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Richiesta di preghiere

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venerdì 7 giugno 2013

Sacro Cuore di Gesù

La devozione al Sacro Cuore nel XVII secolo

clip_image001Agli inizi del '600 la devozione al Sacro Cuore si diffuse specialmente per opera dei Padri gesuiti. Ne ricordiamo alcuni fra i più noti. In Spagna Luis De La Puente trattò di questa devozione nelle sue numerose pubblicazioni. In Ungheria Matyas Hajnal scrisse in lingua ungherese un libro di preghiere, nel quale espone "La devozione per cuori che amano il Cuore di Gesù". In Polonia Kasper Druzbicki compose il trattato "Meta cordium Cor Jesu". In Francia Vincent Huby propagò questa devozione nelle missioni parrocchiali in Bretagna e nei corsi di Esercizi a gruppi di decine di persone.

L'attività dei gesuiti e di altri propagò la devozione al Sacro Cuore in un ambito pubblico, ma non molto esteso. Un buon passo avanti si verificò mediante S.Giovanni Eudes (1601-1680). Grande fu la sua opera nella diffusione della devozione ai SS. Cuori di Gesù e Maria. A lui si deve la prima composizione della Messa e dell'ufficio in onore del Sacro Cuore. Leone XIII - che ben conosceva la storia di questa devozione - lo ritenne come "l'autore del culto liturgico dei SS. Cuori".

Cinque anni dopo l'approvazione della Messa avvennero le rivelazioni a S.Margherita Maria Alacoque (1647-1690), a Paray-le Monial, dal 1673 al 1675. Il gesuita S.Claudio de la Colombière, confessore della veggente, ritenne autentiche le rivelazioni. Ma poco dopo, nel 1676, fu inviato in Inghilterra, incarcerato a causa di false accuse e si ammalò gravemente.

Rimandato in Francia nel 1679, l'infermità gli impedì di diffondere la devozione al Sacro Cuore. Ma Colombière la inculcò a vari studenti gesuiti, dei quali era direttore spirituale. Morì nel 1681. Tra quei studenti vi era Giuseppe Gallifet s.j. (1663-1749), che assimilò fortemente il messaggio delle rivelazioni. Divenuto sacerdote dedicò una straordinaria attenzione nell'illustrare e diffondere le rivelazioni e la devozione al Sacro Cuore.

In tempi piuttosto brevi le rivelazioni a S.Margherita Maria concorsero grandemente all'eccezionale movimento della devozione. P.Gallifet sostenne S.Margherita Maria e compose la Messa in onore del Sacro Cuore: "Venite, exultemus" e l'Ufficio corrispondente. Il Vescovo di Coutances, Mons. Francesco de Lomènie de Brienne, nel 1688 approvò il formulario della Messa e permise di celebrare la festa liturgica del Sacro Cuore il venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini.

La prima richiesta a Roma: 1696

Dopo la morte di S. Margherita Maria Alacoque (1690), le Visitandine di Francia, incoraggiate dalla diffusione della devozione, presentarono varie richieste alla Santa Sede: l'approvazione della festa liturgica del Sacro Cuore; la sua celebrazione il venerdì dopo la festa del Corpus Domini; la facoltà per tutti i sacerdoti che in quel giorno avessero celebrato nei monasteri della Visitazione di dire la Messa "Venite", composta dal P.Gallifet.

I Padri gesuiti appoggiarono la mozione. Si ebbe pure il patrocinio della regina Maria, moglie di Giacomo II Stuart, re d'Inghilterra. Fu nominato "ponente" della causa il Card. Tousaint. Nella discussione della causa il promotore della Fede, Mons. Bottini, si oppose risolutamente all'approvazione. Le ragioni addotte erano soprattutto due: la Chiesa nel culto pubblico non si basa su rivelazioni private; la questione fisiologica del cuore umano in rapporto alle commozioni passionali (amore, dolore, ecc.) non era chiarita. Il 30 maggio 1697 fu reso noto l'esito negativo della causa. Anche i formulari della Messa "Venite" furono respinti.

Secolo XVIII - Si ottiene l'approvazione pontificia

Nonostante la risposta negativa del 1697, la devozione continuava a diffondersi. Il P.Gallifet elencava 317 associazioni in onore del Sacro Cuore sorte nel decennio 1693-1703.

Le Visitandine per la seconda volta presentarono la domanda di approvazione della festività. Il Papa Benedetto XIII era noto per la sua pietà. Alle Visitandine si unì l'episcopato francese, il re Augusto di Polonia e Filippo V di Spagna.

Il P. Gallifet, postulatore, presentò un'opera sul culto al Sacro Cuore e la sua diffusione, che venne pubblicata a Roma l'anno precedente. Nella "causa" il Promotore della Fede era Prospero Lambertini (poi Benedetto XIV). La decisione finale fu: "Non proposita", che nello stile della Curia romana significava che la festività non si approvava. Due anni dopo (1729) fu riproposta l'approvazione e si ebbe un terzo amaro e secco: "Negative".

Per la quarta volta si presentò domanda per l'approvazione alla Sacra Congregazione dei Riti, nel 1763. L'iniziativa partì dall'Episcopato polacco. Appoggiavano la domanda alcuni Principi di Polonia e di Francia. Il sostegno più imponente venne da 148 vescovi di Europa che sottoscrissero la petizione. Tra questi ci fu S.Alfonso Maria de' Liguori.

La "causa" fu discussa a lungo. Il 2 gennaio 1765 la Sacra Congregazione dei Riti approvava la festa del Sacro Cuore "pro regno Poloniae, pro catholicis Hispaniarum regnis, necnon pro archiconfraternitate sub titulo eiusdem santissimi Cordis in Urbe" ("per il Regno di Polonia, per i cattolici dei regni della Spagna, nonché per l'arciconfraternita che a Roma porta il titolo del Santissimo Cuore").

La decisione fu confermata dal papa Clemente XIII il 6 febbraio 1765, cioè il mese dopo. Il papa tolse però tolse la dizione "pro catholicis Hispaniarum regnis". La festa liturgica era limitata dunque alla Polonia e alla Arciconfraternita del Sacro Cuore in Roma. Per la festività liturgica si stabilì il venerdì dopo il Corpus Domini. Da questo momento comunque si può dire che inizia nella Chiesa il culto pubblico canonico al Sacro Cuore.

Nel decreto di approvazione è ricordata la grande diffusione del culto al Sacro Cuore, "per omnes catholici orbis partes" ("per ogni parte del mondo cattolico"). Il "sensus" del popolo cristiano fu determinante e venne revocato il decreto negativo del 30 luglio 1729.

Poco dopo - l'11 maggio 1765 - fu approvato il testo di un nuova messa, detta "Miserebitur". La notizia dell'approvazione della festa si diffuse rapidamente. Molte diocesi e famiglie religiose si affrettarono a domandare l'indulto per celebrarla, adottando i nuovi testi.

Tutti l'ottennero. Tra i richiedenti ci furono la Compagnia di Gesù, le Visitandine, le diocesi di Pozzuoli e di Gallipoli, diverse Comunità religiose di Capua e Napoli. I testi della nuova messa sviluppano il tema dell'amore misericordioso del Cuore di Gesù, l'onda salutare che scaturisce dal Cuore squarciato, l'immolazione di Gesù sulla Croce nella natura umana.

Estensione universale della liturgia del Sacro Cuore

L'approvazione pontificia - anche se limitata - provocò una immensa diffusione del culto al Sacro Cuore. Non cessarono però dissensi oltraggiosi da parte dei giansenisti, presentando il culto al Cuore di Gesù come un atto di idolatria.

Nel vivo di questa acre polemica la regina Maria Francesca di Portogallo chiese al Papa Pio VI, nel 1777, l'indulto di celebrare la festa liturgica in Portogallo e in tutti i suoi domini. Pio VI "benigne annuit" (rispose favorevolmente) alla domanda dell'indulto e di altre richieste riguardanti la festività del Sacro Cuore.

La rivoluzione francese e il periodo napoleonico spazzarono le polemiche gianseniste e invece la devozione si sviluppò maggiormente. A metà del XIX secolo quasi non vi era diocesi che non avesse ottenuto dalla Sede Apostolica l'indulto di celebrare la liturgia del Sacro Cuore.

A distanza di quasi un secolo dalla prima approvazione romana (del 1765), Pio IX ritenne maturi i tempi per l'estensione della festa alla Chiesa Universale ed emanò il decreto il 23 agosto 1856. Fu adottata la messa "Miserebitur" col suo Ufficio, nella categoria di "duplex maius", secondo i gradi della liturgia di allora.

Conclusione

L' estensione universale della liturgia del Sacro Cuore ebbe una difficile gestazione. Le risposte "negative" di Roma, l'esame dei testi liturgici, l'attenzione a distinguere tra rivelazioni private e il "Deposito della Fede", i quesiti anche non teologici riguardanti le relazioni tra il cuore e i sentimenti di amore, dolore etc., mostrano quanto sia circospetta la Chiesa nel culto pubblico. La liturgia è la Fede orante. Se nulla di spurio può entrare nel Deposito della Fede, altrettanto nulla di insicuro può sovrapporsi allo splendore della liturgia.

Una delle caratteristiche della liturgia è che rispecchia diverse età storiche, vari atteggiamenti di popoli e differenti spiritualità di fondatori di ordini religiosi. Qualcosa di simile è avvenuto nella formulazione dei numerosi testi liturgici per Messe del Sacro Cuore precedenti al 1856. In essi affiora un continuo lavorio che mette in rilievo molteplici aspetti della "charitas" umana e divina del Verbo-Uomo: amore misericordioso, tenerezza di sentimenti, immolazione, riparazione, peso dell'ingratitudine... Una vasta "concorde discordia" di un grandioso coro, che comunica al pellegrino, nelle vie semioscure della storia, serenità e una misteriosa energia per servire.

 

CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE
(di S. Margherita Maria Alacoque)

clip_image002Io..., dono e consacro al Cuore adora­bile di Gesù la mia persona e la mia vita, le mie azioni, pene e sofferenze per non più servirmi di alcuna parte del mio essere, se non per onorarlo, amarlo e glorificarlo.

E' questa la mia irrevocabile volontà: essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore, rinunciando a tutto ciò che può dispiacergli.

Ti scelgo, Sacro Cuore di Gesù, come unico oggetto del mio amore, custode della mia vita, pegno della mia salvezza, rimedio della mia fragilità e inco­stanza, riparatore di tutte le colpe del­la mia vita e rifugio sicuro nell'ora del­la mia morte.

Sii, o Cuore di bontà e di misericordia, la mia giustificazione presso Dio Padre e allontana da me la sua giusta indi­gnazione. Cuore amoroso di Gesù, pon­go in te la mia fiducia, perchè temo tut­to dalla mia malizia e debolezza, ma spero tutto dalla tua bontà.

Distruggi in me quanto può dispiacer­ti. Il tuo puro amore s'imprima profon­damente nel mio cuore in modo che non ti possa più dimenticare o essere separato da te.

Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te, poichè voglio vivere e morire come tuo vero devoto. Sacro Cuore di Gesù, confido in te!

"Benedirò le case dove l'immagine del mio S. Cuore è esposta e onora­ta. Metterò la pace nelle famiglie. Le consolerò nelle loro pene." (Promesse del S. Cuore a S. Margherita Maria Alacoque).

Fonte: IdM_buonagiornata

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