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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 7 dicembre 2016

Angolo teologico – Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori (24) – Messaggi a Marija del 25 novembre 2016 e a Mirjana del 2 dicembre 2016


Messaggio a Marija del 25 novembre 2016
"Cari figli! Anche oggi vi invito a ritornare alla preghiera. In questo tempo di grazia, Dio mi ha permesso di guidarvi verso la santità e verso una vita semplice, affinché nelle piccole cose possiate scoprire Dio Creatore, innamorarvi di Lui e affinché la vostra vita sia un ringraziamento all’Altissimo per tutto quello che Lui vi dona. Figlioli, la vostra vita sia un dono per gli altri nell’amore e Dio vi benedirà. E voi, testimoniate senza interesse, per amore verso Dio. Io sono con voi e intercedo davanti a mio Figlio per tutti voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento teologico

Il messaggio si divide chiaramente in due parti: la prima riguarda il rapporto religioso con Dio, la seconda concerne la disponibilità amorevole nei confronti dei fratelli. Esso dunque raccoglie i due comandamenti fondamentali dell’amore, verso Dio e verso il prossimo. Vediamo alcuni particolari.

1. La finalità del messaggio mariano si concentra su di una verità essenziale: “affinché nelle piccole cose possiate scoprire Dio creatore”. Si tratta di riconoscere l’impronta divina e il suo benefico influsso non tanto nei segni o eventi straordinari e vistosi, quanto invece nelle realtà apparentemente insignificanti e minuscole, che in genere passano inosservate o addirittura disprezzate. Ma come ciò è possibile? Solo se la creatura umana acquista una interiore sensibilità, che la porta a vedere con gli occhi luminosi della fede le vicende e gli elementi che si dispiegano nella natura e lungo la storia umana, nelle varie vicissitudini del nostro vivere quotidiano, non solo in sé stesse, per sé piccole e fragili, ma nello spessore più elevato che le sostiene e le produce, di saper vedere in esse il dito agente di Dio. In effetti noi, superficiali come siamo, sorvoliamo su queste piccole cose che invece sono di grande importanza, perché rivelano che tutto è dono dell’amore del Padre celeste, alla cui attenzione paterna non sfugge nulla. Anzi nelle realtà più semplici e umili si manifesta la delicatezza, la generosità, la tenerezza del Creatore e Salvatore. Certi fatti o certe circostanze o certi incontri con persone sono frutto di un eccelso Regista che segue e compone ogni minimo elemento nell’armonia del tutto, allo scopo che ogni essere umano possa riconoscere l’azione onnipotente di Dio, senza della quale noi deboli e inetti non potremmo combinare un bel niente. Questo spirito di osservazione e di segnalazione della presenza attiva del divino Artefice ci consente di cogliere sapientemente gli interventi del Signore. Ma il nostro orgoglio e la nostra sbadataggine impediscono di fare spazio alla dimensione religiosa e ci lasciamo imprigionare nelle vicissitudini terrene, faticose e oppressive, dimenticando la mano onnipotente che tutto sorregge con la sua infinita sapienza e trasforma ogni cosa in bene a nostro vantaggio. Lo Spirito Santo ci doni tale sguardo di fede e di amore!

Da qui l’effetto stupendo di suscitare in noi il fuoco di ardore verso Dio, di vero innamoramento come viene detto: “possiate innamorarvi di Lui, affinché la vostra vita sia un ringraziamento per tutto quello che Lui vi dona”. Sono parole da imprimere profondamente nel nostro cuore per essere sempre in contatto, in ogni momento e in ogni situazione, con il Signore nostro Creatore e Redentore, al quale siano rese grazie ora e sempre.

2. La seconda parte del messaggio si riferisce al rapporto verso il prossimo con accenti incisivi e stimolanti: “figlioli, la vostra vita sia un dono per gli altri nell’amore”. La vita di ciascuno di noi è anzitutto un dono che viene da Dio e che noi dobbiamo accogliere con tutta la nostra adesione e gratitudine, come si è detto precedentemente. Anzi è il dono più bello e prezioso, il fondamento degli altri doni meravigliosi che Dio ci riserva. Il dono però non si può tenere gelosamente soltanto per noi, come un nostro possesso egoistico. Esso va donato a sua volta ai fratelli in modo che giunga anche ad essi la gioia di riceverlo e viverlo in pienezza. Questo passaggio del dono, dalle nostre persone alle persone che ci stanno accanto, avviene attraverso l’amore, come dice il messaggio: “un dono per gli altri nell’amore”. Ciò significa che esso va donato con lo stesso slancio di amore gioia e gratitudine con cui noi lo abbiamo accolto. In tal modo esso giunge non soltanto al di fuori ma tocca il cuore del fratello e non resta un gesto esteriore, materiale e freddo. L’amore, avvolgendo il dono, lo colma di calore, di vitalità e di grande effusione di comunione. Esso provoca un contatto di cuore a cuore e così diventa fonte pura e salutare per risanare le ferite della solitudine e dell’angoscia che albergano nell’animo di tanti nostri fratelli. Si fa balsamo di guarigione per le numerose piaghe di carenza d’amore e insieme suscita energia e entusiasmo di vivere un tale meraviglioso dono con generosità e fiducia. Dunque il dono della vita, che Dio ci ha fatto gratuitamente, si irradia in noi e attorno a noi. Le persone, che ci vivono accanto o che incontriamo lungo il percorso delle nostre giornate, trovano attraverso di noi un sapore e un calore diverso nella loro vita sofferente e desolata, acquistando tutta la capacità che essa contiene e che venendo da Dio si riversa sulla faccia della terra per una società più giusta e benevola, in famiglia, al lavoro, nel mondo intero. Infatti “Dio vi benedirà”, cioè effonderà le sue grazie su di noi e sull’umanità, ricolmandoci della sua paterna protezione e provvidenza per una sana esistenza terrena e soprattutto per il raggiungimento del regno celeste nella beatitudine eterna.

Accogliamo con piena disponibilità l’invito pressante di Maria: “e voi testimoniate senza interesse per amore verso Dio”. Un meraviglioso programma, semplice e fruttuoso, che noi possiamo attuare se ci lasciamo inondare dall’effluvio di amore che giunge dal cuore di Cristo e della sua e nostra Madre premurosissima.


Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2016
“Cari figli, il mio Cuore materno piange mentre guardo quello che fanno i miei figli. I peccati si moltiplicano, la purezza dell’anima è sempre meno importante. Mio Figlio viene dimenticato e adorato sempre meno ed i miei figli vengono perseguitati. Perciò voi, figli miei, apostoli del mio amore, invocate il nome di mio Figlio con l’anima e con il cuore: Egli avrà per voi parole di luce. Egli si manifesta a voi, spezza con voi il Pane e vi dà parole d’amore, affinché le trasformiate in opere di misericordia e siate così testimoni di verità. Perciò, figli miei, non abbiate paura! Permettete che mio Figlio sia in voi. Egli si servirà di voi per prendersi cura delle anime ferite e convertire quelle perdute. Perciò, figli miei, tornate alla preghiera del Rosario. Pregatelo con sentimenti di bontà, di offerta e di misericordia. Pregate non soltanto a parole, ma con opere di misericordia. Pregate con amore verso tutti gli uomini. Mio Figlio ha sublimato l’amore col sacrificio. Perciò vivete con lui per avere forza e speranza, per avere l’amore che è vita e che conduce alla vita eterna. Per mezzo dell’amore di Dio anch’io sono con voi, e vi guiderò con materno amore. Vi ringrazio!”.
 
Commento teologico


Nel messaggio sono presenti due aspetti di grande rilievo: il primo rivela “il pianto di Maria” da una parte e dall’altra la situazione di peccato e di cattiveria che domina il mondo. In particolare si mette in evidenza che vi è un peccato più grave di ogni altro ed esso consiste nel dimenticare ed emarginare il Figlio suo che è il nostro Salvatore e Redentore. Il secondo aspetto pone al centro “la figura di Cristo” quale unico e valido rimedio contro il dilagare del male e del dolore nell’umanità. Alcune riflessioni sull’uno e l’altro aspetto.

1. Il pianto di Maria. Appare all’inizio del messaggio con grande rilievo il fatto che “il mio Cuore materno piange”. Ciò manifesta una interiore angoscia che colpisce ancora una volta come una spada affilata l’animo della Vergine. Si tratta naturalmente di un dispiacere che non toglie nulla alla sua beatitudine eterna, ma che esprime concretamente e sensibilmente l’ansia materna per tutti noi suoi figli. Ella mostra quale amore conserva nel suo cuore verso le creature umane, per le quali il Figlio suo ha dato la vita. Questa espressione di dolore materno così incisiva credo che giunga nel cuore di tutti noi e non possa lasciaci indifferenti. La figura dell’Addolorata balza alla ribalta ed è come un grido che risuona su tutta la faccia della terra per scuotere la nostra sonnolenza spirituale e chiamarci accoratamente alla conversione.

Ma la domanda che sorge spontanea dentro di noi è chiederci la ragione di tanta materna angoscia. Ella ce ne dà il motivo: “mentre guardo quello che fanno i miei figli”. A questo punto proprio noi suoi figli, quali discepoli di suo Figlio, siamo messi in causa e non possiamo esimerci da prenderne coscienza. Si percepisce tutta l’amara constatazione che sono i figli suoi ad essere ingrati e ribelli, non persone estranee. I sentimenti della Madre appaiono nel loro drammatico stupore! Per essere più precisa lo dice chiaramente: “i peccati si moltiplicano, la purezza dell’anima è sempre meno importante”. Con poche pennellate Ella pone davanti alla nostra faccia la situazione contemporanea in cui versa l’umanità: da un parte si moltiplicano a dismisura e in forme aberranti le gravi azioni di male che si sprigionano sotto numerosi punti di vista come un mare dilagante di sporcizia e di corruzione; dall’altra parte viene indicata la mancanza della purezza d’animo, in quanto le creature umane perdono il senso dei loro peccati e si fanno sorde e cieche davanti ai richiami e ai segni del cielo che si riversano sulla terra. Quale profonda amarezza! La malvagità prende sempre più spazio mentre la consapevolezza della sua immensa gravità ogni giorno viene meno. Si tratta di una tragica situazione che come una spirale irreversibile conduce gli uomini verso l’abisso di una gravissima sciagura terrena ed eterna. Come rimanere insensibili a questo accorato richiamo del Cuore Immacolato di Maria?

La cosa più sconvolgente viene detta subito dopo, indicando il motivo basilare della diffusione del male: “mio Figlio viene dimenticato e adorato sempre meno”. Questo è l’aspetto più eclatante perché si tratta della fonte del bene e della salvezza per l’umanità. Se si perde di vista la redenzione operata da Cristo, veramente per le creature umane non rimane alcuna speranza di rinascita e di pacificazione. Per questo motivo succedono fatti di sangue e di martirio: “i miei figli vengono perseguitati”. Sembra che si attui uno sconvolgimento totale su tutti i fronti della umana esistenza e si scateni una guerra molteplice contro coloro che vivono la fede in Cristo. I fatti che si riscontrano ogni giorno sulle cronache dei giornali o dei mass media ne danno conferma. Quale desolante panorama! Come uscirne fuori? Cosa occorre escogitare e fare? La Vergine ci dice che vi è una sola strada sicura e confortevole: ricuperare la fede e l’amore per suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo. Soltanto in Lui, il Verbo incarnato, morto e risorto, si trova la soluzione più vera e proficua a una così disastrosa situazione. Si apre uno sprazzo di luce che rincuora l’anima nostra e ci porta la speranza contro ogni speranza.

2. Tornare a Cristo. È quello che la Madonna afferma con coraggio: “perciò voi, figli miei, apostoli del mio amore, invocate il nome di mio Figlio con l’anima e con il cuore”. Qui sta il felice annuncio per un’autentica ripresa di serenità, pace, giustizia e amore. Solo nel Nome di Gesù si trova la salvezza. Davanti a quel Nome ogni ginocchio si piega in cielo e sulla terra e sotto terra. Esso vince ogni avversità e malignità, annienta ogni spirito e forza del male. Non esiste altro nome che possieda il medesimo suo potere e pienezza di vita e di bontà. Perché cerchiamo altrove una qualche soluzione ai nostri malanni, quando abbiamo un riferimento luminoso e onnipotente, amorevole e giusto? Occorre allora riprendere un cammino di conversione, nel senso di ricuperare l’orientamento che non si perde nella nebulosità e vanità del mondo, ma si riversa unicamente e totalmente in Cristo. Tale ritorno non va fatto solo a livello di parole o gesti esteriori, che pur sono buoni ma insufficienti. Non basta fare qualche pellegrinaggio o assistere a qualche incontro di preghiera, è necessario che tutto il nostro essere e la nostra vita sia vivificata, irrorata, plasmata dalla grazia di Gesù, che deve diventare il motore propulsore di ogni nostra azione che facciamo nel succedersi dei giorni. Lui veramente deve prendere il primo posto nell’anima e nel cuore, nella mente e nella volontà, nei sentimenti e negli affetti, in modo che sia il fuoco acceso sulla nostra misera esistenza per trasformarla in un luogo di calore, di luce, di serenità e pace profonde, di vitalità e operosità benefica per noi e per i nostri fratelli. In effetti se noi doniamo tutta la nostra disponibilità a invocare con trasporto quel Nome santissimo, amandolo con tutte le nostre forze e sopra ogni altra cosa e persona, allora si realizzerà un modo nuovo e vigoroso di vivere, di donare, amare, soffrire con la speranza che non si spegne mai fino alla consumazione della nostra giornata terrena per aprirsi e condividere la infinita felicità del cielo. Questo costituisce l’elemento essenziale del nostro essere cristiani vivi e ferventi, portatori di un fermento fecondo per una società migliore e pacifica.

La Vergine elenca alcuni effetti benefici che scaturiscono dal Figlio suo: “Egli avrà per voi parole di luce. Egli si manifesta a voi, spezza a voi il Pane e vi dà parole di amore, affinché le trasformiate in opere di misericordia e siate così testimoni di verità”. Gesù offre parole di luce, con lo scopo che noi, spesso avvolti da cecità, non perdiamo il giusto sentiero per strade tortuose e tenebrose. Egli si manifesta, cioè fa vedere e sentire la sua presenza salvifica e affettuosa in tanti momenti in cui ci sentiamo oppressi e stanchi, sfiduciati e amareggiati; Egli spezza il pane, quel pane di vita immortale che è la Eucaristia, di cui dobbiamo nutrirci quotidianamente o almeno settimanalmente con la partecipazione attenta e fervorosa alla santa Messa; soprattutto Egli suggerisce alle nostre orecchie, ma ancor più al nostro cuore, parole di amore, che ci donano conforto e sostegno, facendo rifiorire in noi la freschezza e giovialità della comunione fraterna. Che cosa di più bello e vantaggioso? Da questa pienezza d’amore, che alberga dentro di noi, diventiamo testimoni di verità, nel senso che portiamo ovunque parole confortevoli e gesti di solidarietà per coloro che si trovano smarriti e desolati. Inoltre dobbiamo compiere opere di misericordia, cioè azioni che offrano aiuto a tanti fratelli bisognosi nell’anima e nel corpo. In tal modo l’amore salvifico e il nutrimento vitale si diffondono e disinfettano i sentimenti intrisi di odio e di violenza, di invidia e di egoismo. Si tratta di allargare il regno di Gesù, regno di amore, pace, giustizia e salvezza. Esso inizia già su questa terra e avrà il suo compimento nel regno eterno di bontà, alla fine dei tempi, quando Gesù consegnerà l’umanità redenta al Padre suo e Dio sarà tutto in tutti.

Facciamo nostro l’invito materno affinché si attui un mondo più sano e vivibile, di cui tutti sentiamo estremo bisogno: “mio Figlio ha sublimato l’amore col sacrificio. Perciò vivete con Lui per avere forza e speranza, per vivere l’amore che è vita e che conduce alla vita eterna”. Queste meravigliose parole restino infisse nel nostro animo e ci accompagnino sempre e ovunque. Grazie, Vergine Madre, che ce le ricordi e ci sospingi a fare di esse il vero cibo per condurci al Figlio tuo e regnare con Lui, il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen


Don Renzo Lavatori

don_renzo_lavatoriDon RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.

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