Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

venerdì 24 giugno 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 22 giugno 2016


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Parola del Signore


Gesù nel Vangelo ci invita a guardarci dai falsi profeti in questo mondo. Sono lupi rapaci in veste di pecore. Possiamo domandarci: chi sono questi lupi travestiti da pecore? Se guardiamo la storia dell’umanità e la storia della Sacra Scrittura vediamo che ce ne sono sempre stati. Nell’Antico Testamento alcuni profeti come Geremia e Amos lottavano contro i falsi profeti, cioè che predicavano cose in Nome di Dio, ma che non provvenivano da Dio.
Gesù fa i conti con i falsi profeti. Sono tutte quelle persone che si oppongono al Suo messaggio, al Vangelo. Sono coloro che si oppongono all’immagine che Gesù ci dona di Dio: Dio Misericordioso. Anche oggi abbiamo profeti falsi. Ovunque. Promettono qualcosa, ma in verità guidano le persone verso la perdizione. Sono coloro che offrono la felicità a buon prezzo e riducono l’uomo soltanto ad un essere che ha bisogno del successo finanziario e materiale. Sono coloro che dimenticano la dignità umana e la felicità eterna.
Quando Gesù parla di quei lupi rapaci ci viene in mente la frase: “L’uomo è un lupo per l’uomo”.
Se vogliamo esortare qualcuno gli diciamo: “Cerca di essere un uomo”. Questo vuol dire mostrare misericordia, compassione, offrire la mano per aiuto.
In ciascuno di noi, fratelli e sorelle, è nascosto un falso profeta. L’uomo, grazie alla sua intelligenza, non soltanto può fingere, ma può ingannare anche l’altro uomo e condurlo sul cammino della perdizione.
Un buon consiglio è che ciascuno di noi smascheri il falso profeta che c’è dentro di sè. Noi spesso cerchiamo questo falso profeta al di fuori di noi; tra le persone responsabili della politica, dello stato, della nostra società, della Chiesa. Ma il profeta falso sono io se mi oppongo alla voce della mia coscienza, alla voce di Dio.
Una storia indiana dice che il capo della tribù insegnava al nipote i valori della vita. Gli porta un esempio di due lupi e gli dice: “All’interno di ogni uomo c’è una grande lotta. Due lupi dentro di noi lottano per il potere. Uno è brutto, cattivo, infelice, pieno di rabbia, invidia, cupidigia, egoismo. Per lui è importante chi è al potere e chi è sottomesso e diffonde l’odio e la divisione. L’altro, invece, è bello, buono, amichevole, gioioso, cordiale, compassionevole, sincero, coraggioso e esorta al bene”.
Il bambino si è fermato e ha riflettuto sulle parole del nonno.Poi gli ha domandato: “Nonno, quale lupo vincerà alla fine?” “Il lupo che tu nutri. Quello sicuramente vincerà”.
Cari fratelli e sorelle, siamo nella novena per la preparazione al trentacinquesimo anniversario delle apparizioni della Madonna.
Credo che sappiamo tutti cosa è successo 35 anni fa. I bambini hanno testimoniato di aver visto la Madonna e Lei ha detto: “Io sono la Regina della Pace”. La pace è al centro di Medjugorje e del suo messaggio.
Medjugorje è un’esortazione continua, perchè dentro di noi prevalga sempre il bene.
Nel mondo che lotta per conquistarci Medjugorje è un’esortazione perchè prevalga dentro di noi quel lupo buono della storia e perchè muoia ogni male, ogni peccato, ogni egoismo.
Quante persone qui hanno riconosciuto in questi 35 anni di essere deboli, peccatori, trascinati dai piaceri di questo mondo, ma hanno chiesto perdono nel Sacramento della Confessione per continuare la vita con il volto sereno. Solo Dio conosce i fiumi di grazia scaturiti qui, dove la Chiesa è viva.
La Chiesa è solamente dove si celebrano i santi Sacramenti. Noi siamo testimoni che oggi tante chiese, tante cattedrali sono diventate eredità culturale. Spazio di un valore enorme, ma la cosa più importante non si fa: lodare e glorificare Dio. A questo servono le chiese. Sono il Tempio di Dio; non sono soltanto uno spazio che noi osserviamo per fare le foto.
Perciò possiamo dire che qui succede un rinnovamento. Qui lodiamo Dio in tante lingue. Qui si celebrano i santi Sacramenti. Qui le persone si confessano, vengono in pellegrinaggio. Alcuni stanno qui delle ore, altri giorni per pregare e ringraziare.
Con la coscienza tranquilla possiamo dire che qui si vive quotidianamente il dono del Cuore del nostro Dio nella preghiera e nei Sacramenti, il dono della Misericordia di Dio che ricordiamo particolarmente in quest’anno consacrato alla Divina Misericordia. Tanti hanno sperimentato qui che Dio ha compassione per loro, che Dio ha a Cuore la loro vita e i loro problemi. Si sono sentiti abbracciati da Dio e non abbandonati nel loro dolore. Tanti si sono riconciliati con Lui e con gli uomini.
35 anni di grazia e non sono cambiate molte cose. Vediamo che oggi, come allora, alcune persone vogliono distruggere il messaggio della pace. Sono lupi rapaci. Vogliono portare inquietudine, paura, depressione. Anche oggi desiderano far tacere la voce della coscienza dell’uomo che parla così forte.
Si parla di diritti di dubbio valore. La verità viene relativizzata. Di questo ci parlava spesso Benedetto XVI.
Era difficile nel 1981 essere credente. Il comunismo promuoveva l’ateismo. I membri della società erano membri del partito. Gli altri erano esclusi. Il fedele non aveva nessuno stato sociale.
Sappiamo che i parrocchiani di Medjugorje in quel periodo vivevono di agricoltura o lavoravano all’estero facendo tanta fatica per un pezzo di pane. La terra di Erzegovina è piena di pietre. Il popolo di cuore grande e di grande fiducia in Dio ha iniziato con il Signore tutto questo e la grazia ha iniziato a scorrere. Già al quinto o sesto giorno dall’inizio delle apparizioni il popolo arriva sul monte. Il monte era pieno del popolo di Dio e la polizia comunista cercava di impedire quello che non si poteva impedire.
Gesù ci dice nel Vangelo: “Dai loro frutti li riconoscerete”.
Fratelli e sorelle, il tempo ci fa capire qual’è il frutto di un albero. Bisogna avere il tempo, perchè il frutto maturi. Il frutto all’inizio è inutile e non si può mangiare, ma il tempo lo fa maturare.
Il frutto di Medjugorje è una vita convertita. Tanti si sono nutriti qui e hanno trovato la forza per poter andare avanti.
Tutti noi dobbiamo continuamente ringraziare e rispondere alla chiamata della Madre. E’ la stessa chiamata del Vangelo: la chiamata alla conversione, al cambiamento della vita, al cambiamento del cuore. Senza di questo il mondo non si può cambiare.
Quando il frutto matura non lo si può nascondere. I frutti di grazia qui sono visibili, tangibili.
Il Vangelo ci invita, affinchè anche la nostra vita sia piena di frutti buoni. Dai nostri frutti si conoscerà quanto apparteniamo a Gesù. Essere fedele non significa essere iscritto nel libro dei battezzati o partecipare qualche volta al rito della Chiesa. Essere fedele significa portare frutti di bontà, pace, verità nel proprio ambiente, nella famiglia, nel posto di lavoro.
Fratelli e sorelle, o portiamo frutti o siamo senza frutti. Non c’è la terza opzione.
Il fedele è come un albero che porta frutti buoni e di questi frutti possono nutrirsi anche gli altri.
Porteremo frutti se siamo pieni della forza di Dio.
Qui ci troviamo alla sorgente dell’Amore di Dio che è la santa Eucaristia. Nell’Eucaristia si moltiplica la nostra fede. La nostra speranza diventa più forte, l’amore più grande.
Gesù è il Frutto che noi mangiamo. Ci nutriamo di Lui nella santa Messa. Egli si dona a noi nel Suo Sacrificio sulla croce. Gli siamo grati di tale grazia.
Anche questa santa Messa sia un invito a noi a vivere seguendo l’esempio di Gesù.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

Nessun commento: