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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 27 aprile 2016

Omelia della santa Messa italiana Medjugorje, 26 aprile 2016

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore.


Sia lodato Gesù Cristo. “Vi lascio la pace, vi do la Mia pace”. Queste parole che risuonano spesso sulle labbra di Gesù come augurio verso i Suoi discepoli oggi raggiungono anche tutti voi. Oggi ci raggiungono, cioè arrivano lì dove ciascuno di noi - è per questo che ci siamo fatti pellegrini in questo luogo - ha bisogno della pace.
Tutti qui noi siamo mendicanti di pace. Nella nostra vita personale, nei nostri rapporti fino, allargando lo sguardo, a quello che il mondo anela: il desiderio della pace. La quale non è semplicemente assenza di qualsiasi forma di violenza, ma è quel dono d’amore che è arrivato a noi a partire da un atto di amore che non si è risparmiato nulla, fino addirittura a dare La Sua Vita per noi.
Quel soffio che abbiamo invocato fin dall’inizio della nostra preghiera, che è il soffio dello Spirito, che è stato il dono che Gesù ha fatto… “Rese lo Spirito”, non “morì”. Anche in quell’istante in cui umanamente ci verrebbe da dire che uno ha tutto il diritto di pensare a se stesso, sopratutto nel momento in cui subisce una pena che non merita, una pena ingiusta. Gesù anche in quell’istante ama e dona il Suo Spirito. Dona Se Stesso. Nel gesto più estremo in cui la violenza umana può arrivare in modo ingiusto, in modo che non ha misura, come purtroppo spesso diventiamo anche noi spettatori, lì si mostra l’amore più grande. La misura dell’amore di Dio che non ha misura. Lì inizia quel grande augurio di pace che lungo la storia Lei, la Madre, si è resa strumento e richiamo forte per noi oggi. La pace.
Quella pace che matura dentro anche alle nostre esperienze di croce. Quella pace che non è semplicemente non avere nessun problema, non dover portare nessuna croce sulle proprie spalle, nessuna tristezza o dolore nel nostro cuore. La pace è la capacità di trasformare tutto questo in un atto d’amore. Questo è ciò che fa pura e bella la nostra preghiera in questi giorni.
Gesù domanda “Se è possibile si allontani da Me”, ma, ed è questo il segreto della Sua come della nostra preghiera, “non sia fatto come desidero Io, aiutaMi Signore ad entrare nella Tua Volontà”. Perchè? Perchè se quel dolore, quella prova, quel dispiacere, quella sofferenza che sto portando in me può essere una via di salvezza aiutami a viverla fino in fondo con Te e come Te.
Allora vivremo anche noi l’esperienza di Paolo, come avete sentito. Quando lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori dalla città. Egli si alzò, entrò in città e lì continuò quella meravigliosa opera che ancora oggi la Chiesa vive: l’annuncio del Vangelo. L’annuncio di quella buona e bella Parola.
Gesù ha detto: “Non parlerò ancora a lungo con voi, perchè arriva il principe di questo mondo. Però questo principe non può nulla, non può compiere niente contro di Me”. . Perchè? Perchè questa è la più grande prova che noi siamo chiamati a vivere come Lui, perchè “il mondo sappia che Io amo il Padre”. La prova dell’amore. “Come il Padre Mi ha comandato così Io agisco”.
Allora carissimi, non possiamo che pregare gli uni per gli altri in questi giorni. Questa esperienza - magari alcuni di noi l’hanno già vissuta in altri momenti, in altre parti - sia per ciascuno di noi esperienza della Pasqua, del passaggio ad accogliere prima di tutto dentro di noi questo dono, il dono della pace.
Forse, proprio quando crediamo che non ci sia necessario, cadiamo nella più grande e pericolosa tentazione. Abbiamo bisogno che quella pace entri anche negli angoli più nascosti della nostra coscienza, dove magari scendiamo anche a quei piccoli compromessi quotidiani. Siano giorni di grande purificazione.
Lo abbiamo invocato. DomandiamoLo spesso il dono dello Spirito che ha il potere di fare nuove tutte le cose. In questi giorni lo Spirito Santo ha il potere di fare nuovi anche noi. Anche se ci sembra di portare sempre il fardello della nostra vita, delle nostre abitudini, dei nostri limiti. Nulla è impossibile a Dio e a coloro che a Dio si affidano e si consegnano al soffio del Suo Spirito. Abbiamo bisogno di questo soffio che arrivi fin lì dove tutto và guarito, tutto và sanato, tutto và riconciliato, tutto và purificato con il dono della Sua Misericordia.
Viviamo questo pellegrinaggio in un tempo straordinario: il Giubileo della Misericordia. E’ una grazia che amplifica, allarga, dilata ancora di più ciò che avremo vissuto se questo non fosse stato.
Cerchiamo allora di accogliere il messaggio che Lei cerca in modi diversi di donarci. Che sia nella vita di tutti i giorni, l’esperienza di Chiesa. Dobbiamo sentirci Chiesa. Non dimentichiamolo mai.
Paolo VI, nell’Evangelium Nunziandi, diceva che è proprio della Chiesa essere evangelizzatrice. Il Suo scopo primario è portare il Vangelo. Quel dono che in questi giorni quel soffio rinnoverà facendo nuovi noi dentro, donandoci la pace del Signore si ha il dono che poi portiamo e condividiamo con tutti i nostri fratelli, perchè possano trovare in quel soffio che porteremo il sussurro forte della Misericordia del Signore che faccia credere in maniera più decisa che anche se c’è il principe del mondo nulla potrà mai compiere.

 

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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