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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 29 agosto 2015

CATECHESI DI PADRE DANKO - Medjugorje, 6 agosto 2015

 

Fratelli e sorelle, una storia dice che un pittore famoso, Leonardo da Vinci, aveva deciso di dipingere l’Ultima Cena per poi regalarla al convento benedettino di Milano. L’artista voleva dipingere il momento in cui Gesù ha detto agli apostoli: “Uno tra di voi Mi tradirà”. Si racconta che Leonardo da Vinci cercasse nella città i volti belli che gli sarebbero serviti nel lavoro. Per realizzare la persona di Gesù Salvatore ha trovato un uomo giovane con il volto angelico. Aveva gli occhi nei quali si rifletteva il cielo e la purezza.
Incontra un ragazzo bellissimo per strada come un’aurora di primavera, con un sorriso innocente sulle belle labbra. Questo era il modello per san Giovanni.
Con tanto ardore l’artista cercava i modelli per gli altri apostoli. Trovati tutti ha dipinto il quadro impiegando alcuni anni.
Era arrivato verso la fine, ma il posto di Giuda era vuoto. Non era riuscito a trovare la persona adatta. Aveva cercato per anni il modello per Giuda, ma non era riuscito a trovare qualcuno che avesse uno sguardo che andava bene, un volto da traditore.
Una sera mentre passeggiava vide un uomo vestito male, confuso, con lo sguardo cattivo, capelli disordinati: Giuda vivente. Leonardo gli chiese se voleva venire nel convento di santa Maria e fargli da modello per il quadro. Lui venne, ma quando vide che Leonardo lo voleva usare come modello di Giuda impallidì all’improvviso. Cominciò a piangere dicendo: “Ma non mi riconosce? Tanti anni fa io le ho già fatto da modello quando ha dipinto Gesù”
Leonardo era profondamente colpito e ha chiesto all’uomo cosa gli fosse successo, perché avesse un tale aspetto. La risposta è stata: “Il peccato che ho accettato mi ha deformato”.
Fratelli e sorelle, ogni volta che ci decidiamo per la virtù, per l’amore, per il perdono, per la pace noi diventiamo immagine di Dio. Ci trasformiamo e diventiamo ciò che Dio voleva da noi, perché siamo creati a Sua immagine. Ma quando ci decidiamo per il peccato, se non vogliamo perdonare, se non amiamo noi stessi o gli altri, noi diventiamo un’immagine distorta di Dio, come il ragazzo della storia.
Oggi celebriamo un evento particolare della vita pubblica di Cristo: la Trasfigurazione del Signore. Di questo parlano gli evangelisti Matteo, Marco e Luca. della Trasfigurazione si parla anche nella seconda lettera di san Pietro. Nel Vangelo abbiamo sentito come Gesù prese con Sé tre discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni. Lui non ha scelto questi tre per caso, ma li ha scelti apposta, perché essi saranno i tre pilastri della futura Chiesa. Pietro sarà il primo Papa. Gesù opera per primo; Gesù ha invitato loro; loro non si sono inviati da soli. Lui li ha guidati. Se vogliamo crescere nella nostra vita spirituale dobbiamo permettere di essere guidati da Gesù. Se Gesù ci guida questo non significa che cammineremo sempre su un tappeto rosso o che avremo sempre l’erba sotto i nostri piedi, ma questo significa che, come Lui, dovremo camminare in salita. Camminare in una vita piena di ostacoli per arrivare in cima, al cielo per incontrare Dio, dove Lui desidera farci arrivare.
Il Vangelo dice che Gesù li condusse su un alto monte in disparte. Loro soli. Quando si parla del monte in senso biblico si parla sempre dell’incontro con Dio o dell’incontro con gli uomini di Dio: profeti o santi. Il monte è il luogo della presenza di Dio, vicinanza di Dio. Lo stesso è nel deserto. E’ come se sentissimo la libertà: siamo usciti dalla situazione in cui ci troviamo, siamo saliti in alto, perché dall’alto si vede meglio. Sui monti c’è tanta pace e silenzio. L’uomo può più facilmente incontrare Dio e incontrare se stesso.
Gesù ha sempre compiuto le Sue opere più grandi sui monti. Sulla montagna ha pronunciato le beatitudini. Quando doveva ritirarsi dagli uomini non è andato nel deserto, ma si è ritirato da solo sul monte. Sul Golgota ha terminato la Sua vita terrena.
Egli desidera portare i discepoli sulla montagna perché nulla li disturbi per poter assorbire quell’evento straordinario che avrebbero ricordato per tutta la loro vita. Ecco perché Gesù li ha portati con sé. Gesù sapeva che anche loro avrebbero incontrato la sofferenza, che sarebbero entrati in crisi, ma sapeva anche che si sarebbero ricordati della Sua Trasfigurazione e della Gloria divina.
E’ difficile uscire da se stessi. Lo era anche per i discepoli. Era difficile ascoltare la Parola di Gesù e permettere che le Sue parole li cambiassero.
E’ anche difficile accettare il Vangelo, ma non c’è un’altra via: o gli apparteniamo al 100% o non Gli apparteniamo per niente. Non possiamo dare una parte a qualcun altro.
Siamo ben coscienti di quanto sia difficile convincere un verme che dentro di lui è nascosta una bellissima farfalla. Così è difficile convincere un peccatore che può diventare santo.
Mentre erano sulla montagna il Volto di Gesù si è trasfigurato e le Sue vesti sono diventate splendenti. La differenza tra Gesù e Mosè era questa: sul volto di Mosè c’era il riflesso della Gloria di dio, mentre il Volto di Gesù non riflette nulla, perché Lui è questo splendore. I discepoli erano meravigliati. Stavano bene lì. Non avevano nessun problema e sentivano che sarebbero potuti rimanere lì per tutta la vita.
Appaiono Elia e Mosè e Gesù parla con loro. La loro apparizione significa che termina l’Antico Testamento e comincia qualcosa di nuovo. E’ venuto Gesù Cristo con il quale arriva la Nuova Alleanza. Mosè rappresenta la legge e Elia rappresenta i profeti. Gesù è la pienezza dei profeti e la pienezza della legge, perché ha perfezionato sia la legge che i profeti nel Suo Amore.
Come ho già detto i discepoli stavano bene lì. Pietro, in nome di tutti è tre, ha detto: “Rabbì, facciamo tre capanne. Una per Te, una per Mosè e una per Elia”. Le capanne erano il segno di ringraziamento per la mietitura e ricordavano il cammino del popolo giudeo nel deserto e l’entrata nella Terra promessa. Ma la risposta di Gesù è diversa. Lui non vuole che i discepoli rimangano sul Tabor. Lui vuole che scendano nella loro quotidianità.
Così anche noi raccolti qui a Medjugorje durante questo festival dei giovani che è terminato e coloro che sono appena arrivati. Dio non vuole da noi che rimaniamo qui, ma quando abbiamo riempito le nostre batterie interiori Lui desidera che andiamo avanti e che testimoniamo.
Questa festa della Trasfigurazione del Signore ci ricorda che è necessario trasformare il volto della Chiesa che ha bisogno di vesti nuove. Come vediamo lo sottolinea sempre anche Papa Francesco.
Chi è la Chiesa? Io sono la Chiesa. Tu sei la Chiesa. Questo rinnovamento comincia da me e da te. Quando si parla del rinnovamento della Chiesa pensiamo subito al nostro vicino di casa, al nostro nemico, collega di lavoro, a qualcuno che ha tramato dietro alle spalle. Non deve cambiare l’altro: tu devi cambiare. Quando tu cambi hai cambiato un mondo e la scintilla di Dio passerà al tuo vicino di casa, amico, collega, membro della famiglia.
Soltanto coloro che ascoltano la Voce di Dio, come i discepoli di Gesù sul Tabor che dice “questo è il Figlio Mio, l’Amato; ascoltateLo”, soltanto questi arriveranno al Regno dei Cieli.
Bisogna essere ubbidienti alla Parola di Dio come lo era la Madonna quando ha detto: “Ecco l’ancella umile del Signore. Ecco Colei che farà la Volontà di Dio fino alla fine”. La Madonna non ha detto: “Io farò una parte della Volontà di Dio”. Lei non ha detto: “Lo faccia la Mia amica. La Mia vicina di casa”. Ha detto: “Eccomi. Io sono la serva e farò tutto quello che Tu vuoi”.
Fratelli e sorelle, la festa della Trasfigurazione è sempre un invito a cambiare il nostro cuore. Quando ricordiamo la Trasfigurazione ricordiamo il monte Tabor. Qui a Medjugorje ci sono due monti che assomigliano al monte Tabor, sui quali sono avvenute centinaia di migliaia di conversioni.
Il monte Krizevac è alto 520 metri. Su di esso i parrocchiani nel 1933 hanno costruito una croce alta 8 metri e mezzo. Sulla croce c’è la scritta “A Gesù Cristo Redentore dell’umanità. Come segno della nostra fede, amore e speranza. In memoria dei 1900 anni della Passione di Gesù”.
L'altro monte è la collina delle apparizioni, dove 34 anni fa è apparsa la Madonna, secondo la testimonianza dei veggenti. Questo monte è alto circa 170 metri.
Perchè parliamo dell’altezza dei monti? Per un semplice motivo: perchè c’è anche un terzo monte, dove alcuni salgono, non amano Medjugorje nè la grazia. Amano la montagna dei soldi. Questo è il terzo monte che servono. Non vedono i frutti di Medjugorje. Non vedono tante vocazioni spirituali, sacerdotali e religiose, maschili e femminili. Non vedono le tante guarigioni nell’anima e nel corpo. Non vogliono vedere i Sacramenti e tanto meno avvicinarsi ad essi. Non vedono i confessionali sempre pieni, non soltanto durante il festival appena finito, bensì durante tutto l’anno. Tante altre cose non vedono, perchè questo monte è tanto alto davanti ai loro occchi che non vedono nè il Krizevac nè la collina nè la grazia stessa.
Fratelli e sorelle, Dio ci ha offerto Gesù come metro di trasformazione. Questa festa che celebriamo ci ricorda che soltanto l’unione con Gesù ci può trasformare e preparare per la vita celeste, dalla quale Lui è venuto per introdurci nei Suoi misteri.
Rispondiamo alla chiamata di Dio e alle Sue parole: “Questo è il Figlio Mio, l’Amato. AscoltateLo”.
Signore, desideriamo ascoltarTi come la Madonna e come Lei fare la Tua Volontà fino alla fine.
Così sia.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.

 

Fonte: IdM (di Andrea Bianco)

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