Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

domenica 28 giugno 2015

COSA DICE LA CHIESA SULLE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE

COSA DICE LA CHIESA SULLE APPARIZIONI DI MEDJUGORJE

Qual è la posizione della Chiesa Cattolica sulle apparizioni di Medjugorje?

Sollecitato da più parti a rispondere a questa domanda, ho deciso di scrivere quanto segue per tentare di fare un po’ di chiarezza in mezzo a tante ipotesi e mezze verità che, sulla scia di un interesse mediatico sempre maggiore, più che informare rischiano di confondere fedeli e semplici curiosi.

Traggo spunto da miei precedenti studi e pubblicazioni, in modo particolare Ipotesi su Medjugorje (San Paolo 2011), con aggiornamenti fino ai giorni nostri.

Anzitutto, proviamo a rispondere alla domanda: perché appare la Madonna?

Che cosa si intende per apparizione mariana?

Quando una o più persone vedono manifestarsi ai loro occhi la figura della Beata Vergine Maria, si dice che appare loro la Madonna.

Le apparizioni o gli avvenimenti miracolosi attribuiti a Maria di cui si parla a vario titolo lungo duemila anni di storia del cristianesimo sarebbero circa centinaia, secondo quando riportato nell’opera di Hierzenberger Gottfried e Nedomansky Otto, Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia. I suoi messaggi, i documenti e le testimonianze (Piemme 1996).

Qual è la posizione della Chiesa? Mentre gli ortodossi sono aperti sul tema, i protestanti rifiutano tali fenomeni. La Chiesa Cattolica invece non solo ammette le apparizioni mariane, ma le esamina per riconoscerne la soprannaturalità, agendo con prudenza e attenzione.

Le apparizioni ufficialmente riconosciute dalla Chiesa Cattolicasono dunque assai di meno delle centinaia tradizionalmente ricordate.

Secondo René Laurentin e Patrick Sbalchiero, autori del Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria (Edizioni ART 2010), le apparizioni ufficialmente riconosciute sono le seguenti:

  1. Nostra Signora di Guadalupe (Messico, 1531)        
  2. Nostra Signora di Aparecida (Brasile, 1717)
  3. Nostra Signora del Miracolo (apparizione ad Alphonse Marie Ratisbonne, Roma, 1842)
  4. Nostra Signora di La Salette (Francia, 1846)          
  5. Nostra Signora di Lourdes (Francia, 1858)
  6. Nostra Signora di Pontmain (Francia, 1871)           
  7. Nostra Signora di Gietrzwald (Polonia, 1877)
  8. Nostra Signora di Fatima (Portogallo, 1917)
  9. Nostra Signora di Beauraing (Belgio, 1932 - 1933)
  10. Vergine dei Poveri (Banneux, Belgio, 1933)
  11. Signora di tutti i popoli (Amsterdam, Olanda 1945 - 1959)
  12. Nostra Signora di Akita (Giappone, 1973)
  13. Maria Vergine e Madre riconciliatrice di tutti i popoli (Finca Betania, Venezuela, 1976)
  14. Nostra Signora di Kibeho (Ruanda, 1981)
  15. Nostra Signora del Rosario di San Nicolás (Argentina, 1983)

A queste apparizioni vanno aggiunte, in quanto riconosciute dopo la pubblicazione del dizionario citato, le seguenti:

  1. Nostra Signora del Laus (Francia, 1664 - 1718)
  2. Nostra Signora del Buon Soccorso di Champion (Stati Uniti, 1859)

Un elenco di appena 17 apparizioni riconosciute ufficialmente. Tra le quali si nota subito la mancanza delle apparizioni del 1830 a santa Caterina Labouré, in Rue du Bac, a Parigi, nella cappella della Medaglia Miracolosa: nonostante l’atteggiamento favorevole della Chiesa, non fu infatti possibile ottenere la diretta testimonianza della religiosa.

Accanto alle apparizioni ufficialmente riconosciute, ci sono poi quelle per le quali, pur non essendoci stato il riconoscimento ufficiale, è stato però autorizzato il culto, come ad esempio quelle di Nostra Signora di Caravaggio (Italia, 1432) o Nostra Signora di Knock (Irlanda, 1879).

La Chiesa ha inoltre approvato alcune manifestazioni mariane(benché diverse dalle apparizioni), come ad esempio la Madonna delle Lacrime, lacrimazione (Siracusa, 1953).

Altro fenomeno ancora sono le guarigioni miracolose. Prendendo il santuario cui esse si riferiscono per antonomasia, cioè quello diLourdes, su oltre 2.700 casi segnalati ufficialmente, appena 69 hanno avuto il riconoscimento ufficiale di “inesplicabili” dai medici del Bureau des constatations médicales (Ufficio delle constatazioni mediche), un centro medico specialistico istituito dalla Chiesa per esaminare presunti miracoli.

Tra queste, posso citare quelle di Evasio Ganora, di Casale Monferrato (2 giugno 1950), e quella di suor Luigina Traverso (23 luglio 1965), riconosciuta l’11 ottobre 2012.

Anche nel caso in cui un'apparizione mariana sia ritenuta autentica dall'autorità ecclesiastica, è comunque considerata una rivelazione privata e quindi una fonte subalterna alla Parola di Dio, e la Chiesa non richiede ai fedeli di credervi (CCC 67).

L'apparizione può attirare l'attenzione su un qualche aspetto della rivelazione ricevuta pubblicamente, per un motivo specifico, ma non può mai aggiungere qualcosa di "nuovo" al deposito della fede.

Come si può valutare l’autenticità di una apparizione mariana?

Il 25 febbraio 1978 la Congregazione per la Dottrina della Fede, ha pubblicato le “Norme della Congregazione per procedere nel Giudizio delle Apparizioni e Rivelazioni Presunte”, contenente le regole seguenti:

-       Il vescovo diocesano può iniziare un processo di sua propria iniziativa o su richiesta di un fedele per indagare sui fatti concernenti una presunta apparizione.

-       La conferenza episcopale nazionale può intervenire se il vescovo diocesano locale vi si rivolge o se l'evento diventa importante a livello nazionale o almeno a livello di più di una diocesi.

-       Anche la Sede Apostolica (il Vaticano) può intervenire, su richiesta del vescovo locale stesso, o su richiesta di un gruppo di fedeli, o di sua propria iniziativa.

L’indagine segue dei criteri di ordine positivo:

  1. Certezza morale (la certezza richiesta per agire moralmente in una situazione di dubbio) o almeno grande probabilità riguardo all'esistenza di una rivelazione privata alla fine di una seria indagine del caso;
  2. Valutazione delle qualità personali della persona in questione (equilibrio mentale, onestà, vita morale, sincerità, obbedienza all'autorità della Chiesa, buona volontà nel praticare la fede in modo normale, ecc.).
  3. Valutazione del contenuto delle rivelazioni stesse (cioè non sono in disaccordo con la fede e la morale della Chiesa, e sono libere da errori teologici).
  4. La rivelazione porta sana devozione e frutti spirituali nelle vite delle persone (maggiori preghiere, maggior numero di conversioni di cuori, opere di carità che ne risultano, ecc.).

E criteri di ordine negativo:

  1. Errori evidenti riguardo ai fatti.
  2. Errori dottrinali attribuiti a Dio, alla Santa Vergine Maria o allo Spirito Santo riguardo al modo in cui essi si manifestano.
  3. Qualsiasi tentativo di guadagno finanziario in relazione all'evento supposto.
  4. Azioni gravemente immorali commesse dalla persona o da quelli che erano insieme alla persona al momento dell'evento.
  5. Disordini psicologici o inclinazioni ad essi da parte della persona o delle persone che erano con essa.

Dopo questa indagine iniziale, se l'avvenimento risponde ai criteri positivi e negativi, si può concedere un iniziale permesso precauzionale che praticamente stabilisce quanto segue: "per il momento, non c'è motivo di opporsi a ciò". Questo permette la partecipazione pubblica nella devozione alla presunta apparizione.

Alla fine, occorre dare un giudizio ed una deliberazione definitiva, con l'approvazione o la condanna dell'evento.

Il giudizio può dunque essere di 4 forme:

-       Negativo nel corso del fenomeno (constat de non supernaturalitate)

-       Negativo al termine del fenomeno (constat de non supernaturalitate)

-       Neutro nel corso del fenomeno (non constat de supernaturalitate– ma potrebbe in futuro!)

-       Positivo solo al termine del fenomeno (constat de supernaturalitate)

Perché la Madonna appare? Non ha forse esaurito il proprio compito con la sua esistenza terrena?

Benché non parli di apparizioni mariane, il Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica Lumen Gentium, al n.62 afferma della Madonna: “assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata”.

La Madonna non ha dunque terminato il suo compito, preparando la venuta terrena di Gesù:

“Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio che si chiamerà Emmanuele” (Is 7, 14)

“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo… Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. (Mt 1, 18.23)

Ella prepara infatti anche la seconda venuta di Gesù:

Per mezzo della santissima Vergine Maria Gesù Cristo è venuto al mondo, ugualmente per mezzo di lei egli deve regnare nel mondo. …la santissima Vergine Maria, che l'ha messo al mondo la prima volta e lo farà risplendere la seconda.

(San Luigi Maria Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, nn. 1, 13)

Un ruolo importante quello di Maria, della quale si parla dalla Genesi:

“Allora il Signore Dio disse al serpente: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. (Gen 3, 13.15)

… all’Apocalisse:

Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra (…) Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. (…) Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, (…) si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. (Ap 12)

La Madonna appare dunque tra gli uomini per guidarli a Suo Figlio, lottando contro il demonio

Secondo Jean Guitton gli ultimi due secoli di apparizioni mariane moderne sono parte di un grande disegno della Provvidenza, secondo il quale la Madonna è stata inviata dal Cielo per mettere in guardia l’umanità dai piani di Satana che mirano a condurre l’umanità all’autodistruzione e le anime alla dannazione eterna.

“Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo, Egli stesso è la Rivelazione. Ma non possiamo certo impedire a Dio di parlare a questo nostro tempo, attraverso persone semplici e anche per mezzo di segni straordinari che denunciano l’insufficienza delle culture che ci dominano, marchiate di razionalismo e positivismo… Uno dei segni del nostro tempo è che la segnalazione di apparizioni mariane si stanno moltiplicando nel mondo…” - (Joseph Ratzinger in Vittorio Messori,Rapporto sulla fede)

Le apparizioni mariane degli ultimi due secoli

Anno

Località

Veggente/i,

Titolo Mariano

Riconoscimento

1830

Rue du Bac, Parigi

Caterina Labouré

Maria concepita

senza peccato

1836

1846

La Salette

Massimino e

Melania

Maria Madre della Riconciliazione

1851

1858

Lourdes

Bernadette

Immacolata

Concezione

1862

1917

Fatima

Lucia, Giacinta,

Francesco

Regina del Rosario

1930

1945-1959

Amsterdam

Ida Peerdeman

Signora di tutti

i popoli

2002

1981-1989

Kibeho, Rwanda

Alphonsine, Nathalie,
Marie-Claire

Maria Vergine

dei Dolori

2001

1981-

oggi

Medjugorje

Bosnia Erzegovina

Ivanka, Mirjana, Marija, Vicka,

Ivan, Jakov

Regina della Pace

Dichiarazione di Zara (1991);

Commissione internazionale

(2010-13)

Il messaggio della Vergine Maria negli ultimi due secoli: un estremo appello alla conversione

RUE DU BAC (1830) - Così Caterina Labouré descrive l’apparizione della Madonna del 27 novembre 1830, la principale tra le quattro avvenute nello stesso anno: “Stava in piedi... i piedi poggiavanosopra un globo, o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (in seguito Caterina dirà di aver visto anche un serpente di colore verdastro e chiazzato di giallo, sotto i piedi della Vergine).

LA SALETTE (1846) - “Da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, mi è stato affidato il compito di pregarLo continuamente per voi.”

A noi la scelta: usare le tenaglie o il martello per togliere o aggiungere chiodi alla croce di Gesù.

LOURDES (1858) – “Mi disse che non mi prometteva di farmi felice (come) in questo mondo, ma nell’altro” (18 febbraio); “Penitenza, penitenza, penitenza! Pregherete Dio per i peccatori. Andate a baciare la terra per la conversione dei peccatori” (24 febbraio).

FATIMA (1917)Nella prima parte del segreto, la Madonna mostra ai tre pastorelli l’inferno: “Molte anime vanno all’Inferno, perché non c’è nessuno che prega per loro”;

nella seconda parte del segreto profetizza la seconda guerra mondiale e il diffondersi del comunismo, ma alla fine promette: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà… e sarà concesso al mondo un periodo di pace”;

nella terza parte del segreto vedono “un Vescovo vestito di Bianco - abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre - …giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati” (il 13 maggio 2000 Giovanni Paolo II ha accompagnato il testo della terza parte del segreto di Fatima con il commento del capitolo 12 dell’Apocalisse).

AMSTERDAM (1945-1959) – “Devono pregare maggiormente. Devono pregare per arrestare la corruzione! Il mondo intero si annienterà da se stesso se non lo fanno!” (19 novembre 1949);

“Devi annunciare questo: Cristianità, non conosci il grande pericolo che ti sovrasta. Vi è uno spirito che intende infiltrarsi in te. Ma – e con la mano fa il segno benedicente – la vittoria è nostra!” (15 agosto 1950).

KIBEHO (1981-1989) - “Se piango è perché voi uomini siete in uno stato così critico che non posso più trattenere le lacrime per voi… Che cosa aspettano? Non si rendono conto che il tempo si fa breve? (15 agosto 1982) – Dopo questo messaggio Alphonsine ha una terribile visione che anticipa il genocidio che nel 1994 costerà la vita a un milione di persone, principalmente di etnia tutsi.

“Figli miei, pregate, pregate, pregate! Seguite il Vangelo di mio Figlio e mettetelo in pratica!” (28 novembre 1989)

MEDJUGORJE (dal 1981 a oggi) - “Io sono la Beata Vergine Maria”. In seguito, comparendo nuovamente alla sola Marija, la Madonna dice: “Pace. Pace. Pace. Riconciliatevi. Riconciliatevi con Dio e tra di voi. E per fare questo è necessario credere, pregare, digiunare e confessarsi” (26 giugno 1981);

“Cari figli, …vi invito a pregare e digiunare ancora più fortemente… affinché con il vostro aiuto sia realizzato tutto quello che voglio realizzare attraverso i segreti che ho iniziato a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l'importanza della mia venuta e la serietà della situazione” (25 agosto 1991)

L’8 dicembre 1991, festa della Immacolata Concezione, viene sciolta l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Il 25 dicembre, festa del Santo Natale, Gorbaciov si dimette e viene ammainata la bandiera rossa che sventolava sul Cremlino.

I “5 sassi” che più volte la Regina della Pace ha indicato all’uomo contemporaneo come efficace arma contro l’odierno “Golia”, cioè il Demonio e il peccato: (1) la preghiera, in particolare il Santo Rosario; (2) la confessione mensile; (3) l’Eucaristia; (4) la lettura della Parola di Dio; (5) la pratica del digiuno il mercoledì e il venerdì.

I DIECI SEGRETI - dei veggenti, tre (Mirjana, Ivanka, Jakov) sono a conoscenza dei dieci segreti, mentre gli altri tre (Marija, Ivan, Vicka) ne conoscono solo nove; i veggenti che conoscono i dieci segreti hanno solo più apparizioni annuali.

I dieci segreti possono essere divisi in tre gruppi: due avvertimenti / un segno / sette castighi

Messaggio del 19 luglio 1981 - Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. È ora il tempo di convertirsi e fare penitenza!

Messaggio del 17 aprile 1982 - Queste mie apparizioni qui a Medjugorje sono le ultime per l'umanità. Affrettatevi a convertirvi

Il giudizio della Chiesa sulle apparizioni di Medjugorje

Alla luce di quanto sopraesposto, possiamo ritornare alla specifica questione relativa al giudizio della Chiesa sulle apparizioni di Medjugorje consapevoli che, trattandosi di un fenomeno tuttora in corso, non può esserci un riconoscimento definitivo da parte dell’autorità ecclesiastica, la quale interverrebbe prontamente e irrevocabilmente solo qualora avesse già prove certe che si trattasse di false apparizioni. Chi dunque contesta le apparizioni di Medjugorje dicendo che esse sono false poiché la Chiesa non le ha ancora riconosciute, non sta muovendo una obiezione fondata, bensì un’illazione gratuita fondata sull’ignoranza delle norme procedurali in materia.

Il vescovo di Mostar e la Dichiarazione di Zara

Nel primi tempi delle apparizioni, appena la voce degli straordinari avvenimenti raggiunse il vescovado di Mostar – diocesi al cui interno è compresa Medjugorje –, Mons. Pavao Zanic manifestò una certa apertura nei confronti di quanto riferito dai sei ragazzi in merito alle visioni della Gospa, per poi mutare radicalmente posizione. Al punto che, nominato presidente di una commissione d’inchiesta voluta dalla Santa Sede, espresse nel 1986 il proprio parere fortemente negativo al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’allora Card. Joseph Ratzinger.

Ratzinger non accolse però le conclusioni del vescovo di Mostar e riaffidò l’esame della questione alla Conferenza Episcopale Jugoslava, la quale procedette a formare una nuova commissione d’indagine. Dopo aver svolto nuove indagini sul fenomeno nel suo complesso, la conferenza dei vescovi jugoslavi rilasciò la cosiddetta “Dichiarazione di Zara” – dal luogo in cui i prelati si erano riuniti – il cui testo riporto integralmente di seguito, poiché è l’ultimo pronunciamento ufficiale della Chiesa in merito alla soprannaturalità delle apparizioni di Medjugorje, dunque il principale testo cui fare riferimento:

Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vali luoghi e spinti da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell'attenzione e della cura pastorale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in armonia con l'insegnamento della Chiesa. A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje.

Zara, 10 aprile 1991

I vescovi jugoslavi>>

Ora, per comprendere il valore di un tale pronunciamento posso ricordare ancora quanto già in precedenza esposto: l’autorità ecclesiastica ha a disposizione una triplice alternativa quando deve giudicare della soprannaturalità di certi fenomeni.

Anzitutto potrebbe disporre di sufficienti elementi per giudicare inattendibile ogni giudizio di soprannaturalità sugli eventi considerati, nei confronti dei quali esprimerebbe dunque il proprio parere negativo utilizzando l’espressione “constat de non supernaturalitate”, ovvero “si constata la non soprannaturalità” delle presunte apparizioni o visioni o altro fenomeno indagato.

La seconda possibilità sarebbe quella in cui, pur non disponendo di elementi sufficienti per pronunciare un giudizio negativo, tuttavia non vi fossero neppure gli elementi minimi necessari per riconoscere la verità del fenomeno considerato: in tal caso si utilizzerebbe l’espressione “non constat de supernaturalitate”, ovvero “non si constata la soprannaturalità”. Tale espressione esprime un giudizio prudente e attendista allo stato attuale delle indagini, non precludendo però in alcun modo la possibilità che in futuro, svolte ulteriori analisi del fenomeno, se ne possa riconoscere quella soprannaturalità che al momento non è possibile attestare.

Infine, nel caso in cui ci siano gli elementi necessari per poter riconoscere la natura soprannaturale dell’oggetto d’indagine – in questo caso le apparizioni – la Chiesa potrebbe utilizzare il giudizio “constat de supernaturalitate”. Si capisce bene un tale giudizio, per il valore del riconoscimento in esso contenuto, si presenta come definitivo, irrevocabile, poiché è impensabile che l’autorità ecclesiale riconosca come “vero” un presunto fenomeno soprannaturale per poi rimangiarsi la parola in seguito a ulteriori indagini. E questo spiega perché, a fenomeno in corso, non si possa emettere alcuna sentenza positiva in maniera definitiva, con il rischio poi di dover procedere a eventuali smentite.

Alla luce di quanto sopra, rileggendo la Dichiarazione di Zara si nota come la posizione della Chiesa – “non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali” -  corrisponda alla seconda delle tra alternative disponibili, ovvero quella che esprime una cauta apertura – poiché non se ne afferma la non-soprannaturalità – rimandando tuttavia ad altre indagini ulteriori pronunciamenti.

Proprio nell’ambito di quella stessa dichiarazione si fa largo tuttavia un criterio che i seguito verrà più volte invocato come metro di giudizio in merito a un fenomeno che, tuttora in corso, non permette pronunciamenti definitivi. Il testo parla infatti dei numerosi pellegrini che si recano a Medjugorje “spinti da motivi religiosi e di altro genere” e riconosce che questo accorrere di credenti e non è un “frutto” di Medjugorje che merita attenzione. Il criterio implicito della dichiarazione è dunque quello dei frutti, per la tutela e il sostegno dei quali non si esita a una tirata d’orecchi allo stesso vescovo di Mostar, al quale si ricorda che i pellegrini hanno bisogno della sua “attenzione e cura pastorale”.

Nel 1993 mons. Ratko Peric ha preso il posto di mons. Zanic alla guida della diocesi di Mostar, proseguendo sulla stessa linea di sostanziale chiusura nei confronti delle apparizioni di Medjugorje, forse anche in conseguenza di alcuni attriti con i religiosi francescani che gestiscono la parrocchia, attriti che – lo abbiamo visto presentando la storia della Bosnia-Erzegovina – probabilmente non sono alieni da quelle difficoltà di rapporto che hanno caratterizzato le relazioni tra i frati e il clero diocesano al termine del dominio turco, alla fine dell’Ottocento.

Il pronunciamento del 1998: a Medjugorje si può andare in pellegrinaggio

Un nuovo pronunciamento da parte della Congregazione della Dottrina della fede si è avuto nel 1998 allorché mons. Gilbert Aubry, vescovo di La Rèunion, scrisse a tale organo della Santa Sede chiedendo chiarimenti in merito alla possibilità di autorizzare pellegrinaggi a livello diocesano. In merito, l’allora segretario Card. Tarcisio Bertone rispose con una lettera datata 26 maggio 1998 in cui, precisando che non poteva dare soddisfazione a tutti i quesiti formulatigli in merito alle apparizioni di Medjugurje poiché “non è norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su supposti fenomeni soprannaturali”, rimandando invece all’autorità della conferenza episcopala jugoslava e alla “Dichiarazione di Zara” da essa sottoscritta nel 1991.

A questo punto il Card. Bertone introduce una ulteriore osservazione, alla luce del mutato contesto storico seguito al collasso della Federazione Jugoslava: “Dopo la divisione della Jugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni”.

Quindi, il Segretario dell’ex Sant’Ufficio entra nel merito di una spinosa questione. Mons. Peric aveva infatti inviato una missiva al Segretario Generale di “Famille Chrètienne” ribadendo il suo giudizio negativo su Medjugorje: “La mia convinzione e posizione non è solo ‘non consta della soprannaturalità’ ma ugualmente quella di ‘consta della non soprannaturalità’ delle apparizioni o rivelazioni di Medjugorje”. Dinanzi a tali conclusioni, il card. Bertone precisa che tale affermazione “deve essere considerata espressione di una convinzione personale del Vescovo di Mostar, il quale, in quanto ordinario del luogo, ha tutti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere personale”.

Infine, viene ricordato l’orientamento pastorale da adottare in merito ai pellegrinaggi: “per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa”.

Il Card. Bertone è poi tornato ancora sull’argomento nel libro L’ultima veggente di Fatima (BUR 2008), precisando che il fenomeno Medjugorje necessita di ulteriori e approfonditi esami, ma “nel frattempo sono permessi i pellegrinaggi privati con un accompagnamento pastorale dei fedeli. Infine, tutti i pellegrini cattolici possono recarsi a Medjugorje, luogo di culto mariano dove è possibile esprimersi con tutte le forme devozionali”. Questa è una precisazione importante poiché significa che, per quanto una parrocchia o una diocesi non siano autorizzate a organizzare pellegrinaggi a Medjugorje – al punto che persino l’Opera Romana Pellegrinaggi, l’“agenzia viaggi” della Santa Sede, in seguito alla lettera di Bertone del 1998 ha dovuto eliminare i pellegrinaggi a Medjugorje dal suo programma -, tuttavia se i fedeli allestiscono simili iniziative hanno il permesso di contare su un “accompagnamento pastorale”. Vale a dire che il parroco può unirsi alla comitiva e recarsi in Bosnia Erzegovina per prestare tutti i servizi pastorali necessari: dall’orientare i fedeli sulla posizione della Chiesa in merito alle apparizioni al permettere una piena celebrazione sacramentale del pellegrinaggio.

La Commissione di Inchiesta

Mentre proseguivano gli esami scientifici, siamo giunti al 17 marzo 2010, allorché è risuonato l’annuncio della Sala Stampa Vaticana: “E’ stata costituita, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, sotto la presidenza del Cardinale Camillo Ruini, una Commissione Internazionale di Inchiesta su Medjugorje. Detta Commissione, composta da Cardinali, Vescovi, periti ed esperti, lavorerà in maniera riservata, sottoponendo l’esito del proprio studio alle istanze del Dicastero”. L’afflusso sempre più massiccio dei pellegrini e la notorietà planetaria acquisita da Medjugorje hanno condotto dunque la Santa Sede a individuare una ventina di esperti che, condotto un esame sul fenomeno Medjugorje nel suo complesso, analizzando i risultati delle indagini svolte in passato e valutando quanto di nuovo emerso negli anni più recenti, possano “aggiornare” il giudizio della Chiesa in merito alle apparizioni della Regina della Pace, offrendo ai fedeli un parere più legato all’attualità di quanto non sia per la Dichiarazione di Zara che, attualmente unico testo di riferimento, risale ormai a venti anni fa. Un po’ troppo, per un giudizio autorevole su un fenomeno tuttora in corso, dunque bisognoso di continui aggiornamenti e approfondimenti in quanto a valutazione.

La posizione del Vescovo di Vienna

In merito alla decisione della Santa Sede di nominare una Commissione che potesse lavorare per esprimere una posizione più precisa e chiara – oltre che aggiornata – sulle apparizioni della Regina della Pace, credo che abbia influito – e non poco – la visita compiuta dal card. Christoph Schönborn, Arcivescovo di Vienna e membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, il quale si è recato in pellegrinaggio privato a Medjugorje il 28 dicembre 2009. Dopo aver celebrato in parrocchia la messa di mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno, il Cardinale, in compagnia della veggente Marija Pavlovic, si è recato sulla collina delle apparizioni, presso la statua della Regina della Pace che ricorda esattamente il luogo dopo la Madonna è apparsa la prima volta, il 24 giugno 1981.

L’arcivescovo di Vienna ha rilasciato importanti dichiarazioni[1] in merito alla sua esperienza a Medjugorje, facendo emergere quello che è il suo personale giudizio sul fenomeno:

“So di Medjugorje già da molti anni, non personalmente perché non ero ancora mai stato qui, ma nella nostra Diocesi e molto al di là di essa sperimento i frutti di Medjugorje. Ho sempre detto una sola ed identica cosa, ciò che Gesù dice nel Vangelo: l’albero si riconosce dai frutti. Quando da noi vedo i frutti di Medjugorje, posso dire che sicuramente l’albero è buono. (…) Se Medjugorje non fosse a posto, dovremmo respingere metà dei nostri seminaristi, poiché così tante nostre vocazioni sacerdotali sono legate direttamente o indirettamente a Medjugorje”.

Ecco che riemerge quel criterio che già ho cercato di evidenziare presentando la Dichiarazione di Zara: guardando ai frutti di Medjugorje, si può giudicare dell’albero. In tal senso, sono proprio i pellegrini sempre più numerosi, le innumerevoli confessioni e sante comunioni, le conversioni e le vocazioni nate a Medjugorje che costituiscono il principale criterio di valutazione per un fenomeno che è tuttora in corso.

Interrogato sulla posizione della Chiesa, l’arcivescovo di Vienna ha poi offerto una sintesi che mi pare utile riportare:

“La Suprema Autorità della Chiesa ci ha dato direttive chiare, non da parte del Papa stesso, ma da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha chiaramente confermato ciò che a suo tempo hanno detto i Vescovi della Jugoslavia e che indubbiamente vale come norma per Medjugorje. (…) La Santa Sede, in accordo con la dichiarazione dei Vescovi Iugoslavi del 1991, dice: Primo: Non constat de supernaturalitatae. Questa è un’espressione che si utilizza raramente e significa che la soprannaturalità degli eventi non è accertata, ma questa è una formulazione classica della Dottrina Ecclesiastica. Non si dice che la soprannaturalità è esclusa, ma non è, o non è ancora, definitivamente confermata e ciò per una ragione molto semplice che io sostengo completamente. Io sono membro della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è comprensibile che io sostenga questo, se dovessimo discutere di questo, cioè: finché i fenomeni continuano, sicuramente non si arriverà ad un giudizio definitivo della Chiesa, perché qualcosa del genere non è ancora stato mai fatto. A Lourdes e a Fatima gli avvenimenti erano terminati, e solo allora la Chiesa ha dato il suo giudizio. Il giudizio definitivo. Anche in questo caso si arriverà a questo prima o poi, ma anche qui lasciamo le mani libere alla Madre di Dio.

Secondo: Non si possono organizzare pellegrinaggi ufficiali, dunque io non posso organizzare un pellegrinaggio episcopale a Medjugorje. Ciò è in logica connessione con quello che è stato detto nel primo punto. Dunque, non c’è ancora un riconoscimento ufficiale, ma con quella formulazione è detto molto chiaramente che la soprannaturalità non è esclusa. La Chiesa ha detto chiaramente: non è escluso. Non è accertato, ma non è neppure escluso.

La terza cosa che la dottrina della Chiesa dice chiaramente, allo stesso modo in accordo con i Vescovi Iugoslavi, è che qui bisogna accompagnare spiritualmente i pellegrini. (…) Penso che in questo modo Medjugorje può continuare bene ad andare per la sua strada, con la fiducia che la Chiesa, Madre e Maestra, qui seguirà davvero bene la strada per la quale si va.”

Cosa si sa della posizione di Giovanni Paolo II?

Ritengo utile a questo punto riportare un passaggio dell’intervista[2] che Bruno Volpe ha realizzato con Padre Adam Bonieky, direttore della rivista cattolica polacca “Tygonik Powszechny”, il quale ha affermato che Giovanni Paolo II – del quale era amico personale – “credeva fermamente in Medjugorje anche se per ovvia cautela non si è mai pronunciato in pubblico”, per non “creare destabilizzazioni e contrasti nell’episcopato” e non discostarsi dal giudizio prudente dell’autorità ecclesiastica competente. Addirittura il religioso polacco afferma che Giovanni Paolo II “Aveva studiato il problema a fondo e giudicava valide quelle visioni. Immagini che una volta sbagliai il nome di una delle veggenti e lui mi corresse. Insomma, lo conosceva in tutti i suoi dettagli”.

Ma Papa Wojtyla non nutriva solo un interesse per Medjugorje tale da spingerlo a documentarsi sul fenomeno, bensì – secondo quanto testimoniato[3] da Mons. Sebasti Murilo Krieger, già vescovo di Florianopolis (Brasile) – era convinto della positività e veridicità delle apparizioni. Al punto che quando Mons. Krieger incontra Giovanni Paolo II il 24 febbraio 1990 e gli comunica che sta per recarsi per la quarta volta in pellegrinaggio a Medjugorje, il santo Padre >

Papa Francesco e Medjugorje

Attualmente (27 giugno 2015) nessuna decisione è ancora stata presa in merito alle apparizioni di Medjugorje. La Commissione presieduta dal card. Ruini ha concluso i suoi lavori nel 2014, consegnando il tutto alla Congregazione per la Dottrina della Fede e al Santo Padre.

In prossimità del 34mo anniversario delle apparizioni, caduto il 25 giugno 2015, avevano fatto discutere le dichiarazioni di Papa Francesco che, rispondendo il 6 giugno alle domande dei giornalisti sul volo di rientro da Sarajevo, aveva affermato: “Sul problema di Medjugorje Papa Benedetto XVI, a suo tempo, aveva fatto una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini; c’erano anche altri cardinali, teologi e specialisti lì. Hanno fatto lo studio e il cardinale Ruini è venuto da me e mi ha consegnato lo studio, dopo tanti anni – non so, 3-4 anni più o meno. Hanno fatto un bel lavoro, un bel lavoro… Il cardinale Müller (Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, NdR) mi ha detto che avrebbe fatto una “feria quarta” in questi tempi; credo sia stata fatta l'ultimo mercoledì del mese. Ma non sono sicuro… Siamo lì lì per prendere delle decisioni. Poi si diranno. Per il momento si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi, ma sulle linee che si prenderanno”.

Queste parole hanno fatto pensare a un pronunciamento imminente. Ma così non è stato. Non si sono tenute riunioni “plenarie” (cioè con tutti i cardinali e vescovi membri del dicastero) né l’ultima “feria quarta” (cioè la riunione mensile) ha – secondo quanto scritto da Andrea Tornielli il 26 giugno 2015 – toccato l’argomento Medjugorje. Essendo in programma una prossima riunione solo dopo l’estate ed essendoci il Sinodo di ottobre, pare difficile attendersi un pronunciamento prima dell’autunno di quest’anno. Una volta che si sarà svolta la riunione della Congregazione per la Dottrina della Fede deputata a delineare le linee pastorali in merito a Medjugorje, spetterà però a Papa Francesco esprimersi in merito.

Di fronte alle varie ipotesi emerse in questi giorni, credo convengastare ai fatti. E questi sono anzitutto i milioni di pellegrini che vanno a Medjugorje a tornano con il cuore cambiato, dopo aver ritrovato Dioe fatto esperienza del Suo amore e della Sua misericordia.

Per il resto, attendiamo nella preghiera il pronunciamento della Chiesa e il giudizio del Papa, ribadendo la nostra filiale obbedienza alla Chiesa e continuando a informare sui fatti di Medjugorje nei termini di una pura testimonianza umana, senza voler anticipare in nulla il giudizio della Chiesa.

Chiediamo l’intercessione di Maria perché la Verità possa presto e miracolosamente trionfare.

Diego Manetti

27 giugno 2015

[1]     Cfr. http://www.radiomaria.it/documenti/dwnl.php?id=1519

[2]     Cfr. http://karol.myblog.it/archive/2009/03/17/giovanni-paolo-ii-credeva-in-medjugorie.html

[3]     Cfr. http://piangerestedigioia.splinder.com/post/18744991/giovanni-paolo-ii-e-m-e-d-j-u-g-o-r-j-e

Nessun commento: