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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 26 maggio 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 24 maggio 2016

Dal Vangelo secondo Giovanni 10,22-30

Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d’inverno.

Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”.

Gesù rispose loro: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io dò loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola”.

Parola del Signore

Carissimi fratelli e sorelle, cari fedeli, oggi nella festa della dedicazione della basilica di san Francesco d’Assisi ci ricordiamo di quando le persone ammiravano il Tempio di Gerusalemme e Gesù diceva: “Distruggete questo Tempio e Io lo ricostruirò in tre giorni”. Chi ascoltava sapeva benissimo che ci volevano tanti anni per costruire il Tempio. Ci volevano anni e anni perchè il Tempio potesse essere veramente bello.

Non solo i Giudei, ma anche coloro che passavano, potevano ammirare questo edificio.

Molti hanno capito dopo che Gesù parlava del Tempio del Suo Corpo.

Cari fedeli, cari fratelli e sorelle, oggi celebriamo la festa della dedicazione della basilica di san Francesco d’Assisi, come spesso celebriamo la dedicazione delle nostre chiese e delle nostre parrocchie. Ma in questo giorno dobbiamo pensare di più a noi, al tempio che siamo noi. La Parola di Dio ci dice: “Non sapete forse che il vostro corpo è il Tempio dello Spirito Santo?”

Per mezzo del battesimo, fratelli e sorelle, abbiamo ricevuto non soltanto il Sigillo di Dio, dell’appartenenza a Dio, ma abbiamo ricevuto nella nostra vita il Dio Trinitario: Padre, Figlio e Spirito Santo. Siamo stati battezzati nel Nome della santissima Trinità. Non portiamo soltanto il Loro Segno, ma portiamo la Trinità in noi. Noi siamo il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio del Dio vivente.

La Parola di Dio ci dice che dobbiamo essere pietre vive che devono far parte del Tempio. Noi siamo inseriti nel Corpo mistico di Cristo, la Chiesa. Noi come parte della Chiesa, come singoli, non possiamo uscire da questa unità. Sappiamo benissimo che se in una casa o nel Tempio venisse tolta una pietra rimarrebbe un buco e tutti vedrebbero che qualcosa manca. Anche noi tutti siamo importanti e siamo pietre vive che vengono inserite nel Tempio vivo.

Dobbiamo aver cura di quei Templi che sono le chiese, dobbiamo mantenerle, ma quanto più dobbiamo aver cura di quei templi vivi che siamo noi. Quanto più dobbiamo curare noi stessi per essere veramente pietre vive.

In questa festa odierna il Signore desidera dirci proprio di aver cura di noi stessi. Egli ci ha dato questa grande grazia di poter appartenere alla grande comunità della Chiesa Cattolica, il Corpo mistico di Cristo. Lui ne è il capo e noi le membra. Questa è una grande grazia e noi dobbiamo veramente pensarci sempre. Dobbiamo essere sempre consci di essere pietre vive e di dover aiutare a far crescere prima il Tempio che siamo noi e poi la Chiesa.

Come ci dice la Parola di Dio: “Se un membro è ammalato tutto il corpo soffre”.

Così anche noi, carissimi fratelli e sorelle, dobbiamo stare attenti a noi stessi. Il Signore ci ha dato i mezzi. Ci ha lasciato la Sua Parola, perchè attraverso di Essa possiamo conoscerLo. Perchè possiamo starGli più vicino per avere un rapporto più intimo, per diventare una cosa sola con Lui, per essere trasformati. Dio ci ha creati a Sua Immagine. Quindi portiamo l’Impronta del Suo Essere, l’Impronta del Dio vivente.

Per mezzo del peccato originale abbiamo perso questa grazia, ma siamo stati giustificati con la passione, morte e resurrezione di Gesù. Siamo stati giustificati con il Suo preziosissimo Sangue per poter essere ciò che Dio vuole: persone che hanno la grazia che ci permette di far parte del popolo di Dio che loda il Signore qui sulla terra e nei cieli per sempre.

Il Signore ci ha dato la Sua Parola per riconoscerLo. Lui è quel Buon Pastore che ci chiama, ammonisce, consiglia. Cerca la pecora smarrita, cura quella ferita.

Ci ha donato i santi Sacramenti. Sopratutto desidero sottolineare il Sacramento della Riconciliazione e il Sacramento dell’Eucaristia.

Qualche volta ci allontaniamo come quelle pecore cercando qualcosa di migliore. Ma dobbiamo riconoscere che il Signore sa cosa và bene per noi. Perciò dobbiamo abbandonare la nostra vita a Lui; lasciare a Lui tutte le nostre strade, perchè Lui possa guidarci.

Lasciamo la nostra vita al Signore. Doniamola a Lui, perchè Lui veramente sia il nostro Buon Pastore che ci guida. Il Signore ci ha dato una grande possibilità. Qualche volta siamo gente di poca fede, pecchiamo, ci allontaniamo. Lui ci ha lasciato il bellissimo Sacramento della Riconciliazione per riconciliarci con Dio e con gli uomini.

Ci ha lasciato anche la santa Eucaristia dicendoci: “Chi mangia la Mia Carne e beve il Mio Sangue ha la vita eterna”.

Nel Vangelo di oggi Gesù sottolinea proprio questo e dice: “Conosco le Mie pecore. Esse Mi seguono e Io do loro la vita eterna”.

Questa è la nostra meta: la vita eterna. Avere ciò che Dio ha sognato nella creazione. Vivere nella gloria di Dio. ContemplarLo Faccia a faccia.

Alla fine, cari fratelli e sorelle, non posso che dire qualcosa sul nostro padre serafico san Francesco. Lui veramente ha sentito questo Vangelo.

Una volta che non era riuscito a comprendere il Vangelo, si è avvicinato ad un sacerdote perchè glieLo spiegasse. Dopo che il sacerdote lo ha spiegato san Francesco ha esclamato: “E’ questo che cerco e desidero vivere!”

Vivendo il Vangelo sappiamo come egli ha terminato la vita: nella grazia di Dio; ricevendo le stigmate come segno dell’unione completa con il Signore, un segno bellissimo anche se doloroso.

Quando noi uomini contempliamo queste cose vediamo che è difficile seguire le orme del Signore. E’ difficile vivere come san Francesco. Ma anche se è difficile non è impossibile.

L’amore di san Francesco verso Dio, verso il prossimo, verso tutte le creature invita anche noi a far parte di quel popolo santo di Dio.

San Pietro dice che noi siamo il popolo santo di Dio, l’eredità di Cristo.

Preghiamo anche noi il Signore, perchè per intercessione di san Francesco e della Beata Vergine Maria che veneriamo particolarmente in questo mese, ci benedica, affinchè possiamo riflettere sempre più su noi stessi che siamo il Tempio della Trinità.

Ecco perchè dobbiamo domandarci come ci comportiamo verso noi stessi. Con ogni peccato verso di noi e verso il prossimo distruggiamo questo Tempio.

Preghiamo il Signore perchè ci benedica, perchè possiamo costruire questo Tempio amando Dio e il nostro prossimo come noi stessi.   

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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