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mercoledì 29 giugno 2011

PREPARAZIONE AI SACRAMENTI DELL’EUCARISTIA E DELLA CONFESSIONE

 

Ringrazio Antonio (Gruppo Medjugorje Bologna) per avermi inviato e permesso di pubblicare questa bellissima catechesi di Fra Renzo Gobbi.

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PREPARAZIONE AI SACRAMENTI DELL’EUCARISTIA E DELLA CONFESSIONE

Quando si parla di preparazione, c'è una preparazione remota, che possiamo riscontrare alle origini dell'essere umano, della persona, sia per quanto riguarda gli atti penitenziali, che troviamo in tutte le religioni. I nostri fratelli ebrei e musulmani hanno le abluzioni, gli induisti il bagno sacro,i marxisti l'autocritica.

Anche i nostri fratelli protestanti si confessano, ma non credono nel sacramento e tante volte noi siamo come loro, siamo eretici e protestanti perchè non sappiamo che differenza passa tra il confessarsi direttamente con Dio e molti fanno cosi e il sacramento, la grazia del sacramento. Così anche l'eucarestia trova in tutte le religioni delle sembianze, delle premesse, specialmente per quanto riguarda l'eucarestia come viatico, come alimento per la vita eterna. Il cibo è un indicatore comune, universale, da sempre.

Nelle piramidi hanno trovato insieme agli oggetti preziosi anche del frumento, del miele, vecchio di 3000 anni, ben conservati fuori dell’aria, dell’ossigeno, che dovevano accompagnare, alimentare il faraone, l’imperatore, nella vita futura; così presso le mummie dei maya si mettevano tra i denti dei chicchi di mais, di granoturco, come certezza che avrebbero avuto da mangiare anche nell'aldilà.

Perciò è bene aver chiaro anche questo quando si riflette sui sacramenti che c'è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i tempi però noi abbiamo anche una preparazione squisitamente specificatamente cristiana, iniziatica, infatti si chiamano i sacramenti della iniziazione cristiana ed è l'eredità che Gesù ci ha lasciato; vedete, io dico sempre che Gesù non ha scritto i Vangeli lo sapete, li hanno scritti Matteo, Marco Luca e Giovanni , non li ha mica scritti Gesù e sapeva leggere e scrivere ma come eredità ci ha lasciato i sacramenti: …..A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li riterrete resteranno non rimessi…prese il pane, rese grazie lo spezzò ecc. fate questo in memoria di me, fate, non ricordate, non pensate a me, prendendo questo pane come dicono molti dei nostri fratelli protestanti, ma fate, cioè custodite, celebrate, realizzate questo, in memoria, memoria-memoriale, (in ebraico ziccaron), non è un ricordo della mente, ma è proprio una attualizzazione, un perpetuare il memoriale della Pasqua.

Così c'è anche una preparazione immediata ai sacramenti, che è data dalla materia dei sacramenti.

I sacramenti hanno la materia perchè il Catechismo della Chiesa Cattolica, questo è il Compendio, molto chiaro, semplice con parole pregnanti, aggiunge alla definizione del Catechismo di San Pio X la parola "sensibili".

San Pio X scrive che i sacramenti sono segni efficaci della grazia e il nuovo catechismo aggiunge alla seconda parola ‘efficaci’, la parola "sensibili", cioè che si sentono, che si toccano, che si vedono, che si ascoltano perché hanno la materia, sono materiali come Iddio ci ha salvato attraverso la materia che è il corpo di Cristo, così Gesù ha perpetuato l’opera della salvezza mediante i sacramenti, questi segni sacri, dandoci appunto l’esperienza sensibile materiale concreta.

Oggi purtroppo la mia sofferenza più grande, penso sia la sofferenza anche della Chiesa, perché il Papa stesso torna su questo argomento riguarda l’allontanamento, la secolarizzazione, il secolarismo, la scristianizzazione, il neopaganesimo, chiamatelo come volete e inficia, colpisce, prima di tutto, soprattutto la vita sacramentale.

Ecco perchè la Madonna insiste sulla Confessione e sulla Adorazione, sull'Eucarestia.

C’è chi viene dentro il confessionale, apre la porta: ‘buongiorno’ …‘buongiorno, son qua’ e io dentro di me penso, ‘anche io’ …chiuso, basta e questa è confessione?

Dov'è la materia? ..’basta entrare qua, basta inginocchiarsi ‘….dice qualcuno. No, no, manca la materia! Banalizzare i sacramenti!

Sono rimasto così contento quando nel documento che il Papa ha scritto dopo il Sinodo dei Vescovi europei, intitolato "Ecclesia in Europa", ho ritrovato scritta questa parola:  banalizzare.

Banalizzare è il modo migliore per allontanare noi stessi e i nostri figli dalla fede e dalla pratica religiosa, banalizzare i sacramenti e prenderli alla leggera attraverso, come dice ripetutamente il Papa usando una parola, il relativismo, cioè relativizzare l'assoluto. Pensate: l’assoluto è Dio, relativo è l'uomo; e noi di solito vogliamo che Dio e la Chiesa ci diano ragione, cioè la pensino come noi, siamo noi che vogliamo dire, decidere che cosa deve fare la Chiesa. Perciò relativizziamo in tanti modi, in tante forme, come quando diciamo, per esempio ‘mi sento di pregare, mi sento meglio se vado a Medjugorje, mi sento di confessarmi..…relativizziamo la grazia di Dio, anche la chiamata, la vocazione, i sacramenti al nostro sentimento; la fede non è un prodotto dell'uomo, non è un sentimento, non è un idea, un ideologia, la fede è grazia e vita.

Tanti mi dicono ‘sai il mio prete mi da l'assoluzione anche se ho i rapporti prematrimoniali completi’ e allora tu credi nel tuo prete, non nella dottrina cattolica, non sei cattolico; qualcuno mi dice, ripetendo una frase ad effetto che ha sentito magari anche da qualche prete…

Assolutamente nella confessione non si deve dire quanto pane quanta frutta quanto formaggio quanto vino, ma si devono dire i peccati, sennò manca la materia, non sono più segni sensibili ed efficaci perché manca la materia del sacramento, non banalizziamo i sacramenti con queste frasi, con queste idee.

Maria continua ad offrirci Gesù invitandoci ad accoglierlo con la conversione che per noi si chiama ‘sacramento della penitenza’ e con l’adorazione eucaristica.

Entriamo in casa, cioè entriamo nella Chiesa, qui a Loreto c'è la casa di Nazaret, entrare nella casa di Nazaret vuol dire entrare in Chiesa, la dove è presente Gesù attraverso i sacramenti specialmente dell’Eucaristia, accogliendo i sacramenti che ci da la Chiesa, non quelli che ci decidiamo noi, …’se mi sento mi confesso, se mi sento vado a Messa ...non mi sento di andare …sono stanco dopo una settimana di lavoro ..’ relativizzando la grazia di Dio, vuol dire banalizzarla, vanificarla; entriamo in casa, non facciamo come il fratello maggiore del prodigo che, pur comportandosi bene, come diciamo noi, ‘…non faccio niente di male, non uccido, non rubo, non bestemmio e magari è anche vero, ci sentiamo a posto e impediamo a Dio di usarci misericordia; non entriamo in casa, non riconosciamo la misericordia del Padre…..

Entriamo in Chiesa: questo credo sia il compito più semplice, non è difficile, è bello e basilare, che anche un capogruppo, una guida, è invitato a svolgere in questi viaggi lunghi, perché sono viaggi che durano a volte anche più di un giorno, certamente, mediamente un giorno per andare a Medjugorje e poi un altro giorno per tornare indietro; perciò è importante che chi guida il gruppo in questo viaggio di andata e ritorno sappia che guida verso Maria, verso Cristo, verso i Sacramenti, verso la Pace nell'anima, e poi al ritorno verso la vita di ogni giorno.

E allora fatta questa premessa vorrei presentarvi alcuni punti fermi, elementari semplici: il primo è aiutare i pellegrini ad avere chiara la differenza che esiste, che passa, tra il sacramento e un atto umano, che troviamo in tutte le religioni, dicevo prima, un atto umano è un atto dell'uomo, è un atto che indica un sentimento, un sentirsi, un volere e a questo livello non c'è posto per la grazia, ed è un fatto, una realtà passeggera che impedisce la conversione; quando per esempio ci si giustifica nella confessione vuol dire, magari si riconosce il peccato, ma si rifiuta la misericordia, si rifiuta il perdono: ‘..mi son già giustificato…..ho bestemmiato, ma non ci ho messo mica cattiveria, è stata mia moglie che me le ha cavate fuori… Non sono andato a Messa domenica ma ero malato, non potevo andare…...’ e allora riduco la confessione ad un atto umano, ho detto il peccato ma mi sono giustificato, impedisco a Dio di operare la grazia, di usarmi misericordia.

Quante volte poi si tace il peccato per vergogna o per orgoglio, la vergogna è mia, l’orgoglio è mio, e allora ecco che non do al Signore il motivo per perdonarmi, il motivo per non usare la misericordia; andate voi al negozio e se non tirate fuori i soldi non vi danno la merce, il prodotto e allora come vuoi tu avere la misericordia, entri in confessionale, dici anche il peccato ma giustificandoti, ecco impedisci di ricevere il prodotto, la mercanzia che è il bene più prezioso più grande, l'amore creatore e salvifico di Dio. Quando poi capita una persona che sente il bisogno di ripetere un peccato magari grave che ha già confessato, io capisco che ha rifiutato il perdono, cioè che non ha riconosciuto il perdono; che un peccato pesi sempre nel ricordo del male fatto, il dolore è una grazia e un bene, ma il bisogno di riconfessarlo è indice che non mi sono saputo perdonare; non ho riconosciuto il perdono, mai riconfessare un peccato grave già riconfessato, mai, ce ne sono molti da confessare,senza ripetere quelli, cioè tutto è indice che l'atto che compio, il gesto che compio è un atto umano, non è grazia grazia vuol dire riconoscere che Gesù ci ha già perdonato prima che noi ci confessassimo, lo sapete,perché lui ci ha già perdonati, perchè Lui è già morto per il peccatore una volta per sempre,una volta per tutti noi siamo già perdonati da Lui.

Pensate, uno che non crede, un medico che viene a confessarsi quest'anno e ha sempre fatto aborti in tutta la sua vita…e viene a confessarsi e io gli dico tu eri già perdonato, non occorreva che ti confessassi, ma confessandoti riconosci, accetti, e sperimenti nella materialità, nella concretezza del sacramento quel perdono che il signore sempre ti aveva elargito, perché è già morto per i peccatori,una volta per sempre, una volta per tutti.

Ecco l'importanza della materia del sacramento che consiste nell'accusa dei propri peccati, necessariamente quelli gravi, in ogni caso gli altri che ci sono sempre nel pentimento e c’è anche chi dice il peccato Però non è pentito e allora rifiuta la grazia; ancora è un atto umano, si vorrebbe la pace ma non la si accetta perché non si pente, quante volte c’è del rancore, dell’odio, non si saluta una persona, uno viene dentro, anche lo riconosce, magari su invito mio,faccio qualche domanda, sempre quelle, per aiutare, e dico: è in pace con tutti? Allora molti, è indice che non si confessano bene, subito dicono:”si,si,si!”,poi un attimo, veramente, con mia moglie, che mi ha lasciato per un altro ho un rancore ....se la vedo l’ammazzo!

Mio fratello ....per l’eredità, ha fatto fare una firma a mio padre prima di morire e si è pappato tutto lui,sempre tutto lui, e mi ha lasciato senza niente, quasi niente è vero non riesco a salutarlo, non posso e uno va fuori, si sente meglio, e dice "mi sono confessato" e non è vero, perchè ha ridotto il gesto a un atto umano, ha impedito alla grazia di Dio di arrivare nella sua carne,nella sua mente ,nel suo cuore ,nella sua vita, perché? Perchè non è pentito, perchè non ha rimediato.

Quante volte facciamo la confessione con la mia sofferenza per darci ragione nella nostra condotta perchè ci confrontiamo con il mondo, tutti fanno così, e non accogliamo la grazia di Dio, non riconosciamo la sua misericordia. La grazia è nella presenza di Dio.

I sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia di Dio, è il diritto fondamentale dell'uomo, negare i diritti dell'uomo è triste, tremendo, si discute, si soffre per questi diritti fondamentali, però ricordiamoci che il primo diritto dell'uomo è il diritto di Dio, il diritto alla grazia, all'amore infinito di Dio.

Per tanti anni predicavo che il diritto fondamentale dell'uomo fosse il diritto di vita, alla casa,e dicevo a tutti: se non c’è il diritto di vivere a cosa serve il diritto allo studio,al lavoro, alla casa,alla salute, se non c’è il diritto di vivere e noi non lo riconosciamo con l’aborto, con l’eutanasia, poi mi sono accorto che non è vero, neanche il diritto alla vita è un diritto fondamentale ….perchè si può avere tutto, casa, famiglia, salute, soldi e non essere felice.

Il diritto fondamentale dell'uomo è il diritto all'amore, alla speranza, alla gioia, è il diritto di Dio, il diritto alla pace, che non è assenza di guerre -dice il Concilio-, perchè uno può vivere nel pieno di una tremenda guerra ed essere in pace e non essere felice; perciò il diritto alla misericordia sta nel celebrare bene i sacramenti specialmente quello della conversione e della confessione.

Se diciamo ‘siamo senza peccato’ inganniamo noi stessi, e la verità di Dio non è in noi.

C’è gente che viene nei confessionali e dice ‘io non ho peccati’ oppure dice il bene che fa …‘prego, vado sempre a Messa’ oppure il male che non fa ‘non ho ucciso, non ho rubato’ o dice i peccati degli altri, della moglie, dei figli, dei suoceri, dei vicini di casa , o si giustifica..

Se diciamo ‘siamo senza peccato’ inganniamo noi stessi, e la verità ’Dio non è in noi.

Se invece riconosciamo pubblicamente i nostri peccati li perdonerà perché Egli mantiene la Sua parola, Egli ci libererà da tutte le nostre colpe perché è buono; se diciamo ‘non abbiamo mai commesso peccato’ facciamo di Dio un bugiardo e la sua Parola non è in noi.

Quando uno dice così ‘non ho peccati’ o si giustifica è come dicesse ‘Oh Dio tu sei un bugiardo, sei un falso.

Ditemi, che cosa sono le bestemmie nostre nel Veneto, in Toscana di fronte ad una frase del genere: io le chiamo giaculatorie.

Perché si nomina, diceva una maestra che è morta, a un giovane bestemmiatore là nel vicentino: ‘sa che lei è più religioso di me che vado a Messa tutti i giorni…’ ‘eh cosa, mi prende in giro?’ ….’ No , no io non nomino tanto il Signore come fa lei.

Ma la bestemmia vera è un’altra: dare a Dio del bugiardo, dire tu sei morto per i peccatori…ma fammi ridere! Ma cosa hai fatto per gioco? Io non sono peccatore.

Non ne avevo bisogno. E’ tremendo.

E’ triste non chiamare più peccato il peccato condizionati dai media, dalla televisione, non ci si saprà mai amati e andremo in cerca dei piaceri, delle passioni ma non raggiungeremo mai la gioia; avremo dei sorrisi a pagamento come quelli della televisione ma non sapremo mai sorridere senza l’esperienza della misericordia del perdono.

Alcuni veggenti nelle varie apparizioni anche a Fatima come pure a Medjugorje hanno visto l’Inferno, il Paradiso, il Purgatorio e poi si parla a Medjugorje di molte persone possedute, disturbate non dico indemoniate, ma insomma dove agisce il maligno. Anch’io le incontro. Potrei accennarvi a esperienze personali però in chi dice di non aver peccato io riconosco il Maligno, perchè è lui, secondo la scrittura, che viene cacciato da primo degli angeli Lucifero portatore di Luce nell'inferno perchè aveva detto "sarò come Dio" e ha spinto i progenitori –gen.3,4- ‘sarete come Dio’ e San Michele nell'Apocalisse con il suo nome combatte questa grande battaglia. Chi è come Dio? Con il nome che porta Michele;  perciò il demonio è presente oggi soprattutto attraverso la perdita del senso del peccato che è la perdita del senso di Dio, confondendo il peccato con la colpa; il senso di colpa è tremendo, è da fuggire perchè è privo di speranza, è privo di misericordia, di perdono, il senso del peccato invece è la grazia più grande, perché è il diritto alla misericordia, diritto di Dio.

Oggi la nostra società ci spinge tutt'al più ad avere il senso di colpa. Allora anche su questo si potrebbe approfondire con qualche vostra domanda.

Un terzo punto che vi inviterei a proporre alla meditazione dei pellegrini è l'importanza che ha la grazia come realtà oggettiva, dicevo prima, la fede, i sacramenti non sono un sentimento e neanche un idea, ma sono un dono, una grazia, cioè gratis, regalo e vita e allora nel catechismo al numero 229 del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCCC) si definisce, ancora una volta, la dottrina di sempre detta con tre parole ex opere operato, cioè dall'azione il frutto, indipendentemente dalla santità del sacerdote che consacra o che assolve perchè è Gesù che agisce nel sacerdote, nella persona e nell’uomo agisce in persona Christi. Io quando celebro dico sempre: ‘Signore, so che sei tu’ con l’epiclesi d’invocazione dello Spirito ‘….manda il Tuo Spirito…perché questo pane e questo vino diventi il corpo di Cristo….non io, Tu’, proprio perchè è grazia, è vita, non è un idea, un sentimento, sono segni sensibili ed efficaci della grazia, cioè di Dio, della presenza sua. Il più grande dei sacramenti è proprio l’Eucaristia, vera carne, vero sangue, non un ricordo, non un sentimento. Un Dio è veramente umano, non un Dio disumano.

San Francesco aveva presente il mistero dell'incarnazione, il primo sacramento, seguendo una ideologia tedesca ‘ur sacramentum’, il ministero dell'incarnazione, cioè si fa carne il Dio, la Parola, il Verbo, l'Amore che diventa carne, altro che Einstein, massa uguale energia. La Bibbia lo dice fin dagli inizi: la Parola che si fa Carne, non è una novità.

E San Francesco gode, gusta quando istituisce il Presepio a Greggio leggendo il Vangelo perché era diacono pronunziando le parole ‘Bambino’ e ‘Betlemme’ si leccava le labbra e sembrava belasse come una pecora perché gustava nella sua carne il mistero dell'incarnazione.

Sant'Alfonso Maria de Liguori ha scritto tante poesie e preghiere su Gesù Bambino, ‘Tu scendi dalle stelle’ e in dialetto napoletano ‘Quando nascette ninno’ e ‘Gesu’ Cristo piccirillo’, mariuncello arrubbacore, vusto core tiene a tillo non me sta piu’ a nquieta’, tu si come na muschella che va attorno a lo zuccheriello poi la caccio essa s’azzecca

Si me vo manna’ all’Inferno pe peccata c’aggio fatto, io ce vado ma a nu patto, che ce venga pure tu, tanto po ne chiu’ n’inferno ma no veroè paradiso, che solo tu co sto’ bel viso ogni pena poi cagna’. Quant’è sciocco chi te lassa pe trova’ n’antra bellezza. Lassa lu mare pe no’ schizzo che nu jorno a’ da essicca’…….

L’importanza dell’incarnazione, cioè capire che i sacramenti sono concretezza, grazia, realtà, vita indipendentemente dal soggetto. Quanto soggettivismo ha dominato in questi ultimi decenni in contrapposizione a quel legalismo nel quale molti di noi sono stati educati da bambini. Com’è brutto rispondere a un errore con un errore uguale e contrario. Allora, riferendoci al sacramento della Eucaristia, voi sapete che importanza la Madonna richiama a questo sacramento con la Comunione e soprattutto con l’Adorazione. E’ importante entrare nella realtà di questo sacramento.

Mi ha aiutato molto a capire il senso dell'Eucarestia l’incontro nella mia vita abbastanza lunga di sacerdote (35 anni di sacerdozio domani); a 22 mi hanno anticipato l’ordinazione perché mio padre stava morendo e infatti non avrebbe potuto partecipare. In questa lunga esperienza ho incontrato dei poveri che volevano farmi l'elemosina. Ne ricordo alcuni in particolare. Nel ‘90 ero nel Salvador, in Centro America, c’era la guerra, stavo li massimo 3 mesi, e con la guerra si muore di fame, con le carestie e le epidemie; la povertà non fa mai morire di fame, e la gente moriva di fame. Al venerdì andavo in un villaggio sulle pendici del vulcano, confessavo un paio d’ore, celebravo la messa, facevo la catechesi, qualche battesimo e una volta andavo alle due del pomeriggio e tornavo la sera dopo le 6, le 7, con un Toyota sgangherato; era pieno di buche….finito un servizio, un giorno, un uomo di mezza età, come gesto di riconoscenza mi allunga una fetta di polenta. Là a quel tempo mangiavano solo il mais abbrustolito, tortilla, o bollito, tamal, ed era avvolto nelle foglie di pianta simile al banano, era condito, perché avevano un maialino, lo condividevano con i vicini perché non avevano il frigorifero –la povertà fa sempre condividere- non avevano l’acqua e per non perdere materia prima avevano raschiato la carne mista con grasso e da questa fetta di polenta uscivano le setole, i peli e mi faceva schifo perciò non volevo mangiarla; pensavo ‘…quando torno alla base stasera in parrocchia trovo la cena sicura’ e loro pativano la fame, e non volevo mangiarla, insistevo, i bambini ridevano guardandomi….insomma mi hanno costretto a mangiarla e in quel momento quell'uomo, che mi sembrava povero, si è dimostrato ricco, perchè capace di fare carità, e io volevo impedirglielo come quando vorremmo impedire loro di mettere al mondo tanti figli da mantenere, vorremmo impedire loro di fare carità e invece il povero farà sempre carità perché sta nella condizione del povero.

Laddove non esiste cassa malattia, se uno si ammala, chi lo assiste? Più figli ha più sicurezza ha. Laddove non esiste pensione se uno ha la grazia di diventar vecchio chi gli da un da pezzo di pane? Più figli ha più sicurezza ha. Sapete quante volte ho confessato perche si facevano chiudere le tube perché non avevano lavoro e poi una volta trovato, doveva far cosi altrimenti rimaneva a casa. E poi si pentivano, perchè per avere qualche soldo in più perdevano l'integrità della loro persona, la capacità di diventar madre.

Comunque non fanno i figli solo per interesse ma hanno il diritto di farli anche per amore, il diritto di amore, fatto sta che quell'uomo si è dimostrato ricco e io mi sono ritrovato affamato perché non potevo fare a meno di quella fetta di polenta, perché anch’io nonostante la mia durezza e rigidità, come tutti avevo bisogno di un gesto di bontà di affetto e mi sono ritrovato bisognoso di quella fetta di polenta. Mi ha aiutato a pensare all’Eucaristia, e cioè al più povero di tutti i poveri: Gesù Crocifisso, il quale unisce alla sofferenza fisica il peccato mio e dell’intera umanità e dalla Croce ci allunga non una fetta di polenta ma un pezzettino di pane, il suo Corpo, e beati noi se ci riconosciamo affamati, bisognosi dell’Eucaristia, anche se non possiamo riceverla sacramentalmente, ma necessariamente nello Spirito, nel desiderio.

Così due anni fa al telegiornale parlando dell’inquinamento hanno fatto vedere la carcassa di un gabbiano sulla spiaggia del mare e questo gabbiano aveva fame e si vedeva con poche penne, l’ossatura del torace piena di pezzi di plastica, di tappi e, avendo fame, ingoiava tutto quello che incontrava. Incontrava l’inquinamento. Sapete che gli uccelli, i tacchini, le galline, mangiano anche i sassi perché l’acido che hanno nello stomaco scioglie anche il calcare e quella volta con la plastica non era riuscito. In campagna ci vogliono 40-50 anni prima che la plastica si sciolga! Quel gabbiano è morto di fame a pancia piena. Che assurdità! L'eucarestia ci fa morire sazi anche a pancia vuota e il nostro mondo oggi com’è? Moriamo a pancia piena senza amore, senza grazia di Dio, senza misericordia, andando in cerca, pagando gli affetti dei figli e dei nipoti, esigendoli, perché ne siamo privi, moriamo di fame a pancia piena.

Ero a Sassari più di 15 anni fa a predicare il mese di Maggio ed è venuta una signorina di 26 anni a chiedere che un sacerdote, un frate portasse la comunione e confessione a una sua coetanea: l’aveva conosciuta guardando giù dal balcone mentre quella batteva il marciapiede per vendersi e avere i soldi per la droga.

L’ha preparata, conosciuta, offerto del cibo, lavava i vestiti, l’ha visitata, seguita all’ospedale finché è morta, l’ha preparata a ricevere i sacramenti. Sono andato a confessarla e si è confessata sufficientemente bene; le ho dato la comunione e le ho dato un bacetto pensando a Madre Teresa e le ho detto: ‘Ti voglio bene’ e questa 26enne stava tutta nera, pelle e ossa, stava per morire, mi diceva: ‘Non andar via, non andar via!’ mi ripeteva sempre. Sono arrivati i medici e allora sono uscito. Pensate a quegli uomini che incontrava…non vedeva l’ora che se andassero via e lasciassero i soldi e a me diceva ‘non andar via’….ed è morta sazia, a pancia vuota.

Allora tanti vengono a confessarsi e non mi dicono neanche che mancano la Messa la domenica. Che è il primo dei cinque precetti della Chiesa. Sapeste a quanti domando se vanno a Messa tutte le domeniche….qualche volta! Una volta all’anno, due volte all’anno, a Natale, a Pasqua. Se no, non lo confessano neanche. Possiamo morire sazi, morire con l’Eucaristia quando neanche ci confessiamo di mancare la messa la domenica!

Ricordatelo ai pellegrini!

Ecco allora questo è il terzo punto e come conclusione, volevo sottolineare l'importanza della comunione spirituale per chi non può riceverla sacramentalmente.

Purtroppo c’è molta confusione; anche recentemente un prete, un buonissimo prete del mio vicariato in Italia, mi ha detto: ‘..se io non do i sacramenti si allontanano di più dalla pratica religiosa’. E’ una falsità. Se tu dai i sacramenti a chi non può riceverli al momento ti ringrazia e poi magari viene, poi è sicuro che non viene più. Perché? Perchè non sono preziosi, non sono importanti. Invece mi ricorderò sempre una coppia di conviventi in Piemonte durante una missione mi hanno detto una frase che mi ha incoraggiato: ‘Il saperci non in regola con la dottrina della Chiesa ci ha portato ad avvicinarci di più’’.

Questo è logico, se io son lontano da una realtà mi avvicino.

Allora l'importanza della comunione spirituale: ci sono bambini che non hanno ancora fatto la prima Comunione e che sanno cosa vuol dire, la desiderano e la fanno spirituale. Ci sono persone nel mondo che non hanno sacerdoti. 600 o 800.000 cattolici in Arabia Saudita, dove è proibito andare in Chiesa, portare un Crocifisso, sono Filippini o Indiani, non hanno l'Eucarestia e fanno la comunione spirituale, di desiderio; c’è gente malata anche in Italia che non si preoccupa di chiedere oppure peggio non ha chi porta l'eucarestia.

Fa la comunione, magari spirituale, di desiderio; anche chi ha un peccato, non assolto, può fare la comunione spirituale, che può essere migliore della mia sacramentale, fatta per abitudine.

Nessuno può stare senza il corpo di Cristo, nessuno, perchè sarebbe un morto ambulante perché sarebbe un affamato, un morto di fame.

E poi un grande problema dei nostri tempi è il problema della castità. E su questo mi piacerebbe se ci trovassimo l’anno prossimo, magari ci tornerei volentieri sopra.

E’ un argomento che merita più tempo ed è veramente prezioso e importante; dico solo qualcosa. Guardate, io non posso dare l'assoluzione se si hanno rapporti completi fuori del matrimonio. Questo lo faccio perché voglio essere cattolico e voglio bene alla persona. Non posso andare contro la dottrina cattolica perché tradirei il significato dei sacramenti e ingannerei i cristiani e dovrei rispondere a Dio del sacrilegio che compio.

Oggi la maggioranza dei fidanzati ha rapporti prematrimoniali ... ma anche i 60enni: è il dolore mio più grande ma la gioia più grande corrispondente è la riscoperta della castità che è qualcosa di meraviglioso. E su questo bisognerebbe parlare a lungo. Non entro adesso nel tema, vi riporto qualche fatterello.

A fine Agosto ero sulla strada dirimpetto al Santuario di Medjugorje, aspettavo in hotel una persona verso le 12.15. Arriva una coppia tutta affannata che mi cercava affannosamente, perché volevano dirmi che il 30 settembre si sarebbero sposati. In aprile erano venuti ma io non avevo dato loro l’assoluzione.

Se si convive non si può dire che si vuol bene al proprio uomo e alla propria donna, che tutti lo sappiano e non si vuol dirlo a Dio. Vuoi essere cristiano e non lo dici neanche a Dio? Il fatto che io li abbia responsabilizzati li ha portati a riflettere a prendere questa decisione, se no magari andavano avanti così….con l’assoluzione del prete, andava bene lo stesso…e magari dopo 10-20 anni avrebbero rotto la convivenza….e non ci sarebbe più stato il tempo per pensare a un matrimonio.

Un uomo italiano di 52 anni al confessionale mi disse: ‘E’ la prima volta che mi confesso’…

Capite, 52 anni la prima confessione? Era stato battezzato appena nato in Italia ma una volta emigrato all’estero, basta; dove le radici non sono solide, è facile perderle.

E’ tornato, ha incontrato una donna più giovane di 42 anni, che lo ha aiutato. Si è confessato sufficientemente bene, ho dato l’assoluzione e la Prima Comunione. E’ venuto alla Messa all’aperto ove eravamo decine e decine di sacerdoti. E’ venuto da me per la prima comunione e dopo un mese ci siamo ritrovati. Abbiamo parlato un po’ e ho capito che la sua ragazza lo ha aiutato, sì spiegandogli come si svolgono e in cosa consistono i sacramenti, ma soprattutto con la castità fino al matrimonio – niente rapporti! E allora lui ha capito che è preziosa, che vale, che costa, che merita e ha accettato anche la sua fede! Non scherziamo con i sacramenti.

Un’altra coppia mi ha raccontato di arrivare alla fine del fidanzamento castamente. Ma è dura, soprattutto per lei, convinta che se ci si vuol bene ci si sposa lo stesso. Fanno tutti così…

Lui invece, a Medjugorje, come capita in un modo o nell’altro a molti, se no quasi a tutti, ha percepito qualcosa, in questo caso una conferma e senza che ci fosse motivo, ripeto, ha aggiunto: ‘Adesso vado a casa e le dico, o continuiamo così o ti mollo!’ …

Ultimo esempio: circa 5 anni fa ero qui con un gruppo e viene a confessarsi un giovane che era con un altro gruppo ma non lontano dal mio convento – 30 km – e gli ho detto le piu’ belle parole che si possano immaginare ma non ho potuto dargli l’assoluzione perché conviveva. Lui mi ha ascoltato –e tanti non mi ascoltano quando parlo nel confessionale e mi fanno ripetere 5-6 volte la stessa cosa, poiché si è così fissati su sè stessi..- e tornato a casa parla con la sua donna; erano molto giovani ma vivevano insieme in una bella casa; mi vengono a cercare a 30 km di distanza perché vogliono fare la preparazione prematrimoniale con me. Io di solito faccio 8 sere di preparazione. Le prime due sere hanno detto alle coppie presenti testuali parole: ‘ci vogliamo più bene adesso che ci rispettiamo –mancano 10 mesi al matrimonio- che non prima..’. Prima aveva il sopravvento la passione, adesso un ‘amore che rispetta, che tiene da conto, che ha cura. Avevano due sacerdoti -il parroco di lei un salesiano- desiderosi di benedire le nozze, e loro hanno voluto che io presiedessi il matrimonio e siamo diventati amici, ma tanto amici; è un caso non unico ma di una coppia che si ora, dopo il matrimonio, si confessa insieme, se vedeste che bella confessione!

I primi cristiani si confessavano in pubblico, come dice il catechismo. E loro ora danno testimonianza, sono animatori.

L’estate scorsa è venuto un domenicano dagli Stati Uniti e ha finito gli studi a Medjugorje. Negli Stati Uniti è stato nominato maestro dei novizi. Delle quattro province la sua è quella che guardava sull’Oceano Atlantico: ha 21 novizi ed erano 50 anni che non ce n’erano: tutti giovani maturi, professionisti, laureati e io non mi meraviglio perché negli Stati Uniti, che ci hanno preceduto nel seguire i vizi e i peccati del dopoguerra, da molti anni c’è un movimento ‘pro-life’ per la vita molto forte che sembra ormai aver raggiunto la maggioranza anche dell’adesione nella popolazione. E anche c’è una riscoperta della virtù della castità prematrimoniale: i giovani fanno un giuramento pubblico mettendo un anello al dito che tutti riconoscono. E da questo nascono anche le vocazioni. E’ logico e inevitabile. Nonostante possa sembrare il contrario io sono ottimista. Sono sicuro che ci sarà uno sconvolgimento. Allora, per concludere, l’invito è all’Adorazione. L’Eucaristia è preziosa per tutti, si fa la comunione spirituale e l’Adorazione è la comunione spirituale per tutti, sia per chi può farla sacramentale, sia per chi non può farla.

E’ un essere in continua unione, in contatto con Dio, con Cristo, è un mettersi sotto lo sguardo di Dio, di Gesù. È lo sguardo stesso di Gesù verso Maria a Nazareth.

E qui a Loreto siamo a Nazareth, in queste case piccole, come potevano non guardarsi…. noi magari stiamo in un’altra stanza e non ci incontriamo con i familiari.

Loro avevano due stanze, una scavata nella roccia che è rimasta a Nazareth e un’altra portata qui; e Gesù guardava Maria e Maria guardava Gesù: è l’Amore che non si stanca di guardare, che non finisce mai, è l’Amore di chi adora davanti al dono più grande e più prezioso che Cristo ci ha lasciato: il Suo CORPO nel Sacramento mirabile dell’Eucaristia.

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