biglietti e di foto con suppliche e ringraziamenti.
C’è una sorta di percorso obbligato a Medjugorje. Il primo appuntamento è alla chiesa di San Giacomo che ormai porta il nome di «Regina della pace». Quindi nel pomeriggio si sale al Prodbrdo, che chiamano «la collina delle apparizioni», un cammino ripido e impervio tra rocce rossastre infuocate dal sole ed arbusti rinsecchiti. Genitori coi bambini sulle spalle, anziani che si trascinano faticosamente col bastone, giovani nerboruti che portano i malati sulla loro carrozzella, fedeli a piedi scalzi, e quelli ancor più eroici che in segno d’espiazione procedono in ginocchio. Si sosta in preghiera davanti ai rilievi in bronzo raffiguranti i misteri gioiosi e dolorosi del Rosario, quindi si arriva in cima alla collina, di fronte alla statua della Madonna donata da una delegazione coreana. C’è appena il tempo di scendere per la recita del Rosario alle sei del pomeriggio, seguita dalla Messa solenne. La giornata si chiude con l’adorazione eucaristica che ieri, in occasione dell’anniversario, è proseguita tutta la notte.
A Medjugorje pulsa il cuore del mondo e, se mai ce ne fosse bisogno, lo conferma in questi giorni l’arrivo di pellegrini di ogni nazionalità. Croati e sloveni ovviamente e poi tantissimi italiani, polacchi, tedeschi, francesi, latino-americani. Senza dimenticare i gruppi che arrivano dalla Russia e dall’Estremo Oriente. È la graduatoria approssimativa che si può fare guardando le bandiere e ascoltando le voci di una folla variopinta che, sfidando il caldo torrido, assiste devota e compunta alla liturgia, introdotta da un momento di catechesi. La tiene Marija Pavlovic, una delle tre presunte «veggenti» che sostengono di avere apparizioni quotidiane della Madonna. Rievoca l’inizio di quella che i giornali jugoslavi di allora, definirono «una strana rivoluzione da soffocare».
Ricorda le minacce e le persecuzioni del regime comunista, l’incarcerazione del parroco, don Jozo, il divieto d’accesso al Podbrdo e la chiusura della chiesa di San Giacomo. Ma la gente si riuniva a pregare all’aria aperta e così le autorità ritirarono il decreto per evitare lo scandalo. «Oggi siamo qui, dentro e fuori la chiesa – dice Marija –. Quella rivoluzione ha vinto perché non aveva nessun altro scopo se non l’annuncio della misericordia di Dio ripetuto ancora una volta da sua Madre». Ecco cos’è Medjugorje, spiega il padre francescano Danko: «un luogo di conversione del cuore», un miracolo che cambia la vita.

Fonte: articolo di Luigi Geninazzi da Avvenire del 25/6/2011

30 ANNI DI MEDJUGORIJE INSEGNANO: IL CRISTIANESIMO E’ UN MIRACOLO CHE STA ACCADENDO ORA (se non si capisce questo si finisce nel pelagianesimo: ridurre la fede a un proprio sforzo, a una propria introspezione o iniziativa, a un proprio percorso)

 

La scuola era appena finita e due adolescenti, Miriana e Ivanka, quel caldo pomeriggio del 24 giugno 1981, alle ore 17.45, stavano facendo una passeggiata fuori del paese di Bijakovici, frazione di Medjugorje, comune di Citluk, provincia di Mostar: il posto più sperduto del mondo.

Come cominciò

Dimenticato dagli uomini certamente. Ma non da Dio che ama ciò che è piccolo e insignificante.

A un certo punto Ivanka si volta verso la collina sassosa del Podbrdo: vede qualcuno lassù, a duecento metri di distanza, è una giovane ragazza, ha un bimbo piccolo in braccio.

Cosa ci fa in quel luogo desolato, pieno di vipere? Lassù non va mai nessuno. Ivanka si sofferma un attimo, vede che ha una veste lunga e un velo: “Ma quella è la Madonna!”.

Mirjana neanche si gira: “eh sì, figurati se la Madonna non ha altro da fare che venire a vedere cosa facciamo noi”. Cresciute sotto un regime comunista non avevano neanche mai sentito parlare di apparizioni come Lourdes o Fatima. 

Arrivati in paese incontrano altri amici, Ivanka dice di aver visto una ragazza sulla collina sassosa, tornano su: è ancora lì. Fa cenno con la mano di avvicinarsi. Sono incantati, ma c’è anche timore.

Quel giorno non le si avvicineranno. Lo faranno il giorno successivo alla stessa ora: è una ragazza di una bellezza senza eguali. E dolcissima.

I sei ragazzi sono felici. E raccontano a tutti quello che è accaduto, ciò che hanno visto e che lei ha detto loro. Nel villaggio non si parla d’altro.

La voce corre, raggiunge i paesi vicini e pure la polizia. Il regime comunista è durissimo con i ragazzi: li arresta, li minaccia, minaccia le loro povere famiglie, ma loro non rinnegheranno mai quello che hanno visto.

Cominciano ad accadere subito segni e prodigi. Le stesse commissioni mediche e scientifiche che studiano, anche con delle macchine, ciò che si verifica durante le apparizioni riconoscono che lì c’è un mistero inspiegabile.

Un piccolo borgo nel mondo

Perché accade lì? I posti così sono prediletti dalla “bellissima ragazza” che proprio in un borgo sperduto – Nazaret – aveva vissuto. E sono dei ragazzi semplici e normali che lei sceglie per le sue missioni (apparentemente) impossibili: salvare il mondo.

Perché da quel momento iniziò una vicenda che, trent’anni dopo, possiamo definire uno dei più grandi eventi della storia della Chiesa e dell’umanità.

Ma all’inizio il mondo non se ne accorse. Come duemila anni prima. In quei giorni di giugno del 1981 di cosa parlavano i giornali?

In Italia c’era appena stato l’attentato al Papa, il referendum sull’aborto ed era scoppiato lo scandalo della P2. Dalla crisi di governo uscì il primo esecutivo laico della storia repubblicana guidato da Spadolini.

In Francia il socialista Mitterrand vinse le presidenziali e formò un governo con quattro ministri comunisti. Era una novità storica.

Intanto – mentre il Papa era ancora in ospedale – all’Est le pressioni di Mosca sulla Polonia, per cancellare Solidarnosc, si facevano ogni giorno più forti. Breznev arrivò a paventare il rischio di uno scontro nucleare.

Infatti a dicembre 1981 Solidarnosc fu schiacciata. Nessuno poteva immaginare che solo otto anni dopo l’impero comunista sarebbe crollato.

Nel frattempo in Iran – fatto fuori Bani Sadr – presero definitivamente il potere gli ayatollah che dettero fuoco alla polveriera islamica in tutto il mondo.

Come si vede dunque erano settimane di durissimo scontro fra i blocchi, fra vecchi e nuovi poteri, nazionali e planetari.

Tutti pensano che a fare la storia siano gli stati, gli eserciti, il petrolio, i cannoni, i poteri finanziari ed economici.

Perciò quel 24 e 25 giugno nessun giornale o tv del mondo poteva immaginare che nel più oscuro villaggio della Bosnia stesse accadendo un avvenimento di enorme importanza. Eppure è così.

Da trent’anni là accadono cose stupende e a milioni accorrono alla ricerca di lei, la bellissima, la dolcissima, la meraviglia dell’universo. Cosa cercano? E cosa trovano?

La storia di Silvia

Lo fa capire bene, per esempio, la storia di Silvia Buso, una giovane padovana.

L’ho incontrata il mese scorso al Palasport di Firenze: c’era una giornata di preghiera dei gruppi di Medjugorije, circa 4 mila persone.

Io feci una testimonianza su quello che era accaduto alla mia Caterina e la visita di una delle veggenti di Medjugorie.

Alla fine mi si avvicinò questa ragazza bionda, alta, atletica: “anche io” mi disse “ho avuto una grande grazia a Medjugorije”.

Di lì a poco fece lei stessa una testimonianza. Come già aveva fatto a Medjugorije nel 2010, al festival della gioventù (c’è il video anche su internet, nel sito di Radio Maria).

Silvia ha 22 anni.  Nell’autunno del 2006, a 16 anni, d’improvviso si ritrova paraplegica, inchiodata a una carrozzella: fino ad allora aveva fatto sport, nuoto, danza, aveva amici. Frequentava la terza liceo. Una vita normale.

Di colpo il buio. Le gambe non si muovevano più. E poi attacchi simil-epilettici. Una tragedia.

La sua era una famiglia cattolica, ma “la messa domenicale” racconta la ragazza “per me era perlopiù un’abitudine, non un atto d’amore”.

Anche con la malattia, partecipando il venerdì a un gruppo di preghiera, era così. Un giorno una signora del gruppo le dette una medaglietta della Madonna che la Vergine stessa aveva benedetto a Medjugorije.

Silvia la mise al collo. In aprile e maggio del 2007 si immerse nello studio per sostenere gli esami, ma si faceva portare ogni giorno al gruppo di preghiera perché solo lì trovava pace.

Il 20 giugno la sua dottoressa le dice che la settimana successiva non ci sarà perché deve accompagnare sua mamma a Medjugorije.

Silvia d’istinto le chiede di andare con lei. Arrivati, dopo la messa vengono a sapere che la sera Ivan avrebbe avuto un’apparizione straordinaria sul monte Podbrdo.

Silvia, sia pure con imbarazzo, accetta si farsi portare in braccio fin lassù: “Alle 20 arrivammo. Ho iniziato a pregare e quello per me è il primo ricordo di una preghiera fatta veramente con il cuore”.

Racconta: “Io non ho mai chiesto la mia guarigione perché mi sembrava una cosa troppo impossibile. Poco prima dell’apparizione il mio capogruppo mi disse di chiedere tutto quello che volevo alla Madonna perché lei avrebbe ascoltato tutti, sarebbe scesa dal cielo sulla terra. Allora le ho chiesto che mi desse la forza per poter accettare a 17 anni una vita in carozzina”.

Alle 22 è iniziata l’apparizione a Ivan: “io sulla mia sinistra ho visto una luce, era una luce bianca bellissima” dice Silvia.

“Finita l’apparizione non l’ho più vista, però mi sentivo chiamare da tutte le parti. Ma non ho detto niente a nessuno di ciò che mi stava accadendo. Loro mi hanno ripeso in braccio e dopo sono scivolata all’indietro per terra come svenuta.

Però non mi sono fatta niente. Io ricordo solo che mi sentivo come su un materasso morbidissimo e che c’era una voce dolcissima che mi parlava e mi calmava coccolandomi.

Dopo qualche minuto, non so quanti, ho aperto i miei occhi e a mio padre che piangeva ho detto che sentivo finalmente le gambe: papà sono guarita! Cammino!”.

Ed è stato così. “Io ricordo che c’era una mano tesa davanti a me e io nel volergliela afferrare mi sono ritrovata in piedi come se fosse la cosa più naturale. Il mattino dopo alle 4,30 sono salita sulla montagna della croce, il Kriscevaz, con le mie gambe!”.

E’ guarita così. Ma oggi Silvia dice: “La grazia più grande che Dio mi ha fatto è stata la mia conversione e quella della mia famiglia. Il sentire l’amore di Dio e della Madonna: questa è per me è la cosa più bella e importante della mia vita”.

Silvia è timida, ma molto netta: “Con la conversione è come se Dio mi avesse acceso un fuoco dentro. Certo, il fuoco va sempre alimentato con la preghiera, il rosario, con l’eucaristia, la Santa messa e l’adorazione. E tutto ciò che chiede la Madonna a Medjugorije. E questo fuoco non si spegne. Questa per me è la cosa più bella”.

Bisogna chiedersi: cosa è mai questo “sentirsi teneramente amati” per attrarre milioni e milioni di persone e cambiare radicalmente le loro vite? Solo così si può cominciare a capire cosa sta accadendo a Medjugorije.

Antonio Socci

Da “Libero”, 25 giugno 2011

Piccolo commento al Messaggio del 25 giugno 2011

 

Cari amici, la Madre è gioiosa perchè in molti hanno risposto e vivono con amore i suoi messaggi e ci esorta ad avvicinarci ancora di più al suo Cuore Immacolato perchè ci possa guidare tutti verso la meta del Cielo. Lei però "aspetta e cerca" anche i lontani, che dormono il sonno mortale dell'incredulità. Aiutiamola con la preghiera e la testimonianza della vita. Buona Domenica.

Padre Livio

APPARIZIONE ANNUALE A IVANKA OGGI 25 GIUGNO 2011

La veggente Ivanka Ivanković Elez ha avuto la sua consueta apparizione annuale il 25 giugno 2011.

In occasione dell’ultima apparizione quotidiana del 7 maggio 1985 la Madonna, rivelandole il decimo ed ultimo segreto, disse a Ivanka che per tutto il resto della sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno nel giorno dell’Anniversario delle apparizioni.

Così è avvenuto anche quest’anno.

Ivanka ha avuto l’apparizione, durata 8 minuti, nella sua casa.

All’apparizione era presente soltanto la famiglia di Ivanka.

Dopo l'apparizione la veggente Ivanka ha detto: “ La Madonna mi ha parlato del primo segreto ed alla fine ha detto: ‘Cari figli, ricevete la mia benedizione materna’.”

sabato 25 giugno 2011

Video Marija Pavlovic legge il Messaggio del 25 Giugno 2011

 

Marija Pavlovic legge il Messaggio del 25 Giugno 2011 a Radio Maria e parla di questi 30 anni di Apparizioni a Medjugorje.

 
 
Fonte: Radio Maria

Messaggio a Marija del 25 giugno 2011

"Cari figli, ringraziate con me l’Altissimo per la mia presenza con voi. Gioioso è il mio cuore  guardando l’amore e la gioia che avete nel vivere i miei messaggi.  In molti avete risposto ma aspetto e cerco tutti i cuori addormentati affinché si sveglino dal sonno dell’incredulità. Avvicinatevi ancora di più, figlioli, al mio cuore Immacolato perchè possa guidarvi tutti verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

 

Ascolta la lettura del messaggio
 
 
Fonte: Regina Mundi

Il 30° Anniversario delle apparizioni della Madonna a Medjugorje

 

Sabato 25 Giugno Medjugorje celebrerà il 30° Anniversario delle apparizioni della Madonna.

La vigilia, Venerdì 24 Giugno, alle ore 6:00 del mattino inizierà la tradizionale Marcia della pace internazionale, che dal convento di Sant’Antonio a Humac muoverà verso la Chiesa parrocchiale di San Giacomo a Medjugorje. La possibilità per accostarsi al Sacramento della Confessione sarà offerta durante la mattinata e a partire dalle ore 17:00 pomeridiane. Il programma liturgico di preghiera serale inizierà alle ore 18:00 con la preghiera del Rosario, mentre alle 19:00 ci sarà la Santa Messa, che sarà presieduta dal Provinciale della Provincia Francescana di Erzegovina, il Dott. fra Ivan Sesar. A partire dalle ore 22:00 si terrà l’Adorazione notturna.

Il giorno dell’anniversario, 25 Giugno, le Messe in lingua croata saranno celebrate alle ore 5:00, 6:00, 7:00, 8:00, 9:00, 11:00 e 16:00. La possibilità per accostarsi al Sacramento della Confessione sarà offerta durante tutta la giornata.

Il programma liturgico di preghiera serale inizierà alle ore 18:00 con la preghiera del Rosario e proseguirà con la Santa Messa delle ore 19:00, che sarà presieduta da fra Zvjezdan Linić.

Tutti i conducenti di mezzi che in questi giorni transiteranno sulle strade della Bosnia Erzegovina sono pregati di prestare attenzione ai pellegrini che verranno a piedi, mentre preghiamo tutti quelli che verranno a Medjugorje di disporsi ad una vera atmosfera spirituale e di preghiera.

 

Fonte: sito ufficiale della Parrocchia di Medjugorje

Video Ringraziamento 30° ANNIVERSARIO APPARIZIONI MEDJUGORJE

 

Video di ringraziamento per il 30° ANNIVERSARIO delle Apparizioni della Regina della Pace a Medjugorje.
 
 
 
 
Fonte: Radio Maria

Donaci la grazia di conoscere quanto ci ami e di piangere di gioia!


«Cari pellegrini, parrocchiani, cari cercatori di Dio!
Nessuno di noi è qui a mani vuote o con il cuore vuoto: abbiamo portato con noi le nostre speranze e gioie, ma anche le nostre difficoltà, le molte cose che ci pressano su questa terra.
Anche l'uomo dal cuore più duro si commuove quando vede, ad esempio, la scena di una madre terrena che si rammarica per il proprio figlio malato, morente o morto: il suo amore è senza aiuto e dolente!
Anche Maria, la nostra Madre Celeste, condivide questo dolore a causa della nostra morte spirituale. Sappiamo come si può spegnere la vita spirituale della nostra anima: il peccato mortale può portare a una morte spirituale temporanea o permanente.
Ma l'amore di Maria non è senza speranza!
Le sue potenti preghiere sono rivolte a Dio per ottenere l'aiuto spirituale che è necessario al figlio per risvegliarsi, rialzarsi nella vita di grazia. In questi trent'anni di Medjugorje, così tante persone hanno sentito la sua mano, si sono rialzate ed hanno iniziato a vivere una nuova vita, hanno trovato un nuovo orientamento per la loro vita.
Chiediamo ora questa intercessione per noi stessi, perché possiamo accostarci da liberati a questo Sacrificio Eucaristico incruento perché avvenga una vera svolta nella nostra vita, perché avvenga in essa un ingresso, una nuova abitazione per mezzo di quella Forza potente che nel Vangelo le persone riconoscevano in Gesù, che guarisce l'uomo e che il Figlio riceve dal Padre e dona: lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre e del Figlio. Entriamo in questa atmosfera spirituale e chiediamo perdono con cuore contrito».
« (.) Ricordiamo che sul Calvario, nella sua ultima ora, Gesù ha istruito un uomo, un essere umano come noi, affinché si rivolgesse alla Sua Santa Madre col nome di "Madre": "Figlio - disse allora a Giovanni - ecco tua Madre!".
La Chiesa, sotto la guida di Gesù - poiché Egli è con lei per tutto il tempo - ci insegna a chiamare Maria nostra Madre Spirituale. Attraverso la nostra madre umana abbiamo ricevuto da Dio la nostra vita umana ed attraverso la stessa madre la nostra vita è stata curata, protetta e difesa.
Il servizio della Madonna è simile nei riguardi della nostra vita spirituale: Lei, come Madre di Gesù, ci collega alla fonte stessa della nostra vita spirituale. Durante la sua crescita ed il suo sviluppo, Lei veglia su di noi, ci protegge e si prende cura di noi.
Lei è la nostra Madre Spirituale!
"Grazie, Madre Maria, Regina della Pace,
per questi trent'anni di grazia di Medjugorje!
Grazie per aver vegliato su di noi, per averci protetto e difeso!
Donaci la grazia di conoscere quanto ci ami
e di piangere di gioia! Amen"».


(Introduzione alla Messa serale ed estratto dell'omelia del 21 Giugno 2011 a Medjugorje)
Fonte: ascolto di Radio "Mir" Medjugorje, traduzione dal croato personale. Da Informazioni su Medjugorje (apostolo21)

Video "Sulla Via di Damasco"- TRENT'ANNI DI MEDJUGORJE - 25/6/2011

 

Trasmissione "Sulla Via di Damasco"- TRENT'ANNI DI MEDJUGORJE - condotta da Mons Giovanni d'Ercole - puntata del 25 GIUGNO 2011 con ospite Padre Livio e interviste a Vicka, Marija, Mirjana, Jacov e P. Jozo.
 
 
Parte 1a
 
 
Parte 2a
 
 
Fonte: Radio Maria

 

Altro filmato in una sola parte

 
Fonte: GloriaTV

Pellegrinaggio alla Madonna di S.Luca del 25 giugno 2011

Questa mattina il Gruppo di Preghiera “regina della Pace” di Bologna si è recato in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di S. Luca come ogni ultimo sabato di ogni mese.

Questo sabato è stato particolarmente significativo in quanto oltre al riferimento al sabato, giorno dedicato alla Madonna, oggi è anche il 30° Anniversario  delle apparizioni di Medjugorje: coincidenza casuale che il nostro pellegrinaggio sia avvenuto proprio in questo giorno? Io penso di no, sono abituato a pensare alle coincidenze più come “segni” che come evenienze casuali.
Altra casualità è che il gruppo dei pellegrini che ha salito il colle - piuttosto numeroso – era di 30 elementi come ha fatto notare Ivana al termine della salita prima della preghiera di Consacrazione a Maria e di entrare in Chiesa per la S. Messa: un’altra coincidenza?

Prima di iniziare la salita Giuliana ha letto ai presenti l’ultimo messaggio della Madonna dato ad Ivan ieri sera alle 23:00 sul Podbrdo. Lo ha letto con la voce rotta dalla commozione, commozione che era nel cuore di tutti al sentire le parole del messaggio. Lo trascrivo di nuovo qui perchè è troppo bello:


“Cari figli, anche oggi mi rallegro con voi, anche oggi nella gioia vi invito: accogliete i miei messaggi e vivete i miei messaggi. Che i miei messaggi diventino vita! Incastonateli nelle vostre vite, che questo sia il nutrimento nel vostro cammino di vita. Sappiate, cari figli, che sono con voi quando attraversate i momenti più difficili, che vi incoraggio e consolo, che intercedo presso mio Figlio per tutti voi. Perciò, cari figli, perseverate nella preghiera e non temete! Seguitemi senza paura. Grazie, cari figli, anche oggi per avermi nuovamente accolto e aver accolto i miei messaggi e perché vivrete i miei messaggi”.

Pensate, è la Madonna che con la sua grande umiltà, sempre chiamandoci “Cari figli” che ci ringrazia di avere accolto e di vivere i suoi messaggi. Cara Mamma, siamo noi che dobbiamo ringraziare te ed il Padre celeste di averti permesso di venire a noi con la tua presenza e le tue parole!
Da notare come la Madonna in questi ultimi tre messaggi dati a Ivan nelle apparizioni straordinarie, abbia insistito tantissimo nell'invitarci ad "accogliere e vivere" i suoi messaggi. L'invito non è una novità! Raccogliamolo dunque e facciamo come essa ci indica, ossia di "incastonare" i messaggi nelle nostre vite in modo che siano "nutrimento" nel nostro cammino di vita!!


Parte del gruppo poi, fra cui io stesso, abbiamo partecipato alla S. Messa nel Santuario. La S.Messa è stata come al solito molto partecipata soprattutto dopo le tre corone del Rosario (Misteri della Gioia , del Dolore e della Gloria) pregati insieme nel salire e che ci hanno adeguatamente preparati spiritualmente al rito.
Durante la preghiera dei fedeli il sacerdote ha fatto riferimento alle sofferenze personali ed altrui, facendoci notare come “sentiamo particolarmente gravi e dolorose” quelle personali rispetto alle altrui, e come assai raramente riusciamo ad accettarle o farcene una seria ragione. 


Mi sono venute in mente le parole di Vicka ci parla della sofferenza e del suo grande valore di fronte a Dio. Per chi non lo sapesse, Vicka ha sofferto di grandi dolori a causa di una cisti al cervelletto e di un tumore ai polmoni, eppure non ha mai perso il suo sorriso e la sua profonda gioia (vista personalmente anche nel mio ultimo pellegrinaggio a Medjugorje).

Vediamo cosa ci può insegnare ((tratto da "La sofferenza e la gioia") 


VICKA: Per quanto riguarda in particolare la soffe­renza, la Madonna dice che quando Dio dà una sofferenza o una croce, questi sono dei grandissi­mi doni del suo amore. Lui sa perché li dà e sa anche quando li toglie, noi dobbiamo solo dirgli: "Ti ringrazio per questo dono e se hai ancora qual­cosa da darmi, io sono pronta ad accoglierlo, ma in questo momento solo ti chiedo la forza e il corag­gio di andare avanti". La Madonna dice che oggi pochissimi sono pronti ad accettare il dono della sofferenza. Quando Dio manda qualche croce, subito ci lamentiamo dicendo: "Ma perché proprio a me?".
PADRE LIVIO: Per la verità sono pochissimi quelli che pensano che la sofferenza sia un dono. I più pensano che sia una disgrazia.
VICKA: Non è una disgrazia. Io dico proprio ades­so con tutto il cuore che questo è veramente un grandissimo dono. Lo affermo per mia esperienza personale, perché io l'ho provato che è un dono. A Dio dico: "Tu sai che io sono disposta ad aiutarti. Scegli tu il modo. Io posso stare anche a letto malata. Fai tu quello che vuoi". Io sono sempre pronta ad accettare quello che Dio mi manda per­ché so che sono grandissimi doni.
PADRE LIVIO: Perché sono dei doni?
VICKA: Sono doni perché Dio ti manda la sofferen­za per aiutarlo nella realizzazione dei suoi piani, per aiutare un tuo fratello o un tuo vicino. Dio dà questi doni perché lui sa chi vuole aiutare.
PADRE LIVIO: Sappiamo, Vicka, che tu hai avuto tante prove. Nessuna ti ha tolto la pace?
VICKA: Nessuna. Per me sono state un'esperienza bellissima. Quando sento che con una sofferenza posso aiutare la Madonna, la accetto volentieri e sono disposta a fare qualsiasi cosa per aiutarla.




Un Buon Anniversario a Tutti i lettori del mio Blog

Video FIGLI DEL DIVINO AMORE MEDJUGORJE :VIVA MARIA AUGURI PER IL TUO 30° ANNIVERSARIO

 

Messaggio a Ivan del 24 giugno 2011 sul Podbrdo alle ore 23:00

Ecco le parole di Ivan:
Questo è davvero stato un giorno importante sia per me che per la mia vita. Davvero questo è stato un incontro particolare con la Madonna. Oggi sono 30 anni da quando la Madonna è con me e da quando io sono nella sua scuola: nella scuola della pace, dell’amore, nella scuola della preghiera. Per questo davvero questo incontro ha un grande significato per me e per la mia vita ed è particolare.
Anche stasera la Madonna è venuta a noi davvero molto molto gioiosa e felice, è venuta come vestita con un vestito dorato ed è venuta con tre angeli. All’inizio ha salutato tutti noi col suo materno saluto:
“Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi la Madonna ha detto:
“Cari figli, anche oggi mi rallegro con voi, anche oggi nella gioia vi invito: accogliete i miei messaggi e vivete i miei messaggi. Che i miei messaggi diventino vita! Incastonateli nelle vostre vite, che questo sia il nutrimento nel vostro cammino di vita. Sappiate, cari figli, che sono con voi quando attraversate i momenti più difficili, che vi incoraggio e consolo, che intercedo presso mio Figlio per tutti voi. Perciò, cari figli, perseverate nella preghiera e non temete! Seguitemi senza paura. Grazie, cari figli, anche oggi per avermi nuovamente accolto e aver accolto i miei messaggi e perché vivrete i miei messaggi”.
Poi la Madonna ha pregato un tempo prolungato su tutti noi qui con le mani distese, ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna e ha benedetto tutto quello che avete portato perché fosse benedetto. Poi ha pregato su voi malati presenti con le mani distese. Ho raccomandato anche tutti voi: tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie ed in modo particolare ho raccomandato i malati e tutto ciò che voi portate nei vostri cuori. Sicuramente la Madonna conosce nel modo migliore i nostri cuori , cosa vogliamo dirle. Poi è seguita una conversazione tra a me e la Madonna che resta solo tra di noi. Dopo questa conversazione, la Madonna ha continuato a pregare su tutti noi qui ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto:
“Andate in pace, cari figli miei, figlioli miei!”.
Desidero ripetere e sottolineare che domani è il 25 ed ogni 25 del mese la Madonna si rivolge a noi con un suo messaggio che rivolge al mondo. Domani vedremo cosa la Madonna desidera da noi, cosa ci chiede.”


Pellegrini sul Podbrdo in attesa dell'apparizione

venerdì 24 giugno 2011

Apparizione straordinaria sul Podbrdo

 

Krizan ci ha comunicato che Venerdì 24 Giugno, Ivan avrà una apparizione sul Podbrdo alle ore 23:00 e che la preghiera in preparazione all'apparizione inizierà alle 21:30.

 

Chi ne ha la possibilità, si unisca in preghiera.

 

Fonte: Informazioni da Medjugorje

Video Vicka racconta la prima Apparizione della Madonna a Medjugorje

 

La veggente Vicka racconta la prima Apparizione della Madonna a Medjugorje.
 
 
 
 
Fonte: Radio Maria

Video Apparizione a Ivan il 23 GIUGNO 2011

 

Video della Apparizione della Regina della Pace a Ivan il 23 Giugno 2011 a Medjugorje.
 
 
 
 
Fonte: Radio Maria

giovedì 23 giugno 2011

Medjugorie 30 anni dopo

 

Il 24 giugno del 1981 iniziavano le apparizioni della Madonna in un piccolo paese dell’ex Jugoslavia – E’ uno degli eventi religiosi più conosciuti nel nostro tempo – Lo sconcertante giudizio della Scienza e la prudente posizione della Chiesa

Trent'anni fa, e precisamente il 24 giugno 1981, iniziarono le apparizioni della Madonna a Medjugorje. Allora Medjugorje era un piccolo paese della Bosnia-Erzegovina, tanto piccolo da non essere neppure segnato sulle carte geografiche. Oggi è conosciuto in tutto il mondo. Si calcola che dal 1981 siano passati per Medjugorje oltre ottanta milioni di devoti. Ma, grazie ai mass media, ai giornali, ai libri, alle videocassette, ai DVD, ai cortometraggi televisivi, i fatti di Medjugorje sono conosciuti da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Nella primavera del 1990, il giornale dove allora lavoravo, mi inviò a Medjugorje per una serie di articoli sulle apparizioni, raccogliendo la storia dalla viva voce dei veggenti. Rimasi a Medjugorje parecchi giorni. Conobbi e frequentai i veggenti, ragazzi semplici intorno ai quali non c'era ancora la morbosa curiosità che in seguito si è sviluppata. Padre Slavko Barbaric, responsabile della parrocchia, mi aveva dato una guida per quella mia inchiesta la veggente Marija Pavlovic, che aveva allora 25 anni e viveva con i genitori a Bijakovic frazione di Medjugorje. Tutte le mattine andavo a casa di Marija. La ragazza mi faceva il caffè e poi raccontava e io registravo. Mi ha anche accompagnato sui luoghi delle apparizioni e degli altri fatti di cui mi parlava. Un racconto, il suo, semplice, elementare, tranquillo, ma meditato, denso di particolari. Ecco, per esempio, come ricordava l'inizio di quella sua misteriosa esperienza.

«Quel pomeriggio, 24 giugno 1981, due mie amiche, Ivanka e Mirijana, erano andate sulla collina del Podbrdo a pascolare le pecore. Improvvisamente, verso le quattro del pomeriggio, videro dei lampi. Guardarono il cielo ma era limpido. Dopo qualche attimo, ancora dei lampi, fortissimi. Alzarono di nuovo lo sguardo verso il cielo. "Guarda, c'è la Madonna", disse Ivanka. Mirijana si mise a ridere, ma guardando nella direzione indicata dall'amica vide una misteriosa immagine che emanava una luce accecante. Le due ragazze rimasero un attimo attonite e poi fuggirono spaventate.
«Arrivarono nella nostra contrada e raccontarono ciò che avevano visto. Nessuno credeva. Loro insistevano e alcuni ragazzi decisero di tornare sulla collina a controllare. Ivanka e Mirijana li accompagnarono e la Madonna era ancora là. Tutti la videro. Restarono fermi per alcuni minuti e poi via di corsa, giù per la collina, impauriti.
«Il loro racconto sconvolse la gente della nostra contrada. La voce si sparse anche nelle zone vicine. Il giorno dopo non si parlava d'altro. Nel pomeriggio, quelli che avevano visto la misteriosa immagine, sentirono una forza tremenda che li spingeva di nuovo sul Podbrdo. Altre persone, genitori, fratelli, parenti decisero di andare con loro. E vi andai anch'io. Arrivati lassù, improvvisamente vedemmo dei lampi fortissimi. "Ecco, anche ieri è cominciato così", disse la mia amica. Poi, come per incanto, sulla cima della collina apparve una nube bianca e dentro la nube una immagine bellissima, piena di luce.
«La vedevo benissimo anch'io. Era molto lontana da noi, ma la vedevo vicina, era come se guardassi con il binocolo. Caddi in ginocchio in preda a una emozione grandissima.
«Seppi poi che tra tutte le persone presenti quel giorno sul Podbrdo, solo in sei vedemmo la Madonna: Ivan che aveva 16 anni, Iakob 10, Mirijana 16, Ivanka 15, Vicka 17 e io che ne avevo 16. E da allora, noi sei abbiamo continuato a vedere la Madonna tutti i giorni»
.

Dalla misteriosa esperienza di quel lontano 24 giugno 1981, è scaturito il più eclatante evento religioso del nostro tempo. Trent'anni di apparizioni quotidiane. La Vergine Maria si sarebbe mostrata fisicamente ai veggenti per quasi undicimila volta. E il fenomeno continua.

La Chiesa, non ha mai espresso ufficialmente un suo giudizio. Secondo il Diritto Canonico, dovrebbe essere il vescovo locale ad esaminare il caso e a giudicarlo. Medjugorje fa parte della diocesi di Monstar e vescovo di quella città era, al tempo delle prime apparizioni, monsignor Pavao Zanic. Il quale, dopo un breve entusiasmo, divenne un avversario irriducibile di quei fatti. Definì le apparizioni di Medjugorje "la più grande truffa nella storia della Chiesa". Nel 1993, monsignor Zanic venne sostituito da monsignor Ratko Peric, che ha tenuto e continua a tenere con foga la stessa linea di condanna nei confronti delle apparizioni di Mejugorje, tuttavia smentito dal cardinale Bertone che in un libro-intervista pubblicato nel 2007 ha dichiarato: "Le dichiarazioni del vescovo di Mostar riflettono un'opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa".

Un dato curioso e sconcertante sul "caso" Medjugorje viene dalla scienza. Questi fatti misteriosi incuriosiscono sempre gli scienziati. Soprattutto i medici, che restano perplessi di fronte alle fenomenologie fisiche che in genere accompagnano apparizioni e estasi. Gli scienziati che discutono freddamente a tavolino di Medjugorje, si dichiarano in genere scettici. Ma coloro che si sono recati sul posto e hanno avuto l'opportunità di esaminare direttamente e anche con sofisticate apparecchiature scientifiche i veggenti, non sono di questo avviso. «Non sappiamo che cosa i veggenti vedono durante l'apparizione», affermano «ma possiamo dire che non mentono».

I veggenti di Medjugorje sono stati sottoposti a ricerche scientifiche di ogni genere. Soprattutto nei primi anni della loro esperienza. Nel periodo in cui fui a Medjugorje, ho potuto consultare i risultati di quelle ricerche e ho anche potuto parlare con diversi medici che le avevano eseguite.

Al tempo dell'inizio delle apparizioni, la regione Bosnia-Erzegovina faceva parte dell'Ex Jugoslavia governata con regime comunista da Tito. La notizia delle apparizione in un paese ateo-comunista, si diffuse subito all'estero. Molte persone cominciarono a recarsi a Medjugorje. La polizia fece di tutto per fermare i pellegrini stranieri, ogni giorno sempre più numerosi, ma senza riuscirci. Tentò con ogni mezzo di convincere i veggenti a dichiarare di essersi inventati tutto. I ragazzi furono sottoposti a lunghi interrogatori intimidatori, rinchiusi in prigione. Ma inutilmente.
Furono le autorità comuniste a ricorrere per prime al giudizio della scienza. Volevano dimostrare che quei ragazzi erano bugiardi, oppure vittime di allucinazioni. Il primo controllo voluto dalla polizia comunista avvenne il 27 giugno 1981, cioè dopo la terza apparizione. Fecero esaminare i ragazzi dal dottor Ante Vujevic, specialista in psichiatria. Il giudizio del medico fu: "Sono perfettamente normali. Sani di corpo e di mente". Il responso irritò le autorità comuniste che ricorsero subito a una specialista di fama: il professor Mulija Dzudza, direttore dell'ospedale psichiatrico di Mostar. Egli eseguì la sua ricerca il 29 giugno all'interno dell'ospedale e il giudizio fu lo stesso: «Questi ragazzi sono sani di corpo e di mente». Le autorità comuniste lasciarono perdere i medici e incarcerarono i veggenti.

Nel 1983, i veggenti furono esaminati dal professor Ludvik Stopar famoso neuropsichiatra slavo. Egli rimase a Medjugorje due settimane ed espose i risultati delle sue ricerche in un dossier. Il giudizio complessivo era identico a quello dei suoi colleghi: "I ragazzi sono normali e sani. Quando asseriscono di vedere la Madonna e di parlare con lei, sono sinceri, non mentono, e nessuno li suggestiona".

Nel 1984 iniziarono le ricerche di équipe di medici, cioè da gruppi di studiosi costituiti da specialisti in diverse discipline mediche. La prima équipe era costituita da quattro medici italiani: Maria Federica Magatti, Luciano Cappello, Mario Botta, Anna Maria Franchini. E anche il loro responso fu positivo.

Subito dopo, arrivò a Medjugorje una équipe di medici francesi guidata dal professor Henry Joyeux dell'Università di Montpellier, che, nel corso del 1984, effettuò quattro sedute di ricerca, sempre con conclusioni positive.

All'inizio del 1985, i medici italiani ripeterono le loro analisi, ampliandole. L'équipe era guidata dal dottor Luigi Frigerio e dal dottor Giacomo Mattalia e le conclusioni furono sempre positive. Arrivarono poi gli specialisti inviati dalla Conferenza episcopale slava, quelli inviati dal Vaticano, celebri ricercatori privati. L'ultimo controllo scientifico risale al 2005, compiuto dal famoso neurologo francese Phillipe Loron, che con la sua equipe composta da cinque specialisti ha ripetuto test scientifici sui veggenti, concludendo, come tutti gli altri ricercatori: «I veggenti sono sani fisicamente e mentalmente e quando dicono di vedere la Madonna non mentono».

«Noi ricercatori», ha spiegato anche recentemente il dottor Mario Botta «non possiamo dire "che cosa" vedono i veggenti durante l'apparizione. Ma possiamo scoprire se mentono. Con le parole, una persona può ingannare anche un medico, uno psichiatra, ma le macchine non possono essere ingannate. Oggi esistono apparecchiature scientifiche sofisticatissime, e con il loro aiuto è possibile penetrare nelle più segrete pieghe della psiche umana e stabilire con certezza se una persona dice la verità o mente. E tutte le ricerche eseguite sui veggenti di Medjugorje durante le apparizioni hanno dimostrato che non mentono».
Questo il risultato delle ricerche scientifiche compiute sul campo, cioè compiute sui veggenti durante le apparizioni. I vari giudizi negativi, che si trovano su giornali e libri, provengono da ricercatori che non hanno mai esaminato direttamente i veggenti.
Come ho detto, la Chiesa, usando come sempre un atteggiamento prudentissimo, non ha ancora mai formulato un giudizio definitivo. Ha però permesso i pellegrinaggi, purché siano privati. Ed ha permesso che i pellegrinaggi possano essere accompagnati da sacerdoti.

Sono innumerevoli i sacerdoti che si sono recati e si recano a Medjugorje. Si è notata anche la presenza di Vescovi e cardinali. Papa Giovanni Paolo II credeva a quelle apparizioni e in varie occasioni espresse questa sua convinzione.

Nel 1987, il Vaticano affidò l'esame degli eventi a una commissione di esperti di varie nazioni, sotto la guida del cardinale Franjo Kuharic, che però non arrivò mai a conclusioni definitive. Con l'elezione a Pontefice di Joseph Ratzinger, teologo rigoroso, severo difensore dell'ortodossia della dottrina cattolica, molti pensarono che il "caso" Medjugorje sarebbe stato definitivamente chiuso. Anche perché nel frattempo si erano verificate vicende poco chiare anche a Medjugorje. Furono coinvolti religiosi che fin dall'inizio erano testimoni storici delle apparizioni. Alcuni furono allontanati, altri condannati.

Nel 2009 circolavano voci di un imminente intervento della Congregazione per la dottrina della Fede che avrebbe sconfessato la soprannaturalità delle apparizioni. Ma, proprio allora accadde un fatto clamoroso. Alla fine di dicembre 2009, il cardinale di Vienna, sua Eminenza Christoph Schönborn, decise di andare in pellegrinaggio sui luoghi delle apparizioni. E decise di andarvi guidando un pellegrinaggio della sua diocesi. Il cardinale è rimasto a Medjugorje sei giorni, ha incontrato i veggenti, ha mangiato a casa di alcuni di loro, ha predicato in chiesa, ha celebrato la messa dell'ultimo dell'anno, tenendo una bellissima omelia. La sua presenza è diventata subito clamorosa. Se ne sono interessati giornalisti, televisioni, agenzia di stampa, e il cardinale non si è sottratto a nessuna domanda. Ha pubblicamente dichiarato il suo entusiasmo spirituale di poter trascorrere una settimana in un luogo così speciale.

Il cardinale Christoph Schönborn è una colonna della Chiesa cattolica, non solo perché arcivescovo di una grande città come Vienna, ma perchè è uno dei più importanti teologi. E' stato prima allievo e poi stretto collaboratore di Joseph Ratzinger. Attualmente, il cardinale di Vienna è membro di vari dicasteri vaticani, ma soprattutto è ancora membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, Congregazione che è deputata a dare giudizi sull'apparizioni di Medjugorie.

La visita del cardinale di Vienna ha rovesciato la situazione su Medjugorje. Il suo comportamento e le sue dichiarazioni hanno chiaramente fatto capire che egli è uno di quelli che credono all'autenticità delle apparizioni. E, senza dubbio, è stata questa visita a suggerire a Benedetto XVI la decisione di un nuovo esame del "caso Medjugorje". Nel marzo 2010. Benedetto XVI ha ha incaricato il cardinale Camillo Ruini, già Vicario di Roma e per anni presidente della Conferenza episcopale italiana, di guidare una commissione internazionale d'inchiesta, allo scopo di arrivare finalmente a una conclusione. La Commissione, formata da una ventina di personalità di spicco, tra le quali alcuni cardinali e vescovi, celebri teologi, ma anche medici e psicologi laici, è al lavoro e le conclusioni potrebbero essere molto vicine.

Fonte : Articolo di Renzo Allegri su AostaOggi.it in data 22 giugno 2011