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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 30 giugno 2011

Ciò che ci riunisce qui è l'Amore materno di Maria!

 

Ciò che ci riunisce qui è l'amore materno di Maria!
«Cari fratelli e sorelle, stimati devoti della Beata Vergine Maria!


Guardando a voi riuniti qui stasera in così grande numero - e non solo stasera, ma avendo anche in mente i milioni di pellegrini che lungo questi trent'anni hanno visitato questo piccolo luogo dell'Erzegovina, per nulla diverso dagli altri posti in questi territori o dovunque nel mondo - non posso sottrarmi all'interrogativo che mi viene alla mente e che suona così: cosa, nonostante le lusinghiere offerte proposte dal mondo, vi ha attirato anche dalle regioni più lontane della terra ed attira continuamente qui a Medjugorje? Quale o di chi è questa forza che ha gettato nel centro degli avvenimenti religiosi e di fede questa sconosciuta parrocchia che è divenuta un magnete per milioni di pellegrini, di cercatori di Dio, di devoti di Maria?
Trent'anni fa molti, in questa parrocchia e al di fuori di essa, si domandavano: cosa sta accadendo qui? Cosa avverrà con questi avvenimenti? Cos'è tutto questo? Da dove ci viene questa grazia che la Madre del Signore venga a noi? Ce lo chiedevamo anche noi, insieme ad Elisabetta la madre di Giovanni, che se lo chiedeva quando Maria, incinta per opera dello Spirito Santo, è andata a farle visita.
Cari fedeli, l'unica risposta che si può dare a questo interrogativo suona così: ciò che ci riunisce e ci unisce qui è l'amore materno di Maria che nel corso di questi trent'anni si è così tante volte manifestato proprio in questa parrocchia. L'amore di quella Madre la cui fede ha preceduto la venuta di Gesù in questo mondo, perché - come afferma Sant'Agostino - "Cristo viene creduto e concepito per mezzo della fede". Innanzitutto si è dunque verificata la venuta della fede nel cuore della Vergine ed in seguito è giunta la fecondità nel suo seno materno. Ci ha riunito qui l'amore verso la Madre che anche oggi ci rivolge quello stesso invito che ha rivolto durante le nozze in Cana di Galilea e che suona così: "Fate tutto quello che vi dice mio Figlio!". Queste parole della Madre Maria sono state rivolte ai presenti alle nozze di Cana ma, fratelli e sorelle stasera sono rivolte anche a noi qui riuniti.
E' risaputo che tutte le apparizioni nel corso della storia sono un invito al ripensamento, alla conversione, ad una svolta. Tale svolta porta come frutto un cammino alla sequela di Gesù Cristo, porta come frutto una personale santità di vita. Questo è lo scopo finale di tutto il nostro cammino e sforzo nella vita: seguire le orme di Gesù Cristo.

Cari fratelli è sorelle, è superfluo enumerare tutto ciò che Medjugorje ha portato con sé nei trent'anni trascorsi. Tutto ciò che è avvenuto ed avviene in questa parrocchia di Medjugorje, che oggi è conosciuta in tutto il mondo quale luogo di preghiera e di riconciliazione con Dio, è un vero invito rivolto all'uomo ed all'umanità che si è allontanata da Dio e dai veri valori cristiani, un invito alla conversione, un invito al ritorno a Dio. A Medjugorje abbiamo costantemente di fronte a noi le immagini bibliche che incontriamo sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento. Le persone sono alla ricerca di Dio, della salute, del senso della vita, della pace interiore, essi qui desiderano pacificare il cuore e l'anima. Vengono da lontano per sperimentare proprio qui la grazia sacramentale della Riconciliazione. Proprio qui, nei confessionali di Medjugorje, si rende evidente ciò che ha affermato il Papa attuale, che cioè rimane non ciò che è stato scritto o edificato dall'uomo, ma resta in modo permanente solo ciò che è inciso nell'anima dell'uomo e nel suo cuore. Spesso si ha occasione di sentire che proprio i pellegrini di Medjugorje riconoscono pubblicamente di aver capovolto la loro vita proprio qui, che la grazia divina li ha toccati proprio qui. Come dicono loro stessi, erano venuti qui privi di speranza e sono tornati con una speranza, rafforzati, pronti per le nuove sfide della vita.
Cari fedeli, il fenomeno di Medjugorje e tutto ciò che è legato ad esso è stato e resta fonte di numerosi interrogativi. Il riconoscere il carattere miracoloso dell'operare di Dio nel nostro mondo è vera sapienza credente: né questo mondo né la nostra vita sono abbandonati alla casualità. Dio è disposto a compiere sempre di nuovo grandi cose, a servire l'uomo ed a mostrare quanto Egli sia misericordioso anche oggi. La Natività di Giovanni Battista, ultimo profeta veterotestamentario posto nel passaggio dall'Antico al Nuovo Testamento, come anche le grazie molto numerose ottenute per intercessione della nostra Madre Celeste, sono sorgente ed occasione per celebrare e benedire Dio. Dio è grande, nessuno è come Dio. In Dio stesso sta il motivo per celebrarlo e benedirlo senza posa. In occasione della nascita di Giovanni, Zaccaria ha elevato un grande cantico di lode: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo".
Cari fratelli e sorelle, anche noi siamo chiamati a riconoscere le situazioni di vita in cui Dio ci visita ed in cui Dio opera. La Solennità odierna è grande in sé, è un indicatore di quei valori fondamentali su cui l'uomo deve edificare la propria vita. Non c'è un uomo a cui Dio non abbia riservato un proprio compito. Tale compito, lo accolga o no, rimane come offerta duratura di liberazione rivolta all'uomo. Dio non fa nulla per forza, Egli non spezza né costringe la persona. La Parola di Dio non ci permette di restare in una falsa pace e di pensare che non dobbiamo occuparci delle persone con le quali viviamo. Anche la Solennità odierna, così come l'instancabile chiamata della Madre, ci invita alla riflessione ed all'azione. Ci invita a realizzare la chiamata della nostra vita nel modo pensato da Dio. Né qui a Medjugorje né in qualsiasi altro luogo c'è altro messaggio o altra chiamata se non quella di compiere ciò che Suo Figlio ci comanda. Sta a noi, fratelli e sorelle, rispondere oggi alla domanda su quanto ascoltiamo questa chiamata materna. La nostra Madre Celeste non ci chiede qualcosa di nuovo, qualcosa che si oppone alla volontà del Padre Celeste, ma con tenerezza ed amore materni Lei ci invita a convertirci, a ritornare alla vera ed unica sorgente della pace e della felicità, che è Dio.
Questo tempo ha più che mai bisogno di persone che, come Giovanni Battista, rispondano alla chiamata divina, di persone che sappiano ritirarsi in solitudine ed in preghiera per attingervi la forza per realizzare la missione della propria vita. Oggi abbiamo bisogno di coraggiosi e responsabili testimoni della fede, di persone che siano quella "voce che grida" che instancabilmente e senza paura chiami ogni uomo a preparare la strada del Signore. Giovanni era voce e messaggero: trasmetteva la Parola di Dio al suo popolo, diceva una verità che non era piacevole né per i re né per il popolo comune. Sta agli uomini prendere posizione nei suoi confronti, allora ed oggi. San Giovanni Battista ha messo a nudo i suoi contemporanei, ha diagnosticato il loro stato ed ha offerto loro la terapia. Gesù ha fatto lo stesso coi suoi interventi, con la Sua Persona, le Sue Parole, le Sue opere. Lo stesso hanno fatto i Santi lungo tutta la storia, lo stesso fa anche Maria attraverso le sue apparizioni. Le apparizioni non sono per i curiosi o per quelli che cercano cose sensazionali fratelli e sorelle, ma sono sempre un avvertimento, un invito ad una svolta di vita ed a vivere in modo serio e responsabile. Il messaggio è sempre quello di leggere i segni dei tempi, cosa di cui anche il Signore Gesù parlava continuamente. Preparare la strada al Signore, raddrizzare le sue vie significa ordinare la propria vita, cioè porci sinceramente e con verità di fronte a noi stessi, correggere e cambiare ciò che non è buono ed aprirsi al bene. Come San Giovanni, neppure noi saremo risparmiati dalle prove, ma sono proprio esse il luogo ed il tempo della prova della nostra fede e della nostra fedeltà. Anche Maria è stata provata nella sua fede per tutta la vita, potremmo dire che ha camminato nella fede. Questo è, fratelli e sorelle, il compito anche della nostra vita: camminare da credenti alla luce delle promesse e delle parole del Signore che Maria si limita a ripetere ed a sottolineare nuovamente.
Siamo testimoni del fatto che questo nostro tempo e questi luoghi hanno bisogno di messaggeri che gridino nel deserto di questo mondo odierno, che gridino ed ammoniscano su ciò che non è bene, come faceva San Giovanni Battista. Siamo testimoni del fatto che ci sono fin troppe voci che, ammantate in una prospettiva di vita migliore e più bella, ci offrono diverse ideologie e diversi mali di questo mondo. Ci sono necessarie voci che non confondano ma che, al contrario, diano sicurezza all'uomo ed all'umanità di oggi. Il cristiano, seguace di Cristo, valorizza tali voci e tali messaggeri, deve essere un testimone la cui voce sia diversa, una voce che deve invitare alla pace, all'amore reciproco, all'accoglienza, alla solidarietà, alla collaborazione ed al perdono. Questo tempo necessita di messaggeri intrepidi che alzino la loro voce contro tutto ciò che ci disumanizza. Ha bisogno di persone che parlino anche se le loro parole suonano impopolari e colpiscono il comportamento quotidiano e la mentalità di questo mondo.
Cari miei fratelli e sorelle, come ci si attendeva da San Giovanni Battista che preparasse la strada al Signore, che raddrizzasse le sue vie, così si attende da noi che testimoniamo i valori cristiani fondamentali sempre ed ovunque, quando è opportuno e quando non lo è.
Maria, Regina dei Profeti e Regina della Pace, alza qui la Sua voce profetica al servizio di Dio Padre, di Suo Figlio e dello Spirito Santo per ammonire il mondo del pericolo, per offrire al mondo la medicina e la via d'uscita dallo stato in cui si trova. Tutte le sue apparizioni nella storia sono profetiche: non nel senso di una predizione del futuro, ma perché offrono una diagnosi del momento attuale e la terapia con cui superare i problemi con i quali il mondo e la Chiesa quotidianamente si confrontano. Medjugorje, come tutto nella nostra fede, è un dono potente ma, fratelli e sorelle, è anche un impegno ancora più grande. E' un messaggio affinché ognuno si ponga dinanzi a Dio da persona con un nome ed un cognome, unica ed irripetibile, amata ed accolta, chiamata ed inviata a diffondere il messaggio di pace e di amore del Cristo, sull'esempio della nostra Madre Celeste, Regina della Pace e di San Giovanni Battista. Amen!».

Da Informazioni da Medjugorje - (Omelia della Messa serale del 24 Giugno 2011 a Medjugorje. Fonte: ascolto di Radio "Mir" Medjugorje, traduzione dal croato personale (apostolo 21)

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