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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 17 settembre 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje 13 settembre 2016


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Parola del Signore.

E’ difficile immaginarsi quello che abbiamo letto nel Vangelo. Una madre vedova ha un unico figlio e proprio nel fiore della sua giovinezza lui muore.
Se incontriamo un caso del genere anche noi sentiamo un grande disagio. Anche se non si tratta di un parente o conoscente sentiamo tristezza.
Una vedova rimasta senza figli nel Giudaismo viveva una vita veramente difficile. Quando era ragazza era sotto la responsabilità di suo padre; da moglie era sotto quella del marito; rimasta vedova nessuno bada a lei. Sopratutto se senza figli.
Probabilmente non aveva casa o assistenza sanitaria. Semplicemente lei viveva alla giornata.
Anzi peggio. Una corrente del Giudaismo pensava che se era vedova e perdeva anche il figlio lei aveva un peccato ed era stata punita dal Signore.
I profeti continuamente parlavano contro coloro che sfruttavano le vedove e ritenevano che questo atteggiamento dovesse cambiare, perchè Dio ama i poveri. Ma questo era difficile da sradicare. Ma Gesù arriva nella città di Nain e trova proprio un caso del genere: un figlio unico di una vedova che viene portato da alcune persone per essere seppellito.
San Luca scrive che Gesù ha sentito una grande compassione di lei e delle sue lacrime. Dirà: “Donna non piangere”. E poi ridarà la vita a quel giovane.
Un cieco è venuto da Gesù e ha chiesto: “Figlio di Davide abbi pietà di me”.
Delle persone hanno portato un paralitico e Gli hanno detto: “Guariscilo”.
Le persone chiedono continuamente qualcosa.
Nell’evento tratto dal capitolo settimo del Vangelo di Luca si narra del caso di un centurione romano che prega di guarire il suo servo.
Ma questo, invece, è un caso in cui nessuno chiede niente. La vedova semplicemente piange e gli altri guardano seriamente. Nessuno prega Gesù.
Lui ha compassione. Dice di fermarsi e pronuncia le parole: “Ragazzo, dico a te. Alzati!”
Il Vangelo aggiunge: “Gesù lo restituì a sua madre e lui cominciò a parlare”. E’ come se tutto ciò fosse fatto per far vedere l’amore verso quella madre.
Questo caso, per molti sensi, è unico.
Nel Vangelo leggiamo che altre due volte ha riportato in vita delle persone: la figlia di Giairo e Lazzaro, fratello di Marta e Maria.
Ho citato il caso del servo del centurione romano che Gesù guarisce.
Si vede che Gesù può ridare anche la vita e non solo curare il fisico. Ha potere anche sulla morte.
Durante il Suo Annuncio parlerà diverse volte su questo tema.
L’uomo non si trova per caso nell’universo. Non vive per scomparire.
Il filosofo greco Epicuro dice che la morte è la cosa peggiore al mondo. Lui dice: “Finchè viviamo la morte non ci interessa, perchè è lontana. Quando moriamo non ci siamo più”.” Un totale disinteresse verso la morte.
Ma Gesù dice una cosa diversa. La morte non è come allora tanti pensavano, cioè una scomparsa. E’ un limite che differenzia questa vita da quella che viene dopo. Ma sottolinea sempre che bisogna seguire la via che porta alla vera vita. Addirittura Lui dirà: “Io sono la Via. Chi segue questa Via ha la sicurezza della salvezza”.
l’uomo vorrebbe raggiungere l’eternità, ma è difficile seguire questa via. Di solito l’uomo và per una certa via dove non può incontrare Dio, dove non incontra Gesù, ma vive una vita piena di peccato. Pensi di essere vivo e invece sei morto. In cosa consiste questa morte? E’ la scelta dell’uomo di vivere nel peccato. “Voglio vivere così. Se poi viene la vita eterna non ho nulla in contrario. Ma cercare di averla non mi interessa”.
Perciò sant’Agostino scrisse: “Il peccatore cammina con le proprie gambe, tocca con le proprie mani, guarda con i propri occhi e pensa di essere vivo. Sì, il suo corpo è vivo, ma la sua anima è morta. La casa è viva, ma è morto chi ci abita”. Voleva dire che il corpo è la casa dello spirito: il corpo è vivo, ma lo spirito è morto.
Questo ripete la Chiesa nella Sua predicazione. Il peccato è la morte dell’anima. Per chi persevera fino alla fine così il peccato è la morte dell’essere. Se non vive qui con Dio allora non può incontrarLo neppure nell’eternità.
Uno scrittore della Chiesa parla del Battesimo e poi aggiunge: “Conosco tre modi di morire. Un modo è quando il peccatore si converte. Egli muore al peccato e nasce per Dio. Questa è la morte benedetta. Conosco un altro modo di morire, quando un uomo che vive con Dio rinuncia alla vita con Lui e vive nel peccato. Questo è un modo di morire a Dio. Alla fine conosco il terzo modo di morire. Si tratta della morte fisica, quando l’uomo lascia la vita sulla terra e và all’eternità. Questa è una morte che prescinde dal suo stato spirituale. Se è con il Signore andrà verso l’eternità di gioia; se è nel peccato andrà verso la morte eterna”.
L’uomo durante la vita si chiede: “Cosa accadrà dopo?” Ci si pone tante domande: Che senso ha la vita?
Anche l’incontro con la morte qualche volta ispira l’uomo a fare l’esame di coscienza: “Anch’io arriverò a quel punto. Posso continuare a vivere in questo modo?”
Gesù dice tante volte che ciò che porta all’eternità con Dio è una vita con Lui, la fede. Aggiunge che chi prende il Suo Corpo e il Suo Sangue avrà la vita eterna e risusciterà nell’ultimo giorno.
Tutte queste realtà sono le nostre medicine che ci aiutano sulla via verso l’eternità.
Il caso del ragazzo di Nain non mostra solo che Gesù è più forte della morte, ma coloro che hanno assistito avranno concluso: “Un grande Profeta è sorto in mezzo a noi. Dio ha visitato il Suo popolo”.
Gesù è il primo dei risorti dopo il terzo giorno. Questa è la strada di tutti coloro che sono Suoi.
Ma ognuno che si sente di Gesù deve abbracciare la via del Signore, seguirla assieme a Lui per essere glorificato con Lui.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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