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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 17 settembre 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 10 settembre 2016


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: “Nessuno è mai salito al cielo se non Colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè ha inalzato il serpente nel deserto così bisogna che sia inalzato il Figlio dell’Uomo, perchè chiunque creda in Lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito, perchè chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio infatti non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di Lui”.
Parola del Signore


Cari fratelli e sorelle, un missionario dell’America Latina parlava di un uomo d’affari Osberger e aveva una figlia di nome Margit. Sua moglie era morta molto giovane e lui aveva affidato sua figlia ad una donna cristiana di colore di nome Anna. Lei non doveva parlare a Margit del Cristianesimo, perchè Osberger Lo odiava. Aveva nella sua camera una piccola croce e Margit ha continuato a chiederne spiegazioni e di Colui che ne era appeso.
Margit ha iniziato ad amare Gesù e una sera, presa quella croce, l’ha abbracciata e si è coricata nel letto con essa e si è addormentata. Quando il padre è tornato a casa è andato dalla figlia per baciarla mentre già dormiva. Avvicinandosi ha trovato la croce. Si è arrabbiato e ha preso la croce e l’ha sbattuta sul pavimento e l’ha frantumata.
Il giorno dopo la piccola Margit ha raccolto i pezzi della croce, li ha portati nel giardino, li ha sepolti e vi ha piantato sopra i fio ri con tanta attenzione.
La figlia si ammalò a morte e prima di morire chiese al padre di sepellirla dove c’erano i fiori.
Il padre, quando scavò per sepellirla, trovò i pezzi della croce. Rimase molto commosso e capì quanto aveva offeso la figlia e ha capito quanto ella amava la croce e Gesù.
Quando ha sepolto la figlia ha inalzato un monumento sul quale ha scritto: “Ho distrutto la croce, ma la croce ha distrutto me”. Ed è diventato cristiano.
Fratelli e sorelle, la piccola Margit ha scoperto nella croce l’immenso Amore di Gesù e non si è lasciata separare da Lui.
Nella croce c’è il forte Amore di Dio che ha distrutto anche quell’uomo d’affari.
Dio ha amato tanto il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito, perchè nessuno che crede in Lui si perda, ma abbia la vita eterna. Così abbiamo sentito nel Vangelo di sta sera.
Questo hanno sentito già i nostri antenati al tempo di Eraclito che regnava a Bisanzio. I confini di quel regno arrivavano fino qui da noi. La regina Elena, la madre di Costantino, ha trovato la croce attorno al 325. Costantino ha costruito a Gerusalemme la Basilica della Resurrezione. Il 14 settembre 335, dopo la consacrazione della Basilica, hanno presentato questa croce al mondo.
Questa reliquia è finita un giorno nelle mani dei persiani. La tristezza era grande a causa di questa perdita.
Costantino ha chiamato da Cracovia i “croati bianchi” per proteggere questi terreni e proteggere il Cristianesimo per poter andare lui stesso in oriente a riprendere la croce. I croati, che in quel momento erano pagani, lottavano per questa croce. Lui ha dato il compito al nostro popolo di lottare per la croce come simbolo della salvezza e del Cristianesimo. La storia del nostro popolo già dagli inizi sta nel segno della croce di Cristo.
Questo grande onore, la fedeltà alla croce nella storia, è stato riconosciuto dalla chiesa quando, attraverso il Papa Leone Magno nel 1519, ci ha chiamati “bastioni del Cristianesimo”. Questo vale fino al giorno d’oggi.
Innumerevoli sono i martiri nella nostra storia che hanno sofferto o dato la vita per la croce di Cristo. Il nostro popolo non l’ha mai rinnegato.
Per questo motivo i nostri avi hanno innalzato sul Krizevac la croce, per dire a tutti quali sacrifici erano disposti a subire per Cristo. Non per vantarci di questo, ma per testimoniare. In nessun segno c’è la salvezza se non nella croce di Gesù Cristo.
Cristo crocifisso e risorto è la nostra unica speranza e salvezza.
I nostri parrocchiani hanno innalzato la croce quando dall’oriente stava arrivando il regime comunista, per dire a tutti che la salvezza non è nella stella, ma nella croce. La stella è caduta e la croce è rimasta.
Cristo crocifisso e risorto è nostra speranza e nostra salvezza.
Tutti voi, fratelli e sorelle, che così numerosi siete venuti qui volete testimoniare la stessa cosa nel tempo in cui esiste il pericolo di perdere la croce di Cristo dai cuori. In Europa non si è disposti a confessare che l’eredità sociale è basata sul Cristianesimo. Tempi in cui i tribunali ordinano di togliere la croce dai luoghi pubblici e in cui le persone di potere dicono che il Cristianesimo è obsoleto. Tanti cercano continuamente di schiacciare le virtù cristiane e questo capita anche al nostro popolo.
Tutti voi presenti e tutti coloro che in questi 35 anni sono saliti sul Krizevac sono bastioni del Cristianesimo e testimoniano che solo in Gesù Cristo crocifisso e risorto è la nostra salvezza. La Sua dottrina è l’unica Verità, perchè testimonia il Suo Sangue, la Sua Morte e la Sua Resurrezione.
Se testimoniamo la croce di Cristo questa sera dobbiamo sottolineare tre cose e confessare queste verità.
Prima cosa: sulla croce si incontrano malizia umana e peccato da una parte e e dall’altra l’Amore di Dio. Gli uomini sono disposti ad uccidere il Figlio dell’Uomo e la malizia ha crocifisso il Cristo.
Dove si cerca di uccidere Dio c’è la tenebra nei cuori e avvengono omicidi, peccato e viene la tenebra sulla terra. Si uccidono le virtù, i valori, gli uomini non nati, si deruba, si violenta, si distruggono le famiglie, criminalità e corruzione.
Ma si sono sbagliati, perchè dopo la Morte di Gesù, quando hanno pensato di continuare con le malvagità, è tremata la terra e le persone sono uscite vive dalle tombe, perchè il male non può prevalere e la Verità non si può sradicare. Con la Sua Morte il Figlio di Dio è entrato nella tenebra del male per distruggere le potenze del male, per far vedere che la Sua è l’ultima parola; quella parola che dice: “Padre, perdonali”.
Con questa parola la luce prevale sulle tenebre del peccato.
Gesù stesso sulla croce espia per i peccati dei peccatori e da loro la possibilità di convertirsi.
Tanti allora hanno visto e altri nella storia si sono convertiti e battuti il petto dicendo: “Lui è davvero Figlio di Dio”.
Da quel momento la croce diventa fonte di una vita nuova.
“Quando sarò innalzato attirerò tutti a Me” dice il Signore. Da allora fino ad oggi non è stato possibile cancellare la croce di Cristo dal volto della terra. Esiste su tutti i continenti e nei cuori di milioni di persone.
Alcuni la accettano come fonte di salvezza e per altri è inciampo, perchè non permette loro di fare cose malvagie e vogliono eliminarla.
Fratelli e sorelle, noi siamo qui per testimoniare che la croce di Cristo è la nostra salvezza. Perciò rinunciamo alla tenebra dei peccati e a tutto quello che offende Dio e l’uomo.
Rinnoviamo la nostra fedeltà a Cristo e alla Chiesa per poter essere ciò che Gesù si aspetta da noi: sale della terra e luce del mondo. Coloro che proteggono questa terra dal male e danno speranza al futuro.
Questo ci ricorda san Pietro quando ci dice: “Siamo un popolo scelto, abbiamo il sacerdozio regale, per annunciare le opere di Colui che ci ha chiamati dalle tenebre alla luce”.
Seconda cosa. Col Suo salire sulla croce Gesù è entrato nella croce della nostra vita. Lui prende su Se Stesso la croce dal Padre per liberarci dalla morte.
Anche noi dobbiamo prendere la nostra croce. Lui la conosce. Lui è con noi. Per questo ha detto: “Chi vuol essere Mio discepolo prenda la sua croce e Mi segua”.
Seguire Lui. Cosa significa? Scoprire la Volontà del Padre nella nostra vita e accettarLa. ViverLa anche quando include difficoltà e sofferenza.
Questo non và bene ad un uomo moderno.
Una persona scrisse che gli uomini nei paesi industrializzati soffrono della malattia che non possono più sopportare. La malattia che non si può sopportare ci porta nel ghiaccio, perchè la sofferenza si evita.
Un matrimonio difficile si separa facilmente. Nei figli non si vede la gioia, il frutto del matrimonio, ma solo un peso e quindi non si vogliono avere. La sofferenza si nasconde. Le persone con difficoltà fisiche, i vecchi vengono eliminate. Si portano negli istituti per non dover sopportare il loro sguardo.
La sofferenza e la morte degli amici e dei parenti non si guarda più in faccia, perchè non vogliamo più toccare la mano fredda di un morto. L’uomo che fugge la sofferenza in questo modo sviluppa una paura che lo toglie dalla verità della vita. Si sviluppa la cecità verso la sofferenza del prossimo. Non c’è più compassione.
Si perde il senso della responsabilità gli uni per gli altri, ma nello stesso momento l’uomo è consapevole di non poter scappare dalla propria sofferenza.
Nessuno ha una risposta giusta verso la sofferenza. Tutti si chiedono: “Perchè proprio io? Perchè a me? Quale peccato ho commesso? Sono un peccatore così grande da venir colpito da questa sofferenza?”
Alcuni cominciano a bere, altri si drogano, altri ancora sono frustrati dalla sofferenza. Alcuni danno colpa agli altri e anche a Dio e interrompono con Lui ogni legame.
Nelle Alpi austriache c’è turismo. Gli uomini che hanno le case ospitano i turisti e vivono di questo.
Questo ha fatto anche una donna anziana. L’uomo accolto ha chiesto informazioni sui quadri alle pareti. La donna ha risposto: “Nel primo è riprodotto mio marito che è morto nel bosco. Il secondo è mia figlia morta di leucemia a 20 anni. Il terzo è mio figlio morto di cancro a 23 anni. Questa, invece, è una croce che mi ha fatto un uomo che era qui in vacanza. Gli ho raccontato tutte le mie sofferenze e amarezze. Gli ho detto che non potevo credere in un Dio che ha permesso questo. Quando mio marito è morto potevo ancora pregare per lui, invece quando sono morti i miei figli mi è venuta amarezza e rabbia verso Dio”. Questo uomo ha ascoltato con pazienza. Alla fine ha fatto quella croce e me l’ha regalata. Gli ho urlato di portarla via, altrimenti l’avrei distrutta. Lui mi ha pregato di metterla sul tavolo e guardarla ogni giorno. Dopo una disputa ho accettato. Ogni giorno guardavo la croce per un attimo. Ogni giorno c’era amarezza, pianto e domande. Poi mi è diventato lentamente simpatico. Ad un certo momento è come se avessi sentito la Voce di Gesù dalla croce: ‘Ma non vedi che sto soffrendo con te?’ Ho sentito un calore nel cuore. Ho abbracciato la croce e l’ho baciata. L’ho guardato a lungo e una voce dentro di me diceva: ‘Il tuo Dio soffre con te. Il Suo dolore è più grande del tuo’. Da quel momento ho cominciato a pregare. Adesso ho la pace nel cuore, ma anche la certezza che Gesù è morto per me e anche per i miei defunti. Con la Sua Morte Lui ha sconfitto la loro morte”.
Fratelli e sorelle, diamo l’esempio nella sofferenza.
Siamo consapevoli che un uomo non può vivere senza la croce. Leghiamo la nostra croce alla croce di Cristo, affinchè dalla Sua croce passi la forza salvifica per la redenzione di noi uomini.
Trasformiamo la nostra croce in preghiera e credo che sarà più facile portarla.
La terza cosa. Sulla Via Crucis di Gesù Egli ha incontrato Simone di Cirene e la Veronica. Simone Lo aiuta a portare la croce e Veronica pulisce il Sangue e il sudore dal Suo Volto.
Essere testimone della croce di Gesù significa che a nessuno mettiamo la croce sulle spalle, ma che aiutiamo gli altri a portarla. Il cristiano non deve essere apatico, ma deve aiutare a diminuire la sofferenza degli altri.
Come dice san Paolo: “Aiutatevi a portare i pesi gli uni degli altri. Così adempite la legge di Cristo”.
Quando Dio alla fine dei tempi dovrà decidere della nostra salvezza eterna non ci domanderà se abbiamo appartenuto a questa o quella corrente della Chiesa a questo o quel partito o a questo o a quello stato sociale, ma ci chiederà: “Avevo fame, mi hai dato da mangiare? Avevo sete, mi hai dato da bere? Ero straniero e profugo, mi hai accolto? Ero malato, mi hai visitato? Ero in prigione, sei venuto a visitarmi?” Ci chiederà della nostra solidarietà e misericordià sopratutto per i nostri concittadini. Tanti all’inizio dell’anno scolastico non hanno soldi per per comperare il necessario per i bambini. Tanti lavorano, ma non ricevono la paga. Tanti vorrebbero lavorare, ma non trovano il posto di lavoro.
Dio vuole una nuova comunità in cui tutti siamo fratelli e sorelle.
Dio ci ha dato le mani per distenderle verso il prossimo e per accarezzare e non per alzarle verso gli altri.
Dio ci ha dato le gambe per correre in aiuto degli altri e non per far inciampare qualcuno.
Dio ci ha dato le braccia per abbracciarci e non per schiacciare gli altri contro il muro.
Dio ci ha dato la lingua non per offenderci, ma per incoraggiare e consolare.
Dio vuole che abbiamo fiducia negli altri, ma anche responsabilità gli uni per gli altri.
In questi momenti difficili il cristiano deve far vedere il cuore della Veronica, il Cuore di Maria a Cana di Galilea, il Cuore di Gesù che nutre gli affamati, cura i malati, consola gli afflitti.
Così potremo essere tutti sulla via verso la patria eterna.
Fratelli e sorelle, Cristo Crocifisso è l’unica salvezza. Accettare la croce di Cristo vuol dire portarla con Lui e aiutare il prossimo a portare la sua croce.
Questo dovrebbe essere il messaggio che viene dal Krizevac. Questo è il messaggio di ogni croce.
Questo è il messaggio quando ci alziamo al mattino e facciamo il Segno della Croce.
Questo vuol dire testimoniare Cristo Crocifisso e Risorto che è nostra consolazione, speranza e salvezza.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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