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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 3 febbraio 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 2 febbraio 2016 presieduta da fra Danko Perutina.

Dal Vangelo secondo Luca

Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre:

«Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione

perché siano svelati i pensieri di molti cuori.

E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Parola del Signore

 

 

In una città i cittadini hanno comperato una bella lampada di bronzo. L’hanno messa nella piazza principale e ci hanno messo una guardia. Erano molto orgogliosi di questa lampada. La guardia ha messo le indicazioni lungo la piazza, affinchè tutti i visitatori la notassero. Uno straniero ha visto e ha chiesto: “Perchè queste indicazioni per la lampada? Se questa lampada non si fa notare con la propria luce c’è qualcosa che non và!”

Fratelli e sorelle, così succede anche con noi. Noi mettiamo verso di noi i segnali della luce, ma non diamo la luce. Ci danno fastidio la vita degli altri, i peccati degli altri e noi facciamo la stessa cosa. La bontà è l’amore e il perdono. Ma anche le virtù non si portano al collo come una catenina, ma si vivono. Sappiamo che ogni uomo che cammina nelle tenebre, senza la luce, cammina per le vie sbagliate e non riesce ad arrivare alla meta. E’ esposto ai pericoli. E’ l’immagine di quell’uomo che non ha proprio senso. Cammina senza senso e senza un obbiettivo nella vita.

Invece l’uomo che vede la luce davanti a sè raggiungerà il proprio obbiettivo facilmente, anche se troverà ostacoli.

All’inizio di questa santa Messa abbiamo acceso e benedetto le candele che useremo in varie occasioni. E’ nella nostra tradizione che le candele vengano accese nella notte di Natale, alla morte dei familiari…

Qual’è il significato di questa candela benedetta? La candela rappresenta il nostro cammino nella luce della fede. La luce della fede che illumina la nostra coscienza, il nostro cuore, la nostra volontà. Perchè grazie alla nostra fede tutto sta in piedi o crolla. Avere la fede in qualcuno significa appoggiarsi completamente su questa persona, cioè appoggiarsi a Dio.

La candela simboleggia anche Gesù Cristo che è andato incontro al Suo popolo per salvarlo. 40 giorni dopo il Natale noi celebriamo questa festa: la presentazione del Signore. Questo evento viene riportato soltanto dall’Evangelista Luca. Nel Tempio entra la Sacra Famiglia: Maria, Giuseppe e Gesù Bambino.

Il contenuto biblico della festa d’oggi è pieno di vita. E’ un evento bello, perchè le persone che vengono presentate sono piene di una semplicità nella Loro fede, pieni di devozione. Incontrare Dio era il desiderio dei popoli di tutte le epoche. Credo che sia il desiderio di tutti noi presenti qui.

Nel Tempio la Sacra Famiglia ha incontrato il vecchio Simeone e la profetessa Anna. Il Vangelo dice che Simeone era un uomo giusto e pio. Questo significa che era onesto.

Possiamo domandarci come mai tra la moltitudine di leviti e sacerdoti e il popolo nel Tempio proprio il vecchio Simeone vada incontro a questa Famiglia giovane. Il Vangelo ci da la risposta. Dice: “Mosso dallo Spirito si recò al Tempio”. E’ venuto nel Tempio ed ha ascoltato la Voce del Signore, perchè? Perchè l’ascoltava sempre. Serbava dentro di sè la consolazione e la speranza della venuta del Signore. Ecco perchè Simeone dice: “Ora puoi lasciare che il Tuo servo vada in pace, perchè i miei occhi hanno visto la Tua Salvezza preparata da Te davanti a tutti i popoli”. Ciò era stato annunciato tanti secoli prima dal profeta Malachia.

Anche noi siamo invitati a scoprire la gloria di Dio. Dio si trova con gli occhi della fede, perchè gli occhi della fede vedono molto più lontano degli occhi del corpo.

Il desiderio di Simeone si è realizzato. Lui è diventato profeta. Lui ha creduto nella speranza messianica e non si è stancato della vita trascorsa in preghiera. Questo è importante: lui non si è stancato. Noi spesso, nel nostro cammino di vita, nella nostra spiritualità, nelle nostre cadute ci fermiamo. Siamo stanchi e diciamo: “Signore, ci riposiamo un pò anche dalla Tua presenza”. Tutte le volte che lo pensiamo o lo facciamo cadiamo ancora più profondamente. Soltanto l’uomo rivolto completamente al Signore e pieno della presenza di Dio è l’uomo pieno di gioia, dentro e fuori. E’ l’uomo sul cui volto brilla la presenza di Dio.

Oltre al vecchio Simeone nel Tempio c’era la profetessa Anna. Lei ha accettato la sua vita da vedova, la sua vita pesante senza rabbia e senza piangere. Di lei il Vangelo dice che “giorno e notte pregava”. Lei rappresenta tutte le persone devote di quell’epoca e della nostra epoca che vogliono vivere la fede più profondamente. Ma ci sono anche coloro che sono invidiosi. Nel nostro popolo si suole dire che coloro che sono inginocchiati davanti all’altare, vanno più volte in settimana alla Messa, vanno all’Adorazione,  subito si dice per i giovani che si faranno frati o suore, come se fosse una cosa negativa. Se, invece, sono sposati si dice subito che hanno problemi matrimoniali. Viene detto soltanto perchè sono diversi e bisogna abbassarli al nostro livello. Lo dicono coloro che non sono contenti di se stessi. Se facciamo parte di quel gruppo di persone che sparlano così bisogna uscirne subito.

Sia Simeone che Anna hanno sentito che era il momento giusto, era il momento di Dio. Quando giungerà quel momento, come la grazia di Dio che Egli versa sull’uomo se abbiamo il cuore aperto, lo riceveremo. Ma se siamo assenti, se non siamo aperti, questa grazia passerà e andrà oltre.

Giuseppe e Maria hanno portato Gesù Bambino nel Tempio per fare ciò che era prescritto dalla Legge e volevano offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi. Era il sacrificio dei poveri. Il Vangelo non lo dice, ma voleva indicare con questo che il Re dei re fin dalla nascita vive in una famiglia semplice, povera. Avrebbe potuto scegliere anche un altro modo. Poteva nascere in un palazzo reale e avere servi. No. Lui prende un’altra via. Viene attraverso una famiglia normale, semplice.

Anche noi siamo venuti qui sta sera nel Tempio di Dio, siamo venuti in chiesa. Corriamo il pericolo che la santa Messa diventi per noi una routine o folclore. Noi non siamo turisti; siamo pellegrini. Non solo qui a Medjugorje, ma ovunque viviamo. Per il tempo che siamo qui sulla terra: 50, 60, 80 anni. Poi ritorniamo ad incontrare il Signore.

Perciò prima di ogni santa Messa dovremo domandarci: “Esiste nel nostro cuore una vera preparazione per l’incontro con Dio?” Spesso succede che dopo la santa Messa la famiglia vada a bere il caffè o a mangiare assieme. Si rientra nella routine e non pensiamo a ciò che facciamo. La Messa è diventata come un lavoro ordinario. Come se andassimo a lavorare alle 8 e tornassimo alle 4. Così ogni domenica andiamo alla Messa alle 11 e non succede niente. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, ma non facciamo progressi spirituali.

In quest’anno della Misericordia e alla fine dell’anno dedicato alla vita consacrata, il Papa, il Vangelo e la Madonna ci invitano a fare un passo in più. Non deve essere un passo grande. I santi non hanno fatto passi lunghi. Facevano piccoli passi, ma tutti i giorni andavano avanti.

Questo Vangelo desidera sottolineare un’altra realtà: quanto è importante la presenza dei vecchi. Noi viviamo in una società in cui si venera il culto della giovinezza, bellezza e forza fisica.

Nei giornali si possono leggere diversi titoli. Uno di questi dice: “Come diventare belli in fotografia”. Un’altro dice: “Come fermare la vecchiaia”. Tutto è in questo stile. Noi siamo partecipi di un individualismo aggressivo. Tutto deve essere creato per me adesso. Subito. E il nostro rapporto con gli anziani e con gli handicappati è come se non ci fossero. Ci dimentichiamo che proprio questi vecchi ci hanno fatto crescere, ci hanno generato, ci hanno insegnato quando eravamo piccoli. Ci dimentichiamo anche che un giorno anche noi diventeremo vecchi. E’ interessante che nelle famiglie i nonni hanno preso il ruolo di baby sitter, ma non viene pagato loro nulla. Quando abbiamo bisogno del nonno o della nonna basta chiamarli. Loro stanno con i bambini e quando hanno finito possono tornare a casa. Sono come una cosa che sta in cantina: quando ne hai bisogno la prendi e quando non ne hai bisogno la rimetti allo stesso posto. Sai che non scapperà.

Questo Vangelo e questa festa sono un invito a riesaminare il nostro rapporto con gli anziani. La comunità, la società, la parrocchia che non valorizza gli anziani, che non trae esperienza dai loro valori e dalla loro preghiera, cammina per la via sbagliata.

Se hai anziani in famiglia, se tua madre o tuo padre sono anziani, deciditi questa sera di chiamarli, di telefonare, mandare un sms, comprare un piccolo regalo. Non solo sta sera. Dobbiamo cambiare questo rapporto verso gli anziani, ricordando momenti in cui noi eravamo piccoli, impotenti, e quegli anziani erano in piena forza. Non ti lasciavano in cantina. Non ti lasciavano mai solo. Ora nemmeno tu devi lasciare tua madre o tuo padre soli.

Fratelli e sorelle, mentre riflettiamo su Gesù Cristo che è la luce del mondo e mentre siamo nell’anno della Misericordia, mentre riflettiamo sulle vocazioni religiose, preghiamo Gesù, perchè apra di nuovo gli occhi del nostro cuore, della nostra anima, affinchè possiamo riconoscerlo in ogni uomo. Affinchè tutte le volte che veniamo a celebrare l’Eucaristia Lui possa accendere la fiamma del Suo Amore. Lo potremo fare soltanto se preghiamo. La Madonna qui ci ha invitato sempre a pregare. Ci chiama perchè non preghiamo e perchè non abbiamo risposto alla Sua chiamata.

Fratelli e sorelle, rispondiamo questa sera alla chiamata di Gesù che ha insegnato ai Suoi discepoli a pregare il Padre Nostro. Rispondiamo all’invito della Chiesa alla preghiera familiare al mattino e alla sera per poter essere testimoni di Dio per l’uomo inquieto. 

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

 

Fonte: IdM (trad. Andrea Bianco)

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