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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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domenica 29 dicembre 2013

Preparazione alla Confessione (3)

 

Messaggio del 7 novembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
”Non confessatevi per abitudine, per rimanere come prima, senza alcun cambiamento. No, così non va bene. La confessione deve dare un impulso alla vostra vita, alla vostra fede. Deve stimolarvi ad avvicinarvi a Gesù. Se per voi la confessione non significa questo, in verità vi convertirete molto difficilmente.”

 

PREPARAZIONE ALLA CONFESSIONE  (3)

Medjugorje, 07/10/13
Padre Luigi, cappuccino

Ci sono alcuni peccati che facciamo fatica a riconoscere.
Altro peccato è la magia: farsi leggere le mani, le carte, portare amuleti, ricorrere a tutte queste cose orientali. Vanno tutte contro il primo comandamento: “Non avrai altro Dio all’infuori di Me”. Il reiki, la pranoterapia, lo yoga...“facciamo la ginnastica”… No, non è vero, perché è un modo di meditare della religione induista. Quando facciamo il mantra. Il mantra è l’invocazione di una divinità. Lo yoga mi porta a fare che cosa? Ad unirmi con la divinità. Quindi quando pronuncio quel nome è il nome di una divinità. Ma ci può essere un altro Dio all’infuori della Trinità? No. Quindi cosa sto nominando? Che Dio sto nominando? Dietro c’è proprio tutto questo. I chakra. Non fatevi mettere le mani addosso. Non fatevi aprire nessun chakra, perché dietro l’apertura dei chakra c’è il risveglio della Kundalini. Sapete cos’è la Kundalini? E’ lo spirito del serpente che dalla punta della spina dorsale risale lungo tutta la spina e ti arriva in testa, perché così ti apre alla divinità attraverso i punti energetici.
Capite cosa c’è dietro? La Bibbia chiama l’antico serpente con un altro nome. Ti mette in contatto con la divinità... Quale? Perché per entrare in contatto con il Padre c’è solo una strada: Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, fattosi Carne nel grembo verginale di Maria. E’ attraverso di Lui che noi diventiamo una cosa sola con Dio Padre nello Spirito Santo. Non ci sono tecniche e non ci sono altri dei. Tutto questo va contro il primo comandamento che è il più grave.
Quando a Fatima la Madonna ha portato i tre pastorelli a vedere l’Inferno... perché l’Inferno esiste, è un dogma di fede, Catechismo della Chiesa Cattolica. Anche se il sacerdote vi dice che non è così, non credeteci. Perché se ve lo dice rispondete: “Tu sei ministro di Cristo e della Sua Chiesa, non delle tue idee”. Io non vi devo dire le mie idee. Vi devo dire il pensiero di Cristo attraverso la Sua sposa che è la Chiesa. Quindi l’esistenza dell’Inferno c’è nel Vangelo ed è un dogma di fede. Dogma significa che la Chiesa ha una verità chiara per cui diventa un dogma. Noi, con la nostra fede, dobbiamo dare l’assenso dell’intelletto e della nostra volontà. Quindi l’Inferno esiste.
La Madonna, quando ha portato i tre pastorelli di Fatima, tre bambini di 7, 9 e 11 anni, non si è preoccupata di dire: “Ah, poverini. Li spaventerò, Avranno paura”. perché la verità è quella. Scusatemi... Ai vostri figli, quando erano piccoli, avevate paura di togliere la mano dalla presa della corrente? “No... Che se lo strattono magari viene il trauma al bimbo...” Ma se mette le due dita ti muore il bimbo, giusto? E tu gli dici: “No! Lì non si mettono. Lì si muore!”
La Madonna, che è mamma, ha fatto la stessa cosa. Se io dico che l’Inferno non esiste fate quello che volete. Non vi preoccupate...Vi faccio male. Quando la Madonna li ha portati a vedere l’Inferno, quando sono tornati Lucia scrive nella sua relazione - prendiamo Fatima, perché è stata approvata dalla Chiesa, così nessuno può dire nulla: “Era talmente l’odio di quelle anime dannate che se non ci fosse stata la Madonna a proteggerci saremmo morti per quell’odio”.
Lucia dice alla Madonna: “Mamma, ma qual è il peccato più grave?’ E la Madonna risponde: “Il peccato più grave è l’idolatria”. Dare culto a qualcosa o a qualcuno che non è Dio. Consacrare la propria esistenza a qualcosa o qualcuno che non è Dio. La magia vi porta in questa direzione.
L’induismo, la pranoterapia vi portano in questa direzione. Non c’è bisogno di Dio! Il reiki... “Ti guarisce l’energia universale! Ti guarisce il mio potere!” Questo è mettere un altro al posto di Dio, di Gesù Cristo, che è l’unico che ti guarisce dalle malattie del corpo e dello spirito. Questo và contro il primo comandamento che è il più grave. Quindi attenzione: confessateli questi peccati.
L’odio. Attenzione all’odio. Abbiamo ascoltato il secondo figlio oggi nella parabola, il quale non voleva perdonare suo fratello. Ma non perdonando suo fratello non è entrato alla festa. “Ma come? Tu hai perdonato lui che ha fatto questo, quello e quell’altro? Io non lo voglio perdonare”. Non è entrato alla festa. Bisogna perdonare, perché se non perdoni non entri alla festa dell’Amore di Dio! Quel figlio è rimasto lì. Quando non perdoniamo il male lo facciamo a noi stessi, perché ci mettiamo fuori dall’Amore di Dio. Ci mettiamo fuori dalla gioia di Dio. Ci mettiamo fuori dalla vita eterna. Pensate che nel Padre Nostro, la preghiera dei figli, noi riconosciamo Dio come Padre, Gli chiediamo di santificare il Suo Nome, di realizzare il Suo Regno, di realizzare la Sua Volontà in noi come si vive in cielo, di donarci il pane quotidiano, di perdonarci i peccati, di aiutarci nella tentazione, di non farci soccombere dal maligno. Quindi chiediamo a Dio di fare Lui. Una cosa soltanto ci impegniamo a fare. Qual è? Perdonare. Gesù l’ha messa così la preghiera. Una sola cosa. Difatti Gesù, se prendete i Vangeli, alla fine del Padre Nostro conclude: “Perché se non perdonerete di vero cuore ai vostri fratelli, il Padre vostro che è nei cieli non vi perdonerà”.
Significa che quando noi non perdoniamo diciamo a Dio: “Non mi perdonare”. Allora hai voglia ad andare dal prete a dire: “Io voglio chiedere perdono di questo e quest’altro...” Se non sei disposto a perdonare, non c’è perdono che possa scendere su di te.
D: Il perdono è un processo o un atto di volontà?
R: Il perdono è un atto volontario come è l’amore... L’amore non è un sentimento. Perché se l’amore fosse un sentimento... Chi è sposato qui? Chi sta ancora col marito o con la moglie? Se l’amore fosse un sentimento vi sareste lasciati il giorno dopo il viaggio di nozze. Giusto? L’amore è un atto libero, di volontà. Noi scegliamo di volere il bene dell’altro. Questo possiamo farlo sempre. Anche quando dentro non lo sentiamo. Anche quando i  nostri sentimenti dentro vanno all’opposto. Dentro sento questo, ma scelgo diversamente.
D: Possiamo perdonare e non voler vedere più queste persone?
R: No. Mi spiego in che senso...
D: Ma se io voglio perdonarlo e lui non vuole più vedermi?
R: Questa è un’altra questione. Un conto è che l’altro non voglia avere più niente a che fare con te, un conto è che io lo perdono, ma non voglio avere più niente a che fare con lui. Il primo va bene, perché non puoi costringere l’altro a volermi bene. Tu devi sanare la tua situazione. Il processo del perdono parte da un atto di volontà, perché se tu non scegli di perdonare, non scegli di volere il bene dell’altro fino a dargli la vita, non può succedere, non può iniziare il processo. Il perdono è un atto anche divino. Ma Dio, come ho detto prima, non può donarti nulla, non può scendere in te, non può sanare il tuo cuore, se tu non lo vuoi.
D: Ma è lacrime e sangue...
R: Prova a chiedere a Gesù sulla croce cosa significava. Oh cara mia, hai voglia...
Nel processo del perdono Gesù ci fa fare un cammino. Se prendiamo il Vangelo
ad un certo punto Gesù dice: “Vi fu detto ‘amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”, ma Io vi dico “amate i vostri nemici”.
Primo passo: scegli di volere il bene del nemico. Scegli di camminare in questo modo. Secondo: scopri di avere un nemico. Perché se io ti chiedo: Hai qualcuno a cui devi perdonare? “Ma no. Sono in pace con tutti...” Un’altra domanda: Ma c’è qualcuno che quando lo vedi provi in fondo al cuore un pò di
amarezza per quello che hai vissuto? “Eh, si padre”. Benissimo... Diamo un nome al nostro nemico, perché se non so che ho un nemico non capisco che devo perdonare. Facciamo verità nei nostri cuori. Diamo un nome al nemico, perché devo poi scegliere di amare, di perdonare. “Amate i vostri nemici”. Una volta che ho scoperto che ho un nemico e sono disposto a camminare verso il perdono, Gesù dice il secondo passo: “Pregate per coloro che vi perseguitano”. Il primo punto: la preghiera. Perché? Perché quell’amore fino a dare la vita è l’Amore di Dio. E se non ti apri a Lui nella preghiera, perché Lui lo metta in te, tu non lo puoi dare, perché non ce l’hai.
Secondo passo: il cammino della preghiera.
Quando dico alla gente di perdonare dico: “Vai davanti all’Eucarestia ogni giorno e fai questa preghiera: “Gesù, guarda, io voglio perdonare come Tu mi chiedi. Aiutami in questo momento”. Indichi la persona e gli dici: “Alfonso (un nome ipotetico), ti perdono per quando mi hai fatto questo e questo”.
Secondo passo: benedire. Benedire significa volere la vita per l’altro. “Gesù, con Te voglio benedirlo”. “Alfonso, ti benedico per quando mi hai fatto questo e detto quest’altro”.
L’ultimo passo della preghiera del perdono è dire “grazie”. “Signore, Ti ringrazio per il dono di Alfonso. Grazie per quando mi hai fatto questo e quest’altro”. Perché quando dico “grazie” riconosco almeno due cose. Riconosco che nel mio dolore Gesù non mi ha abbandonato. Mi ha sostenuto. Perché se non ho fatto un gesto malsano, né verso di me né verso l’altro, vuol dire che Tu con la Tua grazia mi hai sostenuto. Secondo: dire “grazie” significa riconoscere che quel momento doloroso è stato anche un momento di grazia. Perché? Mi spiego. Se Gesù dice che non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici. Vuol dire che per amare fino a dare la vita ci deve essere qualcuno che questa vita me la deve chiedere. Gesù, quando parla della Sua croce che cosa dice? “E’ la Mia gloria”. “Padre, glorifica Tuo Figlio”. “Padre glorifica Tuo Figlio, perché il mondo sappia quanto Ti amo”. Gesù sta dicendo al Padre: “Papà, dammi la forza di andare sulla croce, perché Io possa andare sulla croce per far vedere al mondo quanto Ti amo davvero, fino a morire per Te”. Gesù parla della Sua croce come la gloria.
San Francesco diceva ai frati: “Guardate che i nostri veri benefattori sono quelli che ci perseguitano, perché soltanto loro ci aiutano ad amare come il Figlio di Dio, come Gesù”. Fino a dare la vita.
Questo significa convertirsi, cioè vedere la vita con gli occhi di Dio, per essere Suoi figli.
Ecco perché posso dire “grazie”. Guardate, fatela questa preghiera.Quand’è che scoprite se veramente avete perdonato, se il vostro cuore è libero?
Quando, dopo aver fatto questa preghiera - a volte ci vuole un giorno, due giorni, un mese, un anno, dipende da come è la nostra ferita e da come apriamo il cuore a Cristo - arriva un momento che Gesù davvero purifica quella ferita in noi e lo scopro quando pensando a quella persona mi sento in pace. Addirittura sperimento la gioia per quella persona. Quando avviene questo - e avviene, ve lo garantisco per esperienza personale e per esperienza di coloro che hanno vissuto questa preghiera - allora avete perdonato.
Qual è, allora, l’ultimo passaggio, perché davvero il perdono diventi amore? Nel terzo passaggio Gesù dice: “Fate del bene a coloro che vi fanno del male” Quando siamo disponibili a far loro del bene. Quando quella persona si troverà in difficoltà e arriverà, magari, a bussare alla porta o vado io a darle una mano o quando mi chiede una mano e io sono disposto a farlo, lì c’è la guarigione piena.
Questo è il processo del perdono.
D: Quindi ci sono tutti e due: la volontà e il processo.
R: Certo, perché se tu non vuoi non succede nulla.
D: Però non è istantaneo.
R: Non ho detto che è istantaneo. A volte può anche esserlo. Più lasciate il risentimento, la rabbia diventare odio, più difficile sarà sradicarlo.
Quando fate l’orto a casa, se lo trascuri un pochino, l’erbetta da corta si è già radicata. Dopo ti tocca sradicare tutto l’orto per fare pulizia. Se, invece, l’avessi tolta quando era appena spuntata tiravi via facilmente anche le radici. Non ti costava nulla. Farlo dopo ti costa l’orto. Lo stesso succede nel nostro cuore. Se lasciamo che la pianta del risentimento diventi rabbia, rancore e odio il processo contrario è doloroso. Quindi, se vi volete bene, perdonate subito, quando succedono queste cose. Davvero, fermatevi un attimo e fate questa preghiera fino a quando vedete che la pace scende nel cuore. Ti bastano 5 o 10 minuti. Se lo lasci lì sradicarlo dopo diventa difficile.
Va bene.
Io avrei finito.

Fonte: IdM (Trascrizione curata da Andrea Bianco)

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