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Richiesta di preghiere

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lunedì 21 marzo 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 20 marzo 2016 Domenica delle palme, presieduta da fra Dragan Ružić

Carissimi fratelli e sorelle, il profeta Isaia ha descritto tanti secoli prima quest’entrata solenne del Messia dicendo: “Ecco ciò che il Signore fa sentire all’estremità della terra. Dite alla figlia di Sion: ‘Ecco, arriva il tuo Salvatore. Egli ha con Sè il premio e la Sua ricompensa Lo precede. Li chiameranno popolo santo, redenti del Signore. E tu sarai chiamata ricercata, città non abbandonata’”.
La folla numerosissima ha steso i suoi mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che Lo precedeva e che Lo seguiva gridava: “Osanna al Figlio di Davide. Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore. Osanna nel più alto dei cieli”. Ma questo entusiasmo non è durato tanto, perchè era pieno di speranze terrene.
Questo lo ha compreso un frate che aveva una mano paralizzata descritto in un dramma spagnolo moderno: Juan dalla mano secca. Ogni giorno lo seguivano alla santa Messa solo due o tre vecchiette. Un giorno è stato mandato a predicare in un paese di montagna. In quell’occasione è rimasto vittima di una bufera di neve. Dal congelamento si sono salvate le gambe, ma non le braccia. Le braccia e le mani non le poteva più usare. Non avrebbe più potuto celebrare la santa Messa. Ma dopo aver invocato il Signore ha ricevuto un dono unico: poter usare le mani normalmente durante la celebrazione dell’Eucaristia. Soltanto durante la santa Messa. Questo frate è diventato oggetto di un’ammirazione unica. Lo invitavano di città in città a mostrare il suo miracolo e lo accoglievano con una grande celebrazione. Lui pensava che anche questo potesse dare lode a Dio.
Ma un giorno ha notato che il popolo abbandonava l’altare centrale dove celebrava la Messa un sacerdote sconosciuto e venivano tutti da lui, lasciando solo l’altro sacerdote. Ha capito che non si trattava di devozione, ma soltanto di curiosità, vanità, esteriorità. Allora pregò Dio che questo miracolo non si ripetesse mai più.
Il Signore, osservando la sua umiltà, gli ha ridonato di poter usare le mani come prima del congelamento. Così ha ricominciato a celebrare la santa Messa con le sue due o tre vecchiette.
Carissimi fratelli e sorelle, anche noi spesso ci comportiamo come la folla che esultava a Gerusalemme. Spesso ci piacciono le cose straordinarie.
Quando Gesù tornerà sulla terra come sarà accolto? Avremo una fede tiepida, una speranza troppo umana, un amore falso?
In questa settimana la liturgia desidera che gli altari siano vuoti da ogni decorazione. Le candele saranno spente e il Tabernacolo aperto. Questo è il simbolo di tante anime che non accettano la grazia e rifiutano la santità.
Alcuni farisei tra la folla dissero a Gesù: “Maestro rimprovera i tuoi discepoli!” Ma Egli rispose: “Io vi dico che se questi taceranno grideranno le pietre”.
Anche tra di noi ci sono tanti ipocriti che non vorrebbero vedere nessuna manifestazione esteriore del Cristianesimo. A loro non piacciono i riti nella Chiesa, i canti liturgici, le processioni e dicono che tutto questo è trionfalismo. Vorrebbero vedere una religione da angeli, dimenticando che non siamo fatti soltanto di anima. Se guardiamo meglio oltre la luce di questa purità si trova un orgoglio e una superbia da farisei. Giuda stesso si è scandalizzato quando ha visto i profumi in onore di Gesù.
Il comportamento della folla la domenica delle palme è cambiato completamente al momento della condanna di Gesù. “Osanna” si è trasformato in “crocifiggiLo”, perchè è facile seguire Gesù durante il trionfo, ma è difficile stare con Lui sul cammino verso il Calvario.
Tutti coloro ai quali Gesù ha fatto del bene Lo abbandonano per paura o per altri interessi.
La nostra tragedia è l’incapacità di opporsi al vento terreno che distrugge ogni desiderio di cielo. Rimaniamo come altari vuoti e senza decorazioni.
Lo stesso cambiamento tragico è visibile nella vita di Giuda. Prima seguiva il Messia con ardore ed entusiasmo, dopo L’ha tradito e venduto per trenta denari. Peggio di un altare vuoto. La sua anima invece di essere un altare per il Signore è diventato un altare per un dio falso: forse argento, invidia, egoismo.
In questo giorno ci domandiamo: Come siamo noi? Dove siamo noi?
Cerchiamo di non far parte di questa folla che ha detto “osanna” e poi “crocifiggiLo”. Questo ci può succedere spesso nella vita, ma Gesù, nella Sua Misericordia, ci invita a seguirLo come i Suoi apostoli che dopo la Resurrezione hanno preferito morire che rinnegarLo. Non solo i suoi apostoli, ma anche tanti discepoli, martiri, santi, anime devote che si sono consacrate a Dio. Hanno deciso di imitarLo.

 

Fonte: IdM (Andrea Bianco)

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