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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 4 gennaio 2017

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 30 dicembre 2016


Dal Vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, la Chiesa pone oggi davanti a noi Gesù, Giuseppe e Maria. Possiamo dire che si tratta dello stesso mistero che abbiamo contemplato nella celebrazione della nascita di Gesù.
Nella celebrazione del Natale abbiamo lodato il Signore per il fatto che Dio si è fatto vicino a noi, Dio è diventato uomo, Dio è diventato uno di noi e ha camminato e parlato con noi. Oggi guardiamo l’umanità di Gesù e vediamo che ha vissuto in una famiglia. Ha vissuto la Sua Vita spirituale nella Vita concreta e si trovava nelle condizioni in cui ci troviamo tutti noi.
Noi vogliamo contemplare il mistero di questa sacra Famiglia e vogliamo imparare da Gesù che ha vissuto una vita familiare. Osserviamo questa famiglia dai primi momenti, da quando nella vita di Maria è apparso l’angelo con il messaggio che sarebbero diventati i genitori del Figlio di Dio. Li seguiamo nel loro entusiasmo, nelle loro paure. Li vediamo nella loro fede, nell’attesa. Vediamo come gioiscono nell’organizzare il loro matrimonio.
Vediamo che Gesù, Giuseppe e Maria hanno passato tutto quello che stanno vivendo le nostre famiglie oggi.
Ma se noi leggiamo bene i Vangeli possiamo vedere che questa Famiglia ha avuto già dai primi giorni le proprie croci. La loro non è stata una vita irreale, tra le nuvole, ma proprio una vita terrena con le difficoltà, le incertezze e i pericoli. Forse proprio per questo per noi è facile avvicinarci alla Sacra Famiglia. Per questo possiamo imparare da loro.
Nella preghiera all’inizio della Messa abbiamo chiesto di imparare dalla Sacra Famiglia le virtù. Abbiamo chiesto di imparare ad avere amore reciproco.
Quali virtù vediamo? Per prima cosa vediamo che Giuseppe e Maria attraversano gioie, entusiasmi, difficoltà rimanendo aperti per il Signore.
Il punto principale del Vangelo di oggi è il momento in cui l’angelo parla nel sonno a Giuseppe. E Giuseppe ha messo in pratica ciò che il Signore gli ha comandato. Anche Maria faceva così. Questo è il fondamento della Sacra Famiglia. Questa è la famiglia che ha il cuore e l’orecchio aperti al Signore. E’ disposta a ascoltare la Parola del Signore e a vivere ciò che il Signore chiede a lei.
Questa è la lezione più importante. Questo è il messaggio che oggi ci dona la Sacra Famiglia.
Quando gioiamo, ma anche quando siamo schiacciati fino a terra dalla croce rimaniamo aperti al Signore, in modo tale da poter chiedere: “Signore, cosa devo fare? Non so cosa fare, non so dove andare. Signore, parlami Tu”. Dobbiamo anche fare ciò che il Signore ci dice.
Quando noi ci apriamo al Signore? Quando Gli porgiamo il nostro orecchio? Quando preghiamo.
Nella preghiera noi ci apriamo totalmente a Lui e così può toccare la nostra famiglia. Quando non so dove andare prego e, ispirato dal Signore, nelle tenebre trovo la via.
Non dimentichiamo mai questa cosa: qualsiasi cosa accada nella nostra famiglia apriamoci al Signore e tendiamo a Lui il nostro orecchio.
La Madonna ci istruisce in tutta la storia della Chiesa e ci dice: “Fate tutto quello che vi dirà Mio Figlio”. Sappiamo cosa è successo a Cana di Galilea quando hanno fatto ciò che Gesù aveva detto a quella giovane famiglia nata proprio in quel luogo.
Spesso nei nostri problemi ci basiamo sulle nostre forze e non riusciamo a risolverli. Ci chiediamo: “Ma perchè non è cambiato nulla?” Perchè non abbiamo chiesto la forza e la luce del Signore.
Oggi osserviamo questa bella virtù della fede e della preghiera. Invitiamo le nostre famiglie a pregare insieme. La preghiera è il cuore della vita familiare. E’ il momento in cui Dio si incarna in ogni famiglia. E’ una cosa bellissima. Diciamo: “Vieni Signore. Parlaci. IncarnaTi nelle nostre famiglie”.
Altre virtù della Sacra Famiglia possiamo trovarle nella lettera di san Paolo ai Colossesi che abbiamo letto questa sera. Paolo dice ai mariti: “Amate le vostre mogli e non trattatele con durezza.” Paolo suppone che i mariti possano essere duri con le mogli. Ma anche le mogli possono esserlo con i mariti o i bambini con i genitori. Possiamo essere duri nei confronti degli anziani quando sono infermi e non hanno più le forze.
Paolo ci insegna a non essere duri e violenti nelle parole. Noi siamo spesso violenti proprio in esse. Le parole spesso fanno peggio di un pugno.
Purtroppo in tante famiglie avviene anche una violenza fisica.
La Sacra Famiglia che oggi celebriamo doni a tutti noi di avere più mitezza, più misericordia, più amore, perchè ogni membro della mia famiglia è sacro. Io non sono padrone di nessuno.
L’altro consiglio che Paolo da per la famiglia lo rivolge ai figli e dice: “Obbedite ai genitori in tutto”.
Obbedire gli uni gli altri e sentirci a vicenda sono virtù di cui tutti abbiamo bisogno. Sono virtù di cui tutti abbiamo bisogno per avere una bella famiglia. Ma non solo nella famiglia. Ovunque in cui si vive in una comunità serve la virtù dell’ascolto. Ma per ascoltare l’altro dobbiamo avvicinarci a lui e stare zitti. Quando noi parliamo non possiamo sentire l’altro. Se parliamo di noi, dei nostri piani, dei nostri dolori sicuramente non possiamo sentire l’altro. Così spesso noi viviamo gli uni accanto agli altri e non gli uni con gli altri, perchè non siamo capaci di ascoltare.
Quante famiglie ruotano attorno alla televisione. Tutta la sala e tutti i mobili sono in funzione della televisione. Così abbiamo famiglie sedute che guardano per ore ciò che viene detto loro da quella scatola.
Quando vogliamo calmare i bambini perchè non ci diano fastidio accendiamo computer, tablet, tv… Così è tutto a posto. Tutto è in pace, perchè il bambino gioca. Ma in realtà abbiamo costretto il bambino a stare zitto. In realtà abbiamo ostacolato il necessario dialogo con il bambino.
Se andiamo al bar possiamo vedere che ci sono gruppi di giovani e ognuno tiene in mano lo smartphone. Sono insieme, ma non parlano e non si ascoltano. Quasi quasi non esistono l’uno per l’altro.
Noi, fratelli e sorelle, abbiamo dimenticato di ascoltarci a vicenda. Stiamo insieme, ma non ci ascoltiamo.
San Paolo dice ai figli di ascoltare i genitori, perchè questo piace al Signore.
Il consiglio per tutti noi è quello di ascoltare il prossimo. Ascolta come sta l’altro. Ascolta cosa il tuo prossimo porta nella sua vita e di cosa vuole parlarti.
La terza virtù a cui bisogna fare attenzione per una vita familiare è quella di non alimentare l’amarezza.
San Paolo dice: “Non esasperate i vostri figli”. Esasperare significa rendere la vita amara a qualcuno. Ma questo riguarda tutti noi, perchè sappiamo che siamo capaci di far la vita amara agli altri, renderla brutta e pesante. Siamo anche capaci di rendere la vita bella e dolce al prossimo.
Come facciamo a far diventare la vita amara agli altri? In questo certamente siamo perfetti.
Solo un piccolo esempio. I genitori rendono la vita amara al figlio quando di lui vedono solo quello che è negativo. Vedono solo i suoi sbagli e lo rimproverano per quello che avrebbe potuto fare. Allora il bambino diventa avvelenato da queste parole e pensieri negativi. Così anche per questa ragione i giovani spesso diventano depressi. Si ritirano in se stessi.
Fratelli e sorelle, preghiamo oggi Gesù Bambino, Maria e Giuseppe per la grazia della mitezza e dell’ascolto, di saper smettere di parlare per sentire il prossimo e per la grazia di poter far diventare la vita bella al nostro prossimo.
Ci aiuti il Signore.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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