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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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lunedì 30 luglio 2012

A proposito di Apparizioni



 

Il settimanale bolognese 12Porte ha pubblicato sul suo canale di Youtube un servizio curato da Mons. Andrea Caniato sul documento “Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni” pubblicato sul sito del Vaticano lo scorso maggio 2012  con una prefazione del Cardinal Levada Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede datata 14 dicembre 2011.

Il servizio ha preso lo spunto da tale documento, che a mio parere è stato più che ampiamente pubblicizzato  da blogger, riviste cattoliche, articolisti specializzati,  oltre ad essere pubblicato dall’editrice vaticana ed immediatamente messo in vendita nelle librerie cattoliche, per parlare approfonditamente delle apparizioni mariane in particolare quelle di Medjugorje.

Il servizio ha giustamente chiarito ed avvertito fedeli e ministri ordinati su quest’argomento, illustrando le norme e indicando le linee guida da seguire.

Con questo post vorrei esprimere alcune mie osservazioni su quanto detto senza peraltro contestare i prudenti giudizi del relatore il quale si è giustamente attenuto “ai fatti”.

E tuttavia penso non sia inopportuno allargare un po’ i discorsi fatti.

Norme per procedere nel discernimento

di presunte apparizioni e rivelazioni

Questo documento “fu deliberato dai Padri della Sessione Plenaria della Congregazione, fu approvato dal Servo di Dio Papa Paolo VI il 24 febbraio 1978 e conseguentemente emanato dal Dicastero il giorno 25 febbraio 1978.  A quel tempo le Norme furono inviate alla conoscenza dei Vescovi, senza darne una pubblicazione ufficiale anche in considerazione del fatto che esse riguardano in prima persona i Pastori della Chiesa. Come è noto, con il passare del tempo, il Documento, è stato pubblicato in alcune opere su detta materia, in più di una lingua, ma senza l’autorizzazione previa di questo Dicastero competente. Oggi bisogna riconoscere che i principali contenuti di questo importante provvedimento normativo sono di pubblico dominio”. (cfr. Prefazione alle “Norme”). 

Sempre dalla prefazione delle stesse Norme si afferma che Papa Benedetto XVI ha osservato:

“Il Sinodo ha raccomandato di “aiutare i fedeli a distinguere bene la Parola di Dio dalle rivelazioni private”  il cui ruolo “non è quello... di ‘completare’ la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica”. Il valore delle rivelazioni private è essenzialmente diverso dall’unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede; in essa infatti per mezzo di parole umane e della mediazione della comunità vivente della Chiesa, Dio stesso parla a noi. Il criterio per la verità di una rivelazione privata è il suo orientamento a Cristo stesso. Quando essa ci allontana da Lui, allora essa non viene certamente dallo Spirito Santo, che ci guida all’interno del Vangelo e non fuori di esso. La rivelazione privata è un aiuto per questa fede, e si manifesta come credibile proprio perché rimanda all’unica rivelazione pubblica. Per questo l’approvazione ecclesiastica di una rivelazione privata indica essenzialmente che il relativo messaggio non contiene nulla che contrasti la fede ed i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico, ed i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione. Una rivelazione privata può introdurre nuovi accenti, fare emergere nuove forme di pietà o approfondirne di antiche. Essa può avere un certo carattere profetico  e può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell’ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso. In ogni caso, deve trattarsi di un nutrimento della fede, della speranza e della carità, che sono per tutti la via permanente della salvezza”.

Detto sinteticamente e praticamente: le apparizioni devono essere considerate come fatti “privati” e non “necessari” al cammino della Fede. Tale considerazioni si debbono applicare a tutte le apparizioni, siano esse approvate o meno dalla Chiesa.

Come detto sopra il documento non è stato modificato, ma semplicemente reso pubblico e tradotto ufficialmente in varie lingue allargando le disposizioni sul “discernimento” non solo ai Vescovi, ma anche a tutti i fedeli, ovviamente con le ovvie cautele e precauzioni, in particolare per quest’ultimi.

Medjuguorje = Santuario

La Chiesa di S. Giacomo ed i luoghi circostanti oggetto di devozioni per i pellegrini che si recano a Medjugorje e cioè il Pordbrdo (= Collina delle Apparizioni) e il Kricevac ( = Monte della Croce) non sono stati fino a questo momento canonicamente  come Santuario, questo è vero.

Tuttavia dobbiamo fare qualche considerazione e precisazione.

Nel 1993 Sua Eminenza Card. Dr. Franjo Kuharic, Arcivescovo di Zagabria, si è espresso così:

Noi vescovi, dopo una triennale commissione di studio, accogliamo Medjugorje come luogo di pellegrinaggio e santuario.
Questo vuol dire che non abbiamo nulla in contrario se qualcuno onora la Madre di Dio in una maniera che sia conforme all'insegnamento ed alla dottrina della Chiesa... Pertanto proseguiremo gli studi... La Chiesa non ha fretta.”  ( Glas Koncila, 15 agosto 1993)

Da notare come nel 1993 che Cardinale Kuharić era la massima autorità della Chiesa Cattolica nella ex Jugoslavia e poi in Croazia. Molto paterno e amato da tutti ed assomigliava nei suoi atteggiamenti a Papa GP II.

Ma andiamo più a fondo sulla definizione di santuario.

Il Codice di Diritto Canonico definisce all’art. 1230 cosa debba indentersi per “santuario”: “Col nome di santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l'approvazione dell'Ordinario del luogo”.

E’ indubbio che tale definizione possa applicarsi a Medjugorje. La dichiarazione dell’Arcivescovo di Zagrabia che si esprime non a livello personale, ma a nome dei Vescovi jugoslavi (“Noi vescovi …”) è sufficientemente esaustiva di questo.

Anche se l’attuale Vescovo di Mostar,  Ratko Perić  ( = Ordinario del luogo ), non è favorevole al “fenomeno” Medjugorje, come il suo predecessore, il Vescovo Žanić, comunque non ha emanato disposizioni di divieto di frequentazione di Medjugorje ai fedeli che ivi si recano in pellegrinaggio. Ha solo raccomandato ai fedeli la prudenza  ed ai ministri ordinati ed alle parrocchie di attenersi alle disposizioni della “Dichiarazione di Zara” del 1991.

D’altro canto le norme del Diritto Canonico proseguono con una ulteriore importante precisazione che trascrivo da Giorgio Feliciani, professore di diritto canonico e diritto ecclesiastico nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano:

In ogni caso la definizione adottata ha il pregio di mettere in primo piano una caratteristica del santuario che vale a distinguerlo nettamente da ogni altro luogo sacro, e che, anche nel più vasto ambito delle varie istituzioni canoniche, risulta alquanto eccezionale. La si può descrivere in questi termini: l'origine e la permanenza del santuario non è determinata dalla autorità, ma dalla pietà popolare, ossia dalla devozione della gente, che la induce a mettersi in cammino e a realizzare quel movimento di singole persone, ma più frequentemente di gruppi o anche di intere comunità civili e ecclesiali, che assume il nome di pellegrinaggio. Un fenomeno che - come avverte il documento dedicatogli nel 1998 dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti - oltre ad aver sempre "occupato un posto importante nella vita del cristiano" e costituito "un meraviglioso dono di grazia" per la Chiesa, "nella società contemporanea, caratterizzata da intensa mobilità (…) sta sperimentando un nuovo impulso". Vi è dunque uno strettissimo legame tra pellegrinaggio e santuario poiché - come sottolinea un altro, più recente documento dello stesso Pontificio Consiglio, interamente dedicato a questo luogo di culto - da un lato il santuario fonda la sua esistenza effettiva e la sua qualifica formale sull'afflusso dei pellegrini, e, dall'altro, l'itinerario dei pellegrini ha normalmente come "meta visibile" un santuario.

Un santuario è dunque qualificato e riconosciuto come tale innanzitutto e soprattutto dalla volontà popolare - meglio: dal consensus fidelium - manifestata dall'afflusso dei pellegrini che, in quanto pratica di pietà personale, non richiede di per sé alcuna autorizzazione. Di conseguenza è necessario ammettere l'esistenza di santuari per così dire "di fatto", tanto più che questa è la condizione di tutti i santuari prima che intervenga l'approvazione dell'ordinario del luogo. Non sorprende quindi che la Conferenza episcopale italiana (Cei) non abbia avuto difficoltà a riconoscere che vi sono santuari di fatto per così dire permanenti. Ha infatti precisato: "la denominazione 'santuario' in senso lato può essere conservata, per motivi storici e tradizionali, anche per quelle chiese e luoghi che non siano qualificati santuario in senso strettamente giuridico a norma dei cann. 1230-1234" (cfr Istruzione in materia amministrativa, 1 aprile 1992, n. 103, in Enchiridion della Conferenza Episcopale Italiana, 1985 ss., V, p. 366.”.

Penso che queste considerazioni non possano non applicarsi ai pellegrinaggi a Medjugorje anche solo per il fatto che i pellegrini si recano in quel luogo per devozione alla Madonna, per pregare il S. Rosario, per assistere alla S. Messa e per accostarsi al Sacramento della Riconciliazione, con evidente presenza ed evidenza di conversioni del quali tutti danno attestazione e riconoscimento.

Da notare come la frase dell’arcivescovo di Zagabria sia riportata fedelmente sul sito web della Parrocchia di S. Giacomo a Medjugorje

http://www.medjugorje.hr/it/fenomeno-di-medjugorje/guida/

non illecitamente, ma pubblicamente  perchè ovviamente sarà stata “visionata” dal Vescovo di Mostar che l’avrebbe ovviamente fatta cancellare in caso di sua disapprovazione.

 

Cosa dice la Chiesa: la cosiddetta “Dichiarazione di Zara” del 1991

Le determinazioni della Chiesa su Medjugorje – tanto per attenerci ai “fatti” sono da riferirsi alle deliberazioni prese dalla Conferenza Episcopale Jugoslava tenutasi a Zara nel 1991 e che riporto integralmente:

 

DICHIARAZIONE

I vescovi sin dall'inizio seguono le apparizioni di Medjugorje tramite il vescovo della diocesi, la commissione episcopale e la commissione della conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje.

Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali.

Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vali luoghi e spinti da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell'attenzione e della cura pastorale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in armonia con l'insegnamento della Chiesa.

A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje.

Zara, 10 aprile 1991
I vescovi jugoslavi

 

Da ciò si evince un principio assai importante alla luce delle citate “Norme” in principio del post: non constat de supernaturalitate”.

Su questa definizione ci si è sbizzarriti sul definirla un giudizio negativo o positivo.

Penso – non credo a torto – che siano decisive le considerazioni espresse subito dopo nella “Dichiarazione”: “A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje.”

Il che equivale senza dubbio ad un giudizio sospeso sino a quando non interverranno altri fatti che possano modificare in un senso o nell’altro tale valutazione.

 

Successivamente il vescovo di Langres in Francia, monsignor Léon Taverdet si è rivolto alla sede apostolica il 14 febbraio 1996 per chiedere quale fosse la posizione della Chiesa relativamente alle apparizioni di Medjugorje e se fosse consentito recarsi in pellegrinaggio in quel luogo. La Congregazione della Santa Sede per la dottrina della fede ha dato la propria risposta il 23 marzo 1996 tramite il proprio segretario Tarcisio Bertone:

Da quanto appena detto consegue che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati nè a livello parrocchiale, nè diocesano, poichè questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta dichiarazione”.

 

Quanto affermato dal Cardinal Bertone (ricordo che era Segretario Della Congregazione a cui era a capo il Cardinal Ratzinger) era stato confermato anche dalla Conferenza Episcopale Jugoslava tenuta a Sarajevo nel 1996 (ed alla quale partecipava anche il Vescovo Perić):

“Il 2 e 3 luglio 1996 a Sarajevo si è tenuta la VI. sessione della Conferenza Episcopale della Bosnia ed Erzegovina. Vi hanno partecipato tutti i suoi membri: il presidente, Cardinale Vinko Puljic, il vescovo di Banja Luka Franjo Komarica, il vescovo di Mostar Ratko Peric ed il vescovo ausiliario di Sarajevo Pero Sudar. Di questa seduta riportiamo solo il testo relativo all'apparizione della Vergine nella parrocchia di Medjugorje.

"Il Vescovo di Mostar ha informato la conferenza sulle lettere ufficiali della Congregazione per la dottrina della fede inviate a due vescovi francesi in merito ai pellegrinaggi a Medjugorje. Nelle lettere si dice tra le altre cose che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati nè a livello parrocchiale, nè diocesano, poichè questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella propria dichiarazione del 10 aprile 1991 (cfr. Glas Koncila, 30-6-1996). I vescovi hanno preso atto di questa posizione della Chiesa per la gestione delle proprie diocesi."

La fonte di queste notizie è il sito ufficiale della  Parrocchia di S. Giacomo a Medjugorje che come già detto è sotto il diretto controllo della Diocesi di Mostar.

 

Come si avrà avuto modo di notare ai fedeli è raccomandata la prudenza e di dar ascolto i consigli dei propri pastori; le parrocchie o le diocesi non potranno con i loro ministri ordinati organizzare pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje intesa come luogo di apparizione della Vergine,  in quanto sarebbero in contrasto con la Dichiarazione di Zara.

Conclusioni pratiche

Sono giunto alla fine di queste osservazioni. Penso di poter concludere sinteticamente, appoggiandomi esclusivamente ai “fatti” e non a opinioni “personali”: 

  1. Tutta la materia è rinviata alla “Dichiarazione di Zara”, che lascia la porta aperta a future indagini
  2. Nel frattempo essa permette i pellegrinaggi privati con accompagnamento pastorale dei fedeli
  3. I pellegrinaggi e l'accompagnamento pastorale a livello parrocchiale o diocesano sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa
  4. Attendiamo con fiducia e disponibilità le decisioni della Commissione presieduta dal Cardinal Ruini  e voluta da Papa Benedetto XVI
  5. Nel frattempo tutti i pellegrini cattolici possono tranquillamente e serenamente recarsi a Medjugorje

E’ tuttavia indubbio come fra i fedeli si siano create due opposte “fazioni” che sono pro o contro i “presunti veggenti” le “presunte apparizioni “, i “presunti" messaggi”.

In particolare e riferendomi ai “presunti veggenti”, personalmente ritengo che essi non sono certamente “in odore di santità” come taluni detrattori spesso sottolineano ai “fautori “ di Medjugorje. Personalmente credo, e gli stessi lo attestano nelle loro testimonianze pubbliche da oltre 31 anni, che essi stiano effettuano come noi tutti il loro personale “cammino nella fede” e come tali soggetti ad errori come noi tutti. L’unica cosa che li distingue è – nel limite che si può dare a questa privata affermazione di umana testimonianza– che essi hanno il “dono” ricevuto di riportare/dare/diffondere i  “presunti messaggi ricevuti della Madonna”.

Sarebbe assai opportuno quindi per concludere che nei rapporti con i fedeli, come dice il Vescovo di Alessandria Mons Versaldi  "Bisogna evitare sia l'estremismo di chi dà per scontata l'autenticità delle apparizioni a Medjugorje e parla ed agisce come se la Chiesa ne avesse già ammessa l'origine soprannaturale sia l'estremismo opposto di chi vorrebbe impedire che dei fedeli si riuniscano e preghino la Madonna secondo l'insegnamento della Chiesa (preghiere, penitenza, digiuno, opere di carità) e che dei sacerdoti li possano assistere ed aiutare in questa pratica devozionale privata."

giovedì 26 luglio 2012

Breve commento di Padre Livio al Messaggio del 25 luglio 2012

 

Cari amici,

la Madonna sa che viviamo in una società che è senza gioia e senza futuro, perchè ha rinunciato alla salvezza che viene da Dio e vuole servirsi di noi per riportare nei cuori la speranza.

Ci chiede perciò di ricordarci chi siamo, figli di Dio e di esserne fieri, e di chiedere a Lui la forza per portar in questo mondo la pace e la bontà.

E' una grande responsabilità che ci viene affidata e dalla nostra riposta dipende la salvezza di molte anime e il futuro della nostra generazione.

Siano lodati Gesù e Maria.

Buona giornata .

 

Padre Livio

Fonte: Radio Maria Facebook

Messaggio del 25 luglio 2012

"Cari figli!
Oggi vi invito al bene. Siate portatori di pace e di bontà in questo mondo. Pregate che Dio vi dia la forza affinche' nel  vostro cuore e nella vostra vita regnino sempre la speranza e la fierezza perchè siete figli di Dio e portatori della Sua speranza in questo mondo che è senza gioia nel cuore e senza futuro perchè non ha il cuore aperto verso Dio, vostra salvezza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

mercoledì 25 luglio 2012

San Giacomo (il Maggiore)

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Detto il Maggiore (per distinguerlo dall'omonimo apostolo detto il Minore), Giacomo figlio di Zebedeo e Maria Sàlome e fratello dall'apostolo Giovanni Evangelista, nacque a Betsàida.
Fu presente ai principali miracoli del Signore (Mc 5,37), alla Trasfigurazione di Gesù sul Tabor (Mt 17,1.) e al Getsemani alla vigilia della Passione. Pronto e impetuoso di carattere, come il fratello, con lui viene soprannominato da Gesù «Boànerghes» (figli del tuono) (Mc 3,17; Lc 9,52-56).
Primo tra gli apostoli, fu martirizzato con la decapitazione in Gerusalemme verso l'anno 43/44 per ordine di Erode Agrippa. Il sepolcro contenente le sue spoglie, traslate da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto al tempo di Carlomagno, nel 814.
La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medioevali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata. (Avvenire)

E’ il Patrono dei Pellegrini.

Anche la Chiesa Parrocchiale festeggia la Solennità di  San Giacomo, Patrono della Parrocchia di Medjugorje.
Le Sante Messe nella Chiesa parrocchiale saranno celebrate alle ore 7:00, 8:00 ed alle ore 19:00, mentre la Celebrazione centrale – ovvero la Santa Messa Solenne che si svolgerà alle ore 11:00 presso il luogo in cui sono ubicate le fondamenta dell’antica Chiesa parrocchiale - verrà presieduta da fra Stanko Dodig, membro dell’Ordine dei Frati Cappuccini e originario di Medjugorje.
La Processione con la statua del Santo partirà dalla Chiesa alle ore 10:45. Quest’anno il Simulacro verrà trasportato da rappresentanti delle frazioni Čilići e Šego. Il programma di preghiera serale sarà quello consueto: alle ore 18:00 ci sarà la preghiera del Rosario ed alle ore 19:00 la Santa Messa. La Parrocchia di Medjugorje fu fondata nel 1892 e venne dedicata a San Giacomo, Patrono dei pellegrini, fin dalla sua costituzione.

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Vecchia immagine della Chiesa di S. Giacomo

La prima chiesa parrocchiale fu costruita nel 1897, immediatamente dopo la costituzione della parrocchia (1892). Era grande e bella per l'epoca, ma purtroppo costruita su un terreno instabile. Poichè depressioni di terreno avevano rapidamente causato fenditure, fu dunque ripresa in questione, fin dalla fine della prima guerra mondiale, l’eventualità di costruire una nuova chiesa. I lavori sono durati dal 1934 al 19 gennaio 1969, giorno della sua consacrazione.

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La Chiesa di S. Giacomo oggi

Il parco all'interno della rotonda ad est del santuario ricorda il luogo dove si trovava la vecchia chiesa parrocchiale.

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Il luogo ove era costruita la vecchia Chiesa parrocchiale
La chiesa di San Giacomo è oggi il centro ed il focolare della vita sacramentale e della vita di preghiera non soltanto per i parrocchiani, ma anche per i pellegrini.  Nuove necessità apparse con l’arrivo dei pellegrini spiegano le ristrutturazioni continue della chiesa e dei suoi dintorni.

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Interno della Chiesa di S. Giacomo

L’altare esterno costruito nel 1989, e l’area che lo circonda (con circa 5000 posti a sedere), vengono utilizzati per i raduni estivi e per le grandi feste che richiamano a Medjugorje decine di migliaia di pellegrini.

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Zona circostante l’altare estero della Chiesa di S. Giacomo

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Altare esterno della Chiesa di S. Giacomo

 

Fonte: Sito Ufficiale della Parrocchia di Medjugorje

Questa sera in S. Salvatore Veglia di Preghiera per il messaggio mensile

02 Bologna, Chiesa di San Salvatore

Questa sera, come ogni mese, in unione a tutti i gruppi di preghiera nello spirito di Medjugorje, di Bologna e tutta l'Italia in attesa del Messaggio da Medjugorje, veglia di preghiera aperta a tutti, ogni 25 del mese alle ore 20,45 nella Chiesa del SS. Salvatore largo Cesare Battisti Bologna, con Adorazione del Santissimo Sacramento e recita del Santo Rosario con la presenza e guida del sacerdote P. Roberto Viglino

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Con l’occasione ricordo anche gli altri appuntamenti del Gruppo di Preghiera Regina della Pace:

  • Giovedi 26 luglio: consueta Veglia di Preghiera  settimanale alle ore 20:30  presso la Chiesina  di  Padre Marella in Via del Lavoro, 13 a Bologna
  • Sabato 28 luglio: consueto pellegrinaggio mensile al Santua-rio della Madonna di S. Luca con partenza dal Meloncello alle ore 08:10: preghiera delle prime tre parti del S. Rosario salendo a piedi al Santuario, S. Messa alle ore 09:30 nella cripta e quindi discesa pregando l’ultima parte del S. Rosario

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mercoledì 18 luglio 2012

Urazian al Sgnaur, ala Madòna, ai Sant

 

San Ptròni

Urazian al Sgnaur, ala Madòna, ai Sant. La preghiera in dialetto bolognese. È il titolo di un curioso volumetto reperibile in libreria. In questo libro troverete preghiere e sermoni dialettali di Bologna e dintorni: per ogni pezzo è indicato il nome del ricercatore e dell'informatore, nonché quello della località, per cui il volume si può utilizzare anche per studiare la parlata di vari luoghi della nostra provincia (nonché di Castelfranco e Piumazzo, nonostante i due paesi siano stati aggregati alla provincia di Modena negli anni '20 del '900).

 

L'introduzione di Roberto Serra spiega la metodologia e ci sono delle belle riproduzioni di santini tratti dalla collezione di Enrico Pagani.

La presentazione del libro, pubblicato da Pendragon che ormai si può considerare "l'editore ufficiale del dialetto", si terrà il 24 luglio 2012. Ce ne parla Roberto Serra, uno dei curatori.

 

domenica 15 luglio 2012

Omelia del Santo Padre Benedetto XVI a Frascati il 15 luglio 2012

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Cari fratelli e sorelle!


Sono molto lieto di essere oggi in mezzo a voi per celebrare questa Eucaristia e per condividere gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa Comunità diocesana. Saluto il Signor Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato e titolare di questa Diocesi. Saluto il vostro Pastore, Mons. Raffaello Martinelli, e il Sindaco di Frascati, ringraziandoli per le cortesi parole di benvenuto con cui mi hanno accolto a nome di tutti voi. Sono lieto di salutare il Signor Ministro, i Presidenti della Regione e della Provincia, il Sindaco di Roma, gli altri Sindaci presenti e tutte le distinte Autorità.
E sono molto felice di celebrare oggi con il vostro vescovo questa Messa. Come egli ha detto è stato per più di venti anni per me un fedelissimo e molto capace collaboratore nella Congregazione per la Dottrina della Fede, dove ha lavorato soprattutto nel settore del catechismo e della catechesi con grande silenzio e discrezione: ha contribuito al Catechismo della Chiesa cattolica e al Compendio del Catechismo. In questa grande sinfonia della fede anche la sua voce è molto presente.
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù prende l’iniziativa di inviare i dodici Apostoli in missione (cfr Mc 6,7-13). In effetti il termine «apostoli» significa proprio «inviati, mandati». La loro vocazione si realizzerà pienamente dopo la risurrezione di Cristo, con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. Tuttavia, è molto importante che fin dall’inizio Gesù vuole coinvolgere i Dodici nella sua azione: è una specie di «tirocinio» in vista della grande responsabilità che li attende.
Il fatto che Gesù chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione, manifesta un aspetto del suo amore: cioè Egli non disdegna l’aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati. Gesù li manda a due a due e dà loro istruzioni, che l’Evangelista riassume in poche frasi. La prima riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere attaccati al denaro e alla comodità. Gesù poi avverte i discepoli che non riceveranno sempre un’accoglienza favorevole: talvolta saranno respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati. Ma questo non li deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesù e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo. Il successo lo lasciano a Dio.
La prima Lettura proclamata ci presenta la stessa prospettiva, mostrandoci che gli inviati di Dio spesso non vengono accolti bene. Questo è il caso del profeta Amos, mandato da Dio a profetizzare nel santuario di Betel, un santuario del regno d’Israele (cfr Am 7,12-15). Amos predica con grande energia contro le ingiustizie, denunciando soprattutto i soprusi del re e dei notabili, soprusi che offendono il Signore e rendono vani gli atti di culto. Perciò Amasia, sacerdote di Betel, ordina ad Amos di andarsene. Egli risponde che non è stato lui a scegliere questa missione, ma il Signore ha fatto di lui un profeta e lo ha inviato proprio là, nel regno d’Israele. Pertanto, sia che venga accettato sia che venga respinto, egli continuerà a profetizzare, predicando ciò che Dio dice e non ciò che gli uomini vogliono sentirsi dire. E questo rimane il mandato della Chiesa: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti. Il loro criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano.
Similmente, nel Vangelo, Gesù avverte i Dodici che potrà accadere che in qualche località vengano rifiutati. In tal caso dovranno andarsene altrove, dopo aver compiuto davanti alla gente il gesto di scuotere la polvere sotto i piedi, segno che esprime il distacco in due sensi: distacco morale – come dire: l’annuncio vi è stato dato, siete voi a rifiutarlo – e distacco materiale – non abbiamo voluto e non vogliamo nulla per noi (cfr Mc 6,11).
L’altra indicazione molto importante del brano evangelico è che i Dodici non possono accontentarsi di predicare la conversione: alla predicazione si deve accompagnare, secondo le istruzioni e l’esempio Gesù, la cura dei malati. Cura dei malati corporale e spirituale. Parla delle guarigioni concrete delle malattie, parla anche dello scacciare i demoni, cioè purificare la mente umana, pulire, pulire gli occhi dell’anima che sono oscurati dalle ideologie e perciò non possono vedere Dio, non possono vedere la verità e la giustizia. Questa duplice guarigione corporale e spirituale è sempre il mandato dei discepoli di Cristo. Quindi la missione apostolica deve sempre comprendere i due aspetti di predicazione della parola di Dio e di manifestazione della sua bontà con gesti di carità, di servizio e di dedizione.
Cari fratelli e sorelle, rendo grazie a Dio che mi ha mandato oggi a ri-annunciarvi questa Parola di salvezza! Una Parola che è alla base della vita e dell’azione della Chiesa, anche di questa Chiesa che è in Frascati. Il vostro Vescovo mi ha informato circa l’impegno pastorale che maggiormente gli sta a cuore, che è in sostanza un impegno formativo, rivolto prima di tutto ai formatori: formare i formatori.
E’ proprio quello che ha fatto Gesù con i suoi discepoli: li ha istruiti, li ha preparati, li ha formati anche mediante il «tirocinio» missionario, perché fossero in grado di assumere la responsabilità apostolica nella Chiesa. Nella comunità cristiana, questo è sempre il primo servizio che i responsabili offrono: a partire dai genitori, che nella famiglia compiono la missione educativa verso i figli; pensiamo ai parroci, che sono responsabili della formazione nella comunità, a tutti i sacerdoti, nei diversi campi di lavoro: tutti vivono una prioritaria dimensione educativa; e i fedeli laici, oltre al ruolo già ricordato di genitori, sono coinvolti nel servizio formativo con i giovani o gli adulti, come responsabili nell’Azione Cattolica e in altri movimenti ecclesiali, o impegnati in ambienti civili e sociali, sempre con una forte attenzione alla formazione delle persone.
Il Signore chiama tutti, distribuendo diversi doni per diversi compiti nella Chiesa. Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all’impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società. Importante è che la ricchezza dei doni trovi piena accoglienza, specialmente da parte dei giovani; che si senta la gioia di rispondere a Dio con tutto se stessi, donandola nella via del sacerdozio e della vita consacrata o nella via del matrimonio, due vie complementari che si illuminano a vicenda, si arricchiscono reciprocamente e insieme arricchiscono la comunità. La verginità per il Regno di Dio e il matrimonio sono entrambe vocazioni, chiamate di Dio a cui rispondere con e per tutta la vita. Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere. Come Maria: Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola (cfr Lc 1,38).
Anche qui, nella comunità diocesana di Frascati, il Signore semina con larghezza i suoi doni, chiama a seguirlo e a prolungare nell’oggi la sua missione. Anche qui c’è bisogno di una nuova evangelizzazione, e per questo vi propongo di vivere intensamente l’Anno della Fede che inizierà ad ottobre, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. I Documenti del Concilio contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane, per la formazione della nostra coscienza. Quindi leggetelo, leggete il Catechismo della Chiesa cattolica e così riscoprite la bellezza di essere cristiani, di essere Chiesa di vivere il grande «noi» che Gesù ha formato intorno a sé, per evangelizzare il mondo: il «noi» della Chiesa, mai chiuso, ma sempre aperto e proteso all’annuncio del Vangelo.
Cari fratelli e sorelle di Frascati! Siate uniti tra voi e al tempo stesso aperti, missionari. Rimanete saldi nella fede, radicati in Cristo mediante la Parola e l’Eucaristia; siate gente che prega, per rimanere sempre legati a Cristo, come tralci alla vite, e al tempo stesso andate, portate il suo messaggio a tutti, specialmente ai piccoli, ai poveri, ai sofferenti. In ogni comunità vogliatevi bene tra voi, non siate divisi ma vivete da fratelli, perché il mondo creda che Gesù è vivo nella sua Chiesa e il Regno di Dio è vicino.
I Patroni della Diocesi di Frascati sono due Apostoli: Filippo e Giacomo, due dei Dodici. Alla loro intercessione affido il cammino della vostra Comunità, perché si rinnovi nella fede e ne dia chiara testimonianza con le opere della carità. Amen.

Video Apparizione a Mirjana 18 Marzo 1996 a Medjugorje

 

Bellissimo video dell’Apparizione a Mirjana 18 Marzo 1996 a Medjugorje; nel video anche Padre Slavko Barbaric che legge e spiega il Messaggio appena ricevuto da Mirjana.

Questo era il testo del messaggio:

Messaggio del 18 marzo 1996 (Mirjana)
Cari figli! Desidero che riflettiate a lungo sul messaggio che oggi vi dono attraverso la mia ancella. Figli miei, grande è l’amore di Dio! Non chiudete gli occhi, non tappatevi le orecchie quando vi ripeto che grande è l’amore di Dio! Ascoltate il mio invito, ascoltate la supplica che oggi vi rivolgo. Consacrate il vostro cuore a Dio e fate di esso la dimora di Dio! Che Dio vi abiti per sempre! I miei occhi ed il mio cuore saranno qui anche quando non apparirò più. Agite in ogni momento come vi ho chiesto di fare così che io possa condurvi a Dio. Non respingete il nome di Dio per non essere rigettati anche voi!. Accogliete i miei messaggi così da poter essere accolti anche voi! Decidetevi, figlioli miei: questo è il momento di decidersi! Abbiate un cuore giusto ed innocente affinché io possa condurvi a Dio vostro Padre. È proprio grazie al suo grande amore che io sono oggi sono qui. Grazie per essere venuti!


 
 

Fonte: Radio Maria Facebook

sabato 14 luglio 2012

Apparizione starordinaria del 13 luglio 2012 a Ivan alla Croce Blu alle ore 22:00

 

Ivan ha detto:

«Ciò che è più importante dell’incontro di stasera con la Madonna è che la Madonna è venuta a noi stasera molto gioiosa e felice e all’inizio, come sempre, ha salutato tutti noi col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei”.

Poi ha steso le mani ed ha pregato per un tempo prolungato qui su tutti noi e poi la Madonna ha pregato particolarmente stasera per tutti i sacerdoti che sono qui agli esercizi spirituali, ha pregato in particolare per loro e per le loro intenzioni.

Poi la Madonna ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto ciò che avete portato perché fosse benedetto.

Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie e in modo particolare i malati.

Poi la Madonna ha continuato a pregare in particolare per i sacerdoti e per le vocazioni nella Chiesa.

Poi se n’è andata in preghiera, se n’è andata nel segno della luce e della croce con il saluto:

“Andate in pace, cari figli miei”».

 

Fonte: Radio Maria Facebook

venerdì 13 luglio 2012

Apparizione straordinaria a Ivan questa sera alla Croce Blu alle ore 22:00

 
Carissimi, Krizan ci ha comunicato che stasera, Venerdì 13 Luglio 2012, Ivan avrà una apparizione straordinaria alla Croce Blu alle ore 22:00.
Uniamoci in preghiera!
Fonte: IdM (aposto21)

mercoledì 11 luglio 2012

Precisazioni su Medjugorje

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L’oggetto del post non deve indurre a trarre errate conclusioni o congetture.

Ho voluto riportarlo sul Blog in quanto spesso si assiste sulla stampa, ma anche in purtroppo talvolta quotidiane occasioni nelle nostre parrocchie,  a “dispute” – per così dire – pro o contro Medjugorje e – ancor peggio – di scontro fra parrocchiani sul credere o meno alle “apparizioni”.

Per questo motivo trascrivo qui di seguito il testo delle “precisazioni” pubblicate dal Vescovo di Alessandria l’anno scorso su quest’argomento, precisazioni e consigli che mi sembrano significativi ed esemplari per tutti, in quanto denotano una saggezza pastorale che sarebbe sempre auspicabile questi casi.

16/06/2011

Precisazioni su Medjugorje di mons. Versaldi

Siccome anche nella diocesi di Alessandria alcuni fedeli e gruppi di fedeli sono interessati agli avvenimenti che capitano dal 1981 a Medjugorje e per questo vanno colà in pellegrinaggio e si incontrano qui per praticare la loro devozione mariana e poiché ultimamente in questi incontri a volte è presente qualche presunta veggente e, si dice, sia avvenuta anche qualche apparizione della Madonna all'interno di una Chiesa, alla presenza di sacerdoti, ritengo opportuno chiarire il mio pensiero di Vescovo, responsabile della Chiesa locale.

Due sono i livelli della questione:

1) Innanzitutto la posizione della Chiesa gerarchica sui fatti di Medjugorje, che si può così riassumere: circa l'autenticità delle apparizioni della Madonna in quella località della ex-Jugoslavia, è stata recentemente costituita dalla S. Sede una Commissione per l'esame di questi avvenimenti, dopo che la Conferenza dei Vescovi di quella regione nel 1991 aveva dichiarato che “sulla base delle indagini finora condotte non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali”. Su istanza di alcuni Vescovi, la Congregazione per la dottrina della fede è intervenuta due volte con lettere dell'allora Segretario S.E. Tarcisio Bertone: nel 1996 per dire che, essendo ancora sospesa la valutazione della Chiesa, “i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine non possono essere organizzati né a livello parrocchiale né diocesano, poiché questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai Vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta dichiarazione”. Tuttavia, “i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje spinti dalla fede e da altri motivi richiedono l'attenzione pastorale del Vescovo della diocesi, ma anche di altri Vescovi, affinché a Medjugorie. possa essere incoraggiata una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa”.

In una seconda lettera del 1998 lo stesso Mons. Bertone precisava che la dichiarazione dei Vescovi della ex-Jugoslavia non poteva essere intesa come una pronuncia definitiva e tanto meno che essa esprimesse la prova della falsità delle apparizioni (secondo l'opinione personale del Vescovo di Mostar) e concludeva che “per quanto riguarda i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa”.

Da allora la situazione non è cambiata se non per il fatto che, come accennato, ora è stata costituita una Commissione da parte della S. Sede che sta operando il discernimento. Dunque, si deve ritenere che la Chiesa non ha ancora pronunciato una sua valutazione sull'autenticità né sulla falsità delle apparizioni a Medjugorje e, per quanto riguarda i pellegrinaggi sono leciti quelli privati purché non comportino un'autenticazione degli avvenimenti ancora sotto giudizio. Pertanto i sacerdoti non possono organizzarli né a livello parrocchiale né a livello diocesano, ma possono assistere i fedeli che privatamente là si recano. E' ovvio che i sacerdoti, a maggior ragione, non possono in alcun modo pronunciarsi su quegli avvenimenti o fare gesti che implicitamente ne avvalorino l'autenticità prima che vi sia un pronunciamento ufficiale della Chiesa.

2) La seconda questione riguarda quanto è avvenuto e può avvenire nelle Chiese locale e, per quanto ci riguarda nella diocesi di Alessandria. I documenti citati non dicono nulla circa gli incontri fuori da Medjugorje che invece si sono moltiplicati e, a volte, con la presenza delle presunte veggenti. Tuttavia, devono essere tenuti fermi gli stessi criteri: non si può proibire che dei fedeli privatamente si riuniscano per praticare la devozione mariana ed anche che sacerdoti li assistano e guidino nella medesima devozione “in armonia con l'insegnamento della Chiesa” purché non dicano o facciano gesti che possono essere considerati “come autenticazione degli avvenimenti in corso”. Come Vescovo ho tenuto e consigliato, finora privatamente, questa posizione. Pertanto non corrisponde a verità che io abbia “auspicato” incontri pubblici in presenza di una presunta veggente e tanto meno mi sia pronunciato circa una “apparizione” ivi avvenuta: il mio rifiuto all'invito di intervenire a tale incontro (anche se fatto in maniera cortese) dimostra inequivocabilmente la mia posizione in linea con i criteri della S. Sede. Chiedo ai sacerdoti di attenersi alle medesime direttive e di evitare, anche in buona fede, di turbare la consolidata devozione mariana di questa Chiesa locale. Chiedo anche ai sacerdoti di non prestarsi a raccolte di offerte durante celebrazioni all'interno delle nostre Chiese a favore di persone private (anche se presunte veggenti) e destinate ad opere private onde evitare strumentalizzazioni e sospetti.

In conclusione: bisogna evitare sia l'estremismo di chi dà per scontata l'autenticità delle apparizioni a Medjugorje e parla ed agisce come se la Chiesa ne avesse già ammessa l'origine soprannaturale sia l'estremismo opposto di chi vorrebbe impedire che dei fedeli si riuniscano e preghino la Madonna secondo l'insegnamento della Chiesa (preghiere, penitenza, digiuno, opere di carità) e che dei sacerdoti li possano assistere ed aiutare in questa pratica devozionale privata. Ricordo, infine, che in ogni caso il centro della vita cristiana rimane Cristo e che l'autentica devozione mariana porta a Lui e non ha bisogno di altri avvenimenti straordinari per essere praticata ed incrementata. Solo così, qualunque sia il pronunciamento finale della Chiesa (che fa bene ad essere prudente e rigorosa) non saranno turbati gli animi dei fedeli e la pace nelle nostre comunità ecclesiali.

+ Giuseppe Versaldi

Vescovo di Alessandria
Alessandria, 16 giugno 2011

Fonte: Diocesi di Alessandria

martedì 10 luglio 2012

Video Mirjana ai pellegrini, 3 luglio 2012



Commento di Padre Livio al messaggio del 2 luglio 2012

“Figli miei, di nuovo vi prego maternamente di fermarvi un momento e di riflettere su voi stessi e sulla transitorietà di questa vostra vita terrena. Poi riflettete sull’eternità e sulla beatitudine eterna. Voi cosa desiderate, per quale strada volete andare? L’amore del Padre mi manda affinché sia per voi mediatrice, affinché con materno amore vi mostri la via che conduce alla purezza dell’anima, di un’anima non appesantita dal peccato, di un’anima che conoscerà l’eternità. Prego che la luce dell’amore di mio Figlio vi illumini, che vinciate le debolezze e usciate dalla miseria. Voi siete miei figli e io vi voglio tutti sulla via della salvezza. Perciò, figli miei, radunatevi intorno a me, affinché possa farvi conoscere l’amore di mio Figlio ed aprire così la porta della beatitudine eterna. Pregate come me per i vostri pastori. Di nuovo vi ammonisco: non giudicateli, perché mio Figlio li ha scelti. Vi ringrazio”.

 

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 luglio 2012

Questo messaggio della Regina della Pace, dato il 2 luglio attraverso la veggente Mirjiana, è in continuità con quelli precedenti, in quanto la Madonna ancora una volta, mi pare già per la terza volta, parla della porta del Paradiso verso la quale Lei stessa ci vuole condurre e che Lei stessa vuole aprire.

In questo modo la Madonna manifesta qual è il motivo per cui è qui, scende ogni giorno dal Cielo sulla terra, è qui da così tanto tempo.

Il Suo primo obiettivo è quello di portare le anime in Cielo, che è la meta per la quale sono state create, perché Dio ci ha creati per conoscerLo e amarLo in questa vita e per condurci in Paradiso.

La Madonna mette in luce soprattutto questa che è la cosa più importante, cioè la salvezza eterna dell’anima in un tempo in cui, come ha detto a Fatima e poi ha ripetuto a Medjugorje, molti vanno all’inferno, cioè molti si perdono.

Si perdono nella fiera delle vanità, si perdono nel peccato, per cui la Madonna ha detto: “verso lacrime di sangue per ogni mio figlio che si perde nel peccato”, e si perdono nella palude del male e si perdono a causa delle insidie dell’ingannatore che li attira a sé con le false gioie, le false luci, la falsa prospettiva di una vita, dove si pretende di essere felici senza Dio. Il che è un inganno, è l’inganno degli inganni!

Ovviamente la Madonna è qui prima di tutto per questo obiettivo, cioè perché possiamo essere partecipi del Regno di Dio.

Non c’è dubbio che in questo modo realizza anche l’altro obiettivo che è un tempo di pace, di prosperità per quanto riguarda il futuro dell’umanità, cioè è qui per realizzare ciò che Gesù aveva detto nel Vangelo: “cercate prima il Regno di Dio e la salvezza eterna della vostra anima e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”.

Al contrario, come ha detto la Madonna, per chi vive nel mondo senza Dio non c’è né felicità né futuro né salvezza eterna.

Queste sono le due possibilità che abbiamo davanti.

La Madonna approfitta in questo mese di luglio, non sarebbe la prima volta, perché sa che questo mese per molti è il mese del riposo, luglio ed agosto sono i mesi dove la gente si ritaglia un tempo di vacanze, di riposo dal lavoro, e dice: ”fermatevi un momento e riflettete su voi stessi, riflettete sulla vita che passa, dove tutto passa, tutto crolla, tutto è effimero e ingannatore”, e nel medesimo tempo rivolgete lo sguardo verso l’Alto, verso la Luce, la Gioia, la Pace, la Beatitudine Eterna.

La Madonna ci dice: “riflettete allora su queste due strade, la via del bene e la via del male, la via della salvezza e la via della perdizione, la via della rovina”. E dice: “Io sono qua perché l’Amore del Padre mi ha inviato, per aiutarvi con il Mio Amore Materno a far sì che voi usciate dalla palude del peccato, spezziate le catene del male, perché purifichiate il cuore e la vostra anima appesantita”, non solo appesantita, “ma indebolita, corrosa dal male e dal peccato, la vostra anima che è stata creata per conoscere e amare Dio e quindi è un’anima che è predestinata a conoscere l’Eternità”.

Quindi la Madonna ci dice perché è qua. Innanzitutto perché noi ci convertiamo, ci liberiamo dal male, dal maligno, purifichiamo i nostri cuori la nostra anima, ci eleviamo al Cielo, contempliamo la meta verso la quale dobbiamo tendere con tutte le nostre forze.

In che modo cari amici? Radunandoci intorno alla Madonna: “Perciò figli miei radunatevi intorno a Me”, perché Lei ci fa conoscere l’Amore di Suo Figlio, Lei prega perché la Luce di Suo Figlio ci illumini e ci dia la forza per superare le nostre debolezze e perché usciamo dalle nostre miserie e così Lei stessa ci porti alla soglia del Cielo e ci apra la porta del Paradiso.

La Madonna ci vuole assolutamente tutti in Paradiso, come ha detto già un’altra volta: “vi voglio tutti con Me in Paradiso”.

E quale sarebbe l’alternativa?

Con il maligno per sempre.. all’inferno! Una delle due.

Ma già quest’opzione è fatta in questa vita e cioè impostare la vita sulla via della santità, della purezza, della conversione seguendo la Madonna, facendoci guidare da Lei verso il Cuore di Gesù e con la Sua Grazia combattere ogni giorno, nel nostro combattimento spirituale, senza mai stancarci, senza scoraggiarci.

Ogni giorno lottare perché Dio regni nel nostro cuore e nella nostra vita e il Suo Amore sia padrone del nostro cuore.

La Madonna in questo ultimo anno ha chiesto molte volte di pregare per i pastori e nell’ottobre del 2010 aveva detto: “Io con i miei pastori trionferò!”, dove risalta la parola “miei”, sono miei.

Ma l’espressione che la Madonna ripete maggiormente è: “vi ammonisco”, “non dobbiamo giudicare i pastori!”, non dobbiamo giudicarli!

Già altre volte la Madonna aveva detto che molti fanno dipendere la loro religione da come si comportano i sacerdoti. Questo è sbagliato, dice la Madonna: “non tocca a voi giudicare o apprezzare”.

D’altra parte nell’ultimo messaggio che ha dato a Mirjiana, la Madonna ha detto: “senza i pastori voi non fate niente!”, “Chi vi dà la parola di Dio? Chi vi dà la Grazia? Chi vi dà l’Assoluzione? Chi vi dà il Battesimo? Chi vi dà la Santa Comunione?”, e ci invita a pregare per loro e a non giudicare.

Poi ha anche detto una volta: “non giudicate, perché tutti saranno giudicati!”. E’ già la terza volta, mi pare, che dice: ”perché mio Figlio li ha scelti, come voi osate giudicare coloro che Cristo stesso ha scelto!

Vi ringrazio”.

Un messaggio, come vedete, molto denso.

Ogni messaggio della Regina della Pace è un trattato di altissima spiritualità. Basta che uno prenda in mano un messaggio e lo metta in pratica, perché possa volare sulla via della santità.

Fonte: “Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito:www.medjugorjeliguria.it

venerdì 6 luglio 2012

La vera particella di Dio

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In questi giorni è stata strombazzata in tutto il mondo la scoperta del famoso “bosone di Higgs”, la cosiddetta “particella di Dio”. Ma c’è anche un’altra “scoperta” – rimasta pressoché sconosciuta – a cui voglio accostarla: più che la “particella di Dio” essa mostra Dio stesso.

Si tratta di uno studio sulla Sindone di Giuseppe Baldacchini, uno scienziato italiano già dirigente al laboratorio dell’Enea di Frascati (vedi  http://www.sindone.info/BALDAKKI.PDF).

La prima scoperta – quella del bosone – ci dice che in effetti esiste una particella che alcuni fisici teorici avevano ipotizzato come necessaria per il funzionamento del mondo subatomico.

Già Albert Einstein si stupiva constatando che il mondo dell’infinitamente piccolo e quello dell’infinitamente grande sono stati fatti non dal caso, né dal caos senza leggi, ma secondo una grandiosa e perfetta Razionalità, tanto che la razionalità umana può intuire l’esistenza di queste realtà subatomiche prima ancora che vengano scoperte sperimentalmente.

Ciò significa che la stessa Razionalità che ha fatto l’universo, ha fatto anche la ragione umana. Einstein diceva:

“Chiunque sia seriamente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e uno di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili”.

Einstein – contestando sia il positivismo che il panteismo – spiegava così il suo razionale riconoscimento di Dio:

“La mia religiosità consiste nell’umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea di Dio”.

E’ proprio grazie alle riflessioni di Einstein e alle ultime scoperte della scienza che Antony Flew, il padre dell’ateismo filosofico, il capostipite degli attuali divulgatori dell’ateismo come Richard Dawkins, annunciò, nel 2004 a New York, di essere giunto alla certezza razionale dell’esistenza di Dio: “I now believe there is a God!”, affermò dopo una gloriosa carriera da ateo.

Nel clamoroso libro in cui spiega questa sua svolta filosofico-razionale, “There is a God” (Harper One 2007), si interroga anche sulla possibilità che questa Intelligenza onnipotente si sia messa in contatto con gli uomini o addirittura che sia venuta sulla terra facendosi uomo.

I greci antichi chiamavano “Logos” l’evidente razionalità dell’universo. E il cristianesimo è entrato nel mondo proprio con questa notizia: il Logos, la Ragione-Parola con cui Dio ha creato il mondo e le leggi razionali che governano il cosmo, è un uomo fra noi.

Il Vangelo di san Giovanni inizia così: “Il Logos si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”.

Flew sostiene che certamente “la figura carismatica di Gesù” è così umanamente straordinaria che si deve prendere in seria considerazione l’annuncio che lo riguarda.

In effetti con quale altro volto Dio avrebbe mai potuto rivelarsi? Perfino l’ateo Bertrand Russel definì il Nazareno “un uomo eccezionale”.

Gesù è una figura così sublime, immensa e insuperabile che – come scrisse J. Malegue – dopo di lui “il difficile non è l’accettare che Cristo sia Dio; il difficile sarebbe accettare Dio se non fosse Cristo”.

E’ possibile incontrarlo oggi e seguirlo solo perché egli – essendo il Logos di Dio – è risorto dai morti ed è vivo.

Come si fa a sapere che è veramente risorto?

Anzitutto per le testimonianze storiche di chi lo ha visto e toccato vivo, dopo la crocifissione: testimonianze che tutti gli apostoli hanno sempre dato affrontando le persecuzioni, le torture e il martirio. Non esistono testimoni più attendibili di coloro che confermano a costo della vita ciò che hanno visto e toccato con mano.

In secondo luogo l’altra “prova” è data dal fatto che Gesù si dimostra veramente vivo oggi. Lo si può sperimentare: “vieni e vedi…”. La vita cristiana fa toccare con mano la sua presenza e quello che lui fa accadere (compresi i miracoli, che compie oggi come duemila anni fa).

E – come dice la scienza per le particelle subatomiche o per altre realtà fisiche – è razionale riconoscere una causa dagli effetti che produce e che si possono constatare sperimentalmente (anche alcuni corpi celesti sono stati scoperti così: per le perturbazioni che creavano).

Ma siccome a Dio piace riempire di meraviglia e di ragioni il cuore e la mente degli uomini – come mostra la magnificenza del mondo – ha voluto abbondare anche con altri segni che parlano all’intelligenza umana.

E qui veniamo alla seconda scoperta, quella, a cui accennavo all’inizio, del fisico Baldacchini. Il quale si è cimentato con un reperto unico, la Sindone, che porta le tracce scientificamente studiabili di ciò che accadde nel sepolcro di Gesù nella notte fra l’8 e il 9 aprile dell’anno 30.

Sappiamo che quel lenzuolo ha certamente avvolto il corpo di un uomo morto (con tutti i supplizi narrati dai vangeli), sappiamo che quel corpo morto non è stato nel lenzuolo per più di 40 ore perché non contiene traccia alcuna di decomposizione e infine sappiamo – grazie allo studio delle macchie di sangue – che quel corpo non è stato tolto dalla fasciatura del lenzuolo con un movimento fisico, ma si è come smaterializzato.

Infine sappiamo che un’esplosione di energia sconosciuta ha lasciato sul lenzuolo un’immagine delle due parti del corpo tuttora inspiegabile, un’immagine non dipinta, ma ottenuta come per bruciatura superficiale e che contiene informazioni tridimensionali.

Tutto questo è spiegabile solo con un evento eccezionale come la resurrezione e una resurrezione dove il corpo non torna semplicemente in vita, ma acquista proprietà uniche, diventando capace – per esempio – di attraversare altri corpi, come il lenzuolo.

Questo in effetti narrano i vangeli del corpo risorto di Gesù che entrò nella stanza del cenacolo sebbene le porte fossero sbarrate.

Alcuni fisici hanno ipotizzato il formarsi del “corpo meccanicamente trasparente” (“mechanically transparent body”, Mtb), ma la reazione nucleare che presuppone avrebbe investito tutta Gerusalemme.

Allora si è affinata l’ipotesi con la teoria del “metodo storico consistente” (Historically consistent method, Hcm).

Ma nel suo studio Baldacchini osserva: “l’unico fenomeno conosciuto in Fisica che conduca alla sparizione completa della massa con produzione di energia equivalente è il ‘processo di annichilazione materia-antimateria’ (AMA) che oggi può essere riprodotto solo a livello subatomico nei laboratori di particelle elementari, ma che è stato dominante invece subito dopo il Big Bang, cioè negli istanti iniziali di esistenza del nostro universo”.

Le difficoltà che insorgono in questa ipotesi (come il reperimento dell’antimateria) possono trovare possibili soluzioni nei cosiddetti “stati virtuali” che però “non esistono in natura”.

Baldacchini a questo punto formula delle equazioni che potrebbero descrivere le conseguenze fisiche dell’eccezionale fenomeno e spiegare sia il formarsi dell’immagine, sia la smaterializzazione del corpo, sia il fatto che non vi sia stata un’esplosione nucleare che avrebbe devastato l’area, sia l’istantanea possibile rimaterializzazione dello stesso corpo in un altro luogo.

Naturalmente con ciò non intende spiegare né la causa, né la vita successiva di quello stesso corpo e le sue caratteristiche. Qui si entra infatti in un ordine superiore alla fisica, l’ordine spirituale, che ruota attorno al mistero di Dio il quale delle leggi cosmiche e della materia è il Creatore, l’Autore e l’assoluto sovrano.

Altro che la “particella di Dio”, tutto l’universo è di Dio. Come i cieli e terra nuova dell’eternità. Iniziati in quel sepolcro di Gerusalemme l’8 aprile dell’anno 30.

Antonio Socci

Da “Libero”, 6 luglio 2012

giovedì 5 luglio 2012

Commento di P.Livio al Messaggio del 25 giugno 2012

"Cari figli! Con la grande speranza nel cuore anche oggi vi invito alla preghiera. Se pregate figlioli, voi siete con me, cercate la volontà di mio Figlio e la vivete. Siate aperti e vivete la preghiera; in ogni momento sia essa sapore e gioia della vostra anima. Io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Commento al messaggio del 25 giugno di Padre Livio di Radio Maria

Cari amici, oggi la Madonna nel giorno del suo anniversario, a Medjugorje dove era presente una grandissima folla, ha dato il messaggio più ripetuto in questi 31 anni. Possiamo dire che in tutti i messaggi che la Madonna ha dato a Medjugorje, o direttamente o indirettamente, ha chiamato alla preghiera e innumerevoli volte ci ha lanciato il suo triplice: “pregate, pregate, pregate”.

La preghiera: nei messaggi della Madonna c’è una straordinaria spiritualità della preghiera. Raccolti tutti i messaggi della Regina della Pace relativi alla preghiera, abbiamo il più bel trattato sulla preghiera che sia mai stato scritto in 2000 anni di Cristianesimo. D’altra parte la Madonna è la preghiera vivente. La Madonna era la preghiera vivente qui sulla terra, la Madonna è la preghiera vivente e l’intercessione continua in Cielo.

Anche oggi ha detto: “io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù”, quindi la Madonna è la preghiera continua, la preghiera vivente.

È  la Madre che intercede per tutti i suoi figli e oggi, con la grande speranza che rispondiamo al Suo messaggio, in questo grande giorno di festa, ci chiede questo dono, cioè di accogliere il Suo messaggio riguardante la preghiera.

La Madonna ci dice che se noi preghiamo siamo con Lei.

Ecco quindi, quando diciamo “perché noi non vediamo la Madonna? Perché la Madonna la vedono soltanto alcuni?” O quando addirittura dubitiamo “ma la Madonna c’è o non c’è? Perché non si fa sentire? Perché mi ha abbandonato? Perché sembra non ascoltarci?” Ebbene cari amici, nel momento in cui cominciamo a pregare, cioè nel momento in cui i figli si rivolgono alla Madre, Lei è presente, Lei ascolta, nessuno ci ascolta come la Madonna! Non ha bisogno di molte parole, conosce tutti i movimenti più intimi del nostro cuore: “Se pregate figlioli, voi siete con me”.

Per esempio, quando diciamo l’Ave Maria o diciamo il Rosario (molte volte lo diciamo distrattamente), il modo migliore per pregare l’Ave Maria o L’Angelus o il Rosario, specialmente il Rosario che è una preghiera abbastanza lunga, è sentirsi in quel momento in comunione con la Madonna, come se Lei fosse viva nel nostro cuore ed effettivamente è viva e presente nel nostro cuore.

Preghiamo la Madonna viva in noi, preghiamo con Lei, con Lei cerchiamo la volontà di Dio, perché è nella preghiera che Dio ci parla con le ispirazioni, con le illuminazioni, con l’emozione dello Spirito Santo e quindi nella preghiera Dio ci guida, ci fa sentire la Sua volontà, ci parla attraverso la coscienza, ci indica la strada da percorrere e nel medesimo tempo ci aiuta a realizzare questa volontà, a viverla nella nostra vita.

Questo è il frutto della vera preghiera, cioè “Se pregate, figlioli, voi siete con me”, sperimentiamo la presenza di Maria. Se preghiamo, vuol dire che cerchiamo la volontà di Dio, Lui ci aiuta a capirla e ci aiuta a realizzarla.

E perciò, ci dice la Madonna: Siate aperti”, aprite il cuore, disponibili, perché se    si prega con le labbra senza il cuore aperto è come se la preghiera non ci fosse, facciamo sì che la preghiera sia come l’aria che respiriamo. Come l’aria che respiriamo ci fa vivere, così la preghiera sia il respiro dell’anima, per cui l’anima vive!

E noi che passiamo le giornate nel tritacarne, viviamo nel nervosismo, nell’aridità, molte volte nei dissapori, nelle rabbie, nelle mormorazioni, eccetera, come uscir fuori da questa palude maleodorante? Attraverso la preghiera, fatta anche di piccole invocazioni, con la quale richiamiamo nel cuore la presenza di Dio, in modo tale che la preghiera diventi: “sapore e gioia della vostra anima”.

Quando il mondo ci stritola (perché il mondo è il mondo, il maligno molte volte  lo usa  per distruggerci, per attirarci, per rovinarci) ebbene cari amici, usciamo da questo tipo di mondo, che è quello del peccato ed entriamo nel mondo di Dio che è nel nostro cuore, in modo tale che la preghiera, cioè l’amore, la pace, la luce di Dio si unisca al sapore, alla gioia della nostra anima.

La Madonna ci dice ancora una volta: “Io sono con voi”, è qui da 31 anni! Lei ha ottenuto il permesso da Dio di scendere ogni giorno dal Cielo sulla terra.

Il più grande messaggio di Medjugorje è questa presenza di Maria, “i cieli si aprono, e la Madre scende sulla terra”.

Solo il fatto che la Madonna venga qui da noi ci dice che il Paradiso, l’Eternità, la gioia, la Vita Eterna esistono! “Io sono con voi” è il grande dono che la Madonna ha fatto alla nostra generazione e nel messaggio che ha dato a Mirjana il 2 giugno, ci dice che Lei è qui per guidarci, per illuminarci, per condurci.

“Io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio”.

Quindi affidiamo alla Madonna tutti i nostri bisogni, tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, Lei intercede presso Suo Figlio.

“Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Quindi, cari amici, diamo corpo, concretezza a questo messaggio attraverso il rinnovo della preghiera, che deve essere una preghiera continua, una ricerca continua dell’unione con Dio attraverso l’intero arco della giornata.

Fonte: “Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito:www.medjugorjeliguria.it

Brani di difficile interpretazione della Bibbia VII, Gv 20,29 Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto”

 

tommaso

Dal Vangelo di S.Giovanni (Gv 20, 19-29)

[19] La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".
[20] Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
[21] Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi".
[22] Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo;
[23] a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".
[24] Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
[25] Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".
[26] Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".
[27] Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!".
[28] Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!".
[29] Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".

Commento al versetto 29 della Bibbia ultima ed. CEI

«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». L’evangelista usa due forme verbali al participio, che non hanno da se stesse una notazione temporale. Una traduzione letterale potrebbe essere: «Beati i non vedenti anche credenti», improponibile in italiano. La versione precedente («Beati quelli che pur non avendo visto crederanno») pensava ai credenti futuri: ciò poteva lasciar suppore una certa superiorità della loro fede rispetto a quella degli apostoli(che invece hanno «visto» Gesù), ma non è sicuramente ciò che vuol dire l’evangelista! L’attuale espressione rimanda a un’esperienza già vissuta, che dovrebbe essere quella di qualche apostolo, non facilmente identificabile nel vangelo (20, 8 dice che l’ «altro discepolo … vide e credette»!). Forse è preferibile una traduzione più indeterminata: “Beati coloro che credono senza vedere”. La beatitudine è, infatti, riferita a tutti i lettori del vangelo (cfr. vv. 30-31) chiamati a credere sulla base della testimonianza apostolica riportata dall’evangelista, proprio quella a cui Tommaso si era rifiutato di prestar fede.

Commento del Professore del Biblico Ignace de la Potterie

Due aspetti ci preme mettere in rilievo: anche in questa versione riveduta, le parole di Gesù vengono tradotte con un’imprecisione, rispetto all’originale greco. E tale imprecisione viene di fatto utilizzata per confermare con l’autorità del Vangelo un’impostazione che sembra prevalente nella Chiesa di oggi: l’idea che la vera fede sia quella che prescinde totalmente dai segni visibili. L’errore di traduzione a cui pensa di poter appoggiarsi tale interpretazione, che di fatto travisa il passo evangelico, consiste nel tradurre al presente il rimprovero di Gesù: “Beati coloro che credono, pur senza aver visto”. In questo modo le parole vengono trasformate in una regola di metodo valida per tutti coloro che vivono nei tempi successivi alla morte e risurrezione di Gesù. E infatti la nota [1] spiega che solo per i contemporanei di Gesù “visione e fede erano abbinate”, mentre per tutti coloro che vengono dopo, “la normalità della fede poggia sull’ascolto, non sul vedere”. Secondo questa interpretazione sembra quasi che Gesù si opponga al naturale desiderio di vedere, chiedendo a noi una fede fondata solo sull’ascolto della Parola. In realtà, qui il verbo non è al presente, come viene tradotto. Nell’originale greco il verbo è all’aoristo (πιστεύσαντες), anche nella versione latina era messo al passato (crediderunt). “Tu hai creduto perché hai visto” - dice Gesù a Tommaso - “beati coloro che senza aver visto [ossia che senza aver visto me, direttamente] hanno creduto”. E l’allusione non è ai fedeli che vengono dopo, che dovrebbero “credere senza vedere”, ma agli apostoli e ai discepoli che per primi hanno riconosciuto che Gesù era risorto, pur nell’esiguità dei segni visibili che lo testimoniavano. In particolare il riferimento indica proprio Giovanni, che con Pietro era corso al sepolcro per primo dopo che le donne avevano raccontato l’incontro con gli angeli e il loro annuncio che Gesù Cristo era risorto. Giovanni, entrato dopo Pietro, aveva visto degli indizi, aveva visto la tomba vuota, e le bende rimaste vuote del corpo di Gesù senza essere sciolte, e pur nell’esiguità di tali indizi aveva cominciato a credere. La frase di Gesù “beati quelli che pur senza aver visto [me] hanno creduto” rinvia proprio al “vidit et credidit” riferito a Giovanni al momento del suo ingresso nel sepolcro vuoto. Riproponendo l’esempio di Giovanni a Tommaso, Gesù vuole indicare che è ragionevole credere alla testimonianza di coloro che hanno visto dei segni, degli indizi della sua presenza viva. Non è la richiesta di una fede cieca, è la beatitudine promessa a coloro che in umiltà riconoscono la sua presenza a partire da segni anche esigui e danno credito alla parola di testimoni credibili. L’imprecisione introdotta dai traduttori riguardo al tempo dei verbi usati da Gesù è servita a cambiare il senso delle sue parole e a riferirle non più a Giovanni e agli altri discepoli, ma ai credenti futuri. E’ passata così inconsapevolmente l’interpretazione del teologo esegeta protestante Rudolf Bultmann,che traduceva i due verbi del passo al presente (“Beati coloro che non vedono e credono”) per presentarla “come una critica radicale dei segni e delle apparizioni pasquali e come un’apologia della fede privata di ogni appoggio esteriore” (Donatien Mollat). Mentre è esattamente il contrario. Ciò che viene rimproverato a Tommaso non è di aver visto Gesù. Il rimprovero cade sul fatto che all’inizio Tommaso si è chiuso e non ha dato credito alla testimonianza di coloro che gli dicevano di aver visto il Signore vivo. Sarebbe stato meglio per lui dare un credito iniziale ai suoi amici, nell’attesa di rifare di persona l’esperienza che loro avevano fatto. Invece Tommaso ha quasi preteso di dettare lui le condizioni della fede. Vi è un altro ricorrente errore di traduzione, ripetuto anche dalla nuova versione CEI. Quando Gesù sottopone le sue ferite alla “prova empirica” richiesta da Tommaso, accompagna questa offerta con un’esortazione: “E non diventare incredulo, ma diventa (γίνου) credente”. Significa che Tommaso non è ancora né l’uno né l’altro. Non è ancora incredulo, ma non è nemmeno ancora un credente. La versione CEI, come molte altre, traduce invece: “E non essere incredulo, ma credente”. Ora, nel testo originale, il verbo “diventare” suggerisce l’idea di dinamismo, di un cambiamento provocato dall’incontro col Signore vivo. Senza l’incontro con una realtà vivente non si può cominciare a credere. Solo dopo che ha visto Gesù vivo Tommaso può cominciare a diventare “credente”. Invece la versione inesatta, che va per la maggiore, sostituendo il verbo essere al verbo diventare, elimina la percezione di tale movimento, e sembra quasi sottintendere che la fede consiste in una decisione da prendere a priori, un moto originario dello spirito umano. E’ un totale rovesciamento. Tommaso, anche lui, vede Gesù e allora, sulla base di questa esperienza, è invitato a rompere gli indugi e a diventare credente. Se al diventare si sostituisce l’essere, sembra quasi che a Tommaso sia richiesta una fede preliminare, che sola gli permetterebbe di “vedere” Gesù e accostarsi alle sue piaghe. Come vuole l’idealismo per cui è la fede a creare la realtà da credere. Le spiegazioni della nota, basate su queste traduzioni inesatte, e che per fortuna, come ha premesso monsignor Antonelli, non possiedono “alcun carattere di ufficialità”, sembrano comunque piegare le parole di Gesù alla nuova tendenza che vige oggi nella Chiesa, secondo cui una fede pura è quella che prescinde dal “vedere”, ossia dall’appoggio e dallo stimolo dei segni sensibili. E’ vero, come spiega la nota, che nel tempo attuale “la visione non può essere pretesa”. Niente nell’esperienza cristiana può mai essere oggetto di “pretesa”. Ma mettere in alternativa il vedere e l’ascoltare e sostenere che “la normalità della fede poggia sull’ascolto, e non sul vedere” ossia che basta ascoltare il “racconto” del cristianesimo per diventare cristiani, sembra essere in contraddizione con tutto ciò che insegnano le Scritture e la Tradizione della Chiesa. Le apparizioni a Maria di Magdala, ai discepoli e a Tommaso sono l’immagine normativa di un’esperienza che ogni credente è chiamato a fare nella Chiesa; come l’apostolo Giovanni, anche per noi il “vedere” può essere una via d’accesso al “credere”. Proprio per questo continuiamo a leggere i racconti del Vangelo: per rifare l’esperienza di coloro che dal “vedere” sono passati al “credere” (si pensi alla contemplazione delle scene evangeliche e all’applicazione dei sensi a esse, secondo una lunga tradizione spirituale). Il Vangelo di Marco si conclude testimoniando che la predicazione degli apostoli non era solo un semplice racconto, ma era accompagnata da miracoli, affinché potessero confermare le loro parole con questi segni: “Allora essi partirono e annunciarono il vangelo dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16,20). Molti Padri della Chiesa, dall’occidentale Agostino fino all'orientale Atanasio, hanno insistito su questa permanenza dei segni visibili esteriori che accompagnano la predicazione e che non sono un di meno, una concessione alla debolezza umana, ma sono connessi con la realtà stessa dell’incarnazione. Se Dio si è fatto uomo, risorto col suo vero corpo, rimane uomo per sempre e continua ad agire. Ora non vediamo il corpo glorioso del Risorto, ma possiamo vedere le opere e i segni che compie: “In manibus nostris codices, in oculis facta”, dice Agostino: “nelle nostre mani i codici dei Vangeli, nei nostri occhi i fatti”. Mentre leggiamo i Vangeli, vediamo di nuovo i fatti che accadono. E Atanasio scrive nell’Incarnazione del Verbo: “Come, essendo invisibile, si conosce in base alle opere della creazione, così, una volta divenuto uomo, anche se non si vede nel corpo, dalle opere si può riconoscere che chi compie queste opere non è un uomo ma il Verbo di Dio. Se una volta morti non si è più capaci di far nulla ma la gratitudine per il defunto giunge fino alla tomba e poi cessa – solo i vivi, infatti, agiscono e operano nei confronti degli altri uomini - veda chi vuole e giudichi confessando la verità in base a ciò che si vede”. Tutta la Tradizione conserva con fermezza il dato che la fede non si basa solo sull’ascolto, ma anche sull’esperienza di prove esteriori, come ricorda il Catechismo della Chiesa cattolica al paragrafo 156, citando le definizioni dogmatiche del Concilio ecumenico Vaticano I: «“Nondimeno, perché l’ossequio della nostra fede fosse conforme alla ragione, Dio ha voluto che agli interiori aiuti dello Spirito Santo si accompagnassero anche prove esteriori della sua rivelazione”. Così i miracoli di Cristo e dei santi, le profezie, la diffusione e la santità della Chiesa, la sua fecondità e la sua stabilità “sono segni certissimi della divina rivelazione, adatti a ogni intelligenza”, sono “motivi di credibilità” i quali mostrano che l’assenso della fede non è “affatto un cieco moto dello spirito”».
In particolare, sono i santi che attualizzano per i loro contemporanei i racconti del Vangelo. Quando san Francesco parlava, per chi era lì presente era chiarissimo che i Vangeli non erano un racconto del passato, solo da leggere e ascoltare: in quel momento era evidente che in quell’uomo era presente e agiva Gesù stesso.
Non per niente anche Giovanni Paolo II ha proposto in chiave positiva proprio la figura dell’apostolo Tommaso, quando, in un suo discorso ai giovani di Roma, il 24 marzo del ’94, li ha invitati a prendere sul serio, rispettare e accogliere questa sete di prove esteriori, visibili, così viva tra i loro coetanei: «Noi li conosciamo [questi giovani empirici], sono tanti, e sono molto preziosi, perché questo voler toccare, voler vedere, tutto questo dice la serietà con cui si tratta la realtà, la conoscenza della realtà. E questi sono pronti, se un giorno Gesù viene e si presenta loro, se mostra le sue ferite, le sue mani, il suo costato, allora sono pronti a dire: Mio Signore e mio Dio!».