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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 30 giugno 2017

Video - Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 27 giugno 2017


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, sembra che il brano del Vangelo d’oggi ci metta un dubbio. Come si deve comprendere? Cosa desiderano dirci queste parole? Come devo comportarmi secondo queste parole sentite?
Cosa significa la frase di Gesù “Non date le cose sante ai cani e non gettate le perle davanti ai porci, perchè non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”?
“Non gettate le vostre perle davanti ai porci” fa parte del discorso sul monte Tabor. Per comprenderne il significato dobbiamo capire il contesto di questo discorso.
Cristo aveva appena terminato un insegnamento ad un grande gruppo di persone e aveva detto: “Non giudicate per non essere giudicati, perchè voi stessi sarete giudicati con il giudizio che voi avrete verso gli altri. Con la misura con cui misurate sarà misurato anche a voi.
Poi ha detto anche: “Ipocriti. Togliete prima la Trave dal vostro occhio e allora vedrete bene per poter togliere la pagliuzza dall’occhio del vostro fratello”. Questo si può collegare al libro dei Proverbi che dice: “Come il cane ritorna al male che ha fatto così gli uomini ripetono la loro malvagità””.
Così avviene anche per i porci. Il cane torna alla malvagità e il porco lavato al fango. L’uomo ritorna al proprio peccato.
Cani e porci rappresentano coloro che deridono e rifiutano il Vangelo dopo che è stato loro annunciato.
Fratelli e sorelle, questo non significa che noi dobbiamo astenerci dal predicare il Vangelo. Gesù stesso ha insegnato e ha mangiato con pubblicani e peccatori.
Non dimentichiamo che Gesù ha anche detto ai Suoi apostoli e discepoli: “Se qualcuno non vi accetta e non ascolta le vostre parole uscendo dalla loro città togliete la polvere dai vostri piedi”.
Non dovremmo giudicare e condannare gli altri. Trattenerci da un giudizio non ci impedisce di avere un giudizio giusto nella nostra mente.
Dobbiamo distinguere coloro che possono accettare il Vangelo da coloro che possono deridere il Vangelo girandosi verso di noi per offenderci a causa della nostra fede.
Bilanciare tra giudizio e giusto ragionamento è la saggezza dei serpenti di cui parla Gesù. Purtroppo sappiamo che oggi non è facile essere saggi, ma neppure innocenti. Allo stesso tempo siamo coscienti che oggi molti deridono il Vangelo.
Molti ci condannano sulla base del Vangelo. Non riconoscono nella nostra vita il Vangelo, non riconoscono l’annuncio di Gesù. La nostra vita spesso non è in conformità col Vangelo o con ciò che diciamo. Quando io sono diviso in me stesso non posso convincere nessuno. Non ho una testimonianza sincera e vera.
Tutti sappiamo che proprio di questo abbiamo bisogno. Non abbiamo bisogno di grandi prediche; abbiamo bisogno di testimoni che mostrano il Vangelo con la propria vita. Forse io o forse tu saremo l’unico Vangelo che qualcuno leggerà nella propria vita.
Forse io sono un versetto della Bibbia. Che versetto sono? Che Vangelo sono?
In questo brano del Vangelo abbiamo sentito la regola d’oro di Gesù che rappresenta il culmine del Cristianesimo.
Qualcuno si può domandare come viverla nella vita.
E’ evidente che noi uomini non siamo in grado di realizzare quest’ideale in pienezza. Il nostro egoismo ce lo impedisce. Purtroppo la nostra pigrizia ci fà fare il meno possibile per gli altri.
La nostra natura è contraria a questa regola d’oro. Quando facciamo del bene agli altri ci aspettiamo la gratitudine, ci aspettiamo un premio.
Per quanto sia difficile riconoscerlo tutto ciò che facciamo lo facciamo per noi stessi. O almeno così sembra. Sembra che facciamo le cose buone facendoci i conti, per interesse. Questo non è il Vangelo.
Fare agli altri ciò che vorremmo che gli altri facessero a noi non è possibile con le sole nostre forze umane. Abbiamo bisogno della forza dello Spirito Santo.
Vivere la regola d’oro vuol dire vivere sotto l’influsso dello Spirito Santo.
Arrivati a questa conclusione dobbiamo accettare i consigli su come applicare la regola d’oro nella propria vita.
Oggi devo pensare: “Cosa vorrei che un altro facesse a me?” Elenchiamo tutto ciò che vorremmo che gli altri facessero a noi.
Ma non fermiamoci lì. Prendiamo questo elenco e cominciamo a fare agli altri ciò che noi abbiamo elencato. Volete forse che gli altri siano gentili con voi? Parlate così voi con gli altri.
Volete che qualcuno vi aiuti quando avete troppo da fare? Fate questo agli altri.
Volete che gli altri siano disponibili verso di voi? Fratelli e sorelle, siate voi a disposizione degli altri.
Quando avrete fatto ciò potrete fare un altro elenco: Cosa non vorreste che gli altri non facessero a voi? Non fatelo neppure voi verso gli altri.
Se noi facessimo così nella nostra vita, o se almeno tentassimo tutti i giorni di farlo, il mondo in cui viviamo sarebbe un mondo più bello, diverso, più semplice.
Ma a noi non piace la regola d’oro, perchè ci impedisce di vivere lo stile di vita a cui ci siamo abituati, da fastidio alla nostra comodità.
Non abbiamo simpatia verso la regola d’oro e questo significa che non abbiamo simpatia verso la Legge di Dio.
L’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo sono l’essenza della Legge. Non abbiamo simpatia verso la Legge di Dio e quindi neanche verso Dio che ha scritto quella Legge.
Non dobbiamo mai dimenticare che l’amore egoistico è la radice di ogni male e di ogni peccato.
L’amore peccaminoso è rivolto verso se stessi. E’ egoistico fino in fondo, mentre la regola d’oro e Dio sono rivolti verso il prossimo.
La regola d’oro non è conforme alla nostra natura e questo comporta che noi diventiamo nemici. La vita egoistica ti insegna a prendere ciò che vuoi, ciò che ti piace. Se desideri la moglie o il marito di qualcun altro cerchi il loro corpo per soddisfare i tuoi piaceri.
Se ritieni che sia giusto dire bugie allora le dici.
Se qualcuno ti da fastidio allora puoi ucciderlo.
Se ritieni giusto vivere una doppia vita puoi farlo. Sempre di più questa diventa la logica umana.
A questo punto ci appare Gesù con la Sua Legge. E cosa succede? Ci porta alla confusione. Ci diamo fastidio a noi stessi.
Con la Legge di Gesù, che è dentro di noi, comincia a svegliarsi la nostra coscienza.
Se non allontaniamo la nostra coscienza dalla nostra vita, se non cerchiamo di tranquillizzarla, se non cerchiamo di giustificare le nostre opere, ci accorgiamo che Gesù desidera trasformare il nostro cuore e la nostra mente in modo che possiamo essere in conformità alla Sua Legge. Gesù desidera scrivere questa Legge non su un pezzo di carta, ma sulle pareti dei nostri cuori. Quando lo farà noi potremo innamorarci della regola d’oro.
La regola d’oro proclama la Verità. Essa è stata proclamata da Gesù sul Tabor: “Con la misura con cui misurate sarà misurato anche a voi”. Qualsiasi cosa doniamo la riceveremo di nuovo come benedizione o come maledizione.
Una suora carmelitana, badessa di un convento, mi ha raccontato che un giorno ha bussato alla loro porta un povero che chiedeva da mangiare. Le suore carmelitane vivono di provvidenza e ricevono ciò che viene loro portato. In quel momento mancava loro quasi tutto e avevano solo pochi alimenti. Lei ha detto alla sorella: “Dagli ciò che abbiamo”.
Date queste cose al povero sono rimaste senza niente. Abbandonate alla Provvidenza di Dio. Alla fine di quella giornata qualcuno ha bussato alla loro porta portando uno scatolone di alimenti. Dentro vi erano gli stessi alimenti e la stessa quantità data al povero in quel giorno.
Quando facciamo qualcosa per amore, per compassione verso gli altri, per la Legge di Dio, non per interesse, non per un vantaggio personale...
Domandiamoci: abbiamo mai fatto nella vita una cosa del genere? Ho mai dato tutto ciò che avevo abbandonandomi a Dio?
Temo di non averlo mai fatto.
Fratelli e sorelle, oggi Gesù parla anche della porta e della via che possiamo scegliere: la porta e la via stretta oppure larga.
Credo che da ciò che ho detto fino ad ora sia facile capire cosa porti alla via e alla porta stretta e alla via e alla porta larga.
Spetta a noi scegliere.
Gesù spiega molto chiaramente cos’è una via e cos’è l’altra. Non possiamo dire di non sapere.
Egli non parla in maniera poco chiara come noi uomini, in modo che io possa intendere una o un’altra cosa. Non possiamo giustificarci. Non ci sono spiegazioni da dare.
Signore, aiutami oggi a comprendere più chiaramente il mio stato d’animo.
Aiutami, affinché io possa desiderare il Tuo aiuto.
Aiutami ad innamorarmi della Tua regola d’oro.
Aiutami a vivere la Tua regola d’oro nella mia vita.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione INFO a cura di Andrea Bianco )

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