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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 10 gennaio 2018

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 4 gennaio 2018, presiede fra Zvonimir


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Parola del Signore
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Il Vangelo che ci è stato annunciato ha il culmine nella frase del discepolo Andrea, che, entusiasta dopo essere stato dal Signore, và dal fratello Pietro e gli dice: “Abbiamo trovato il Messia!”
In questo tempo natalizio molti testi ci guidano in questa direzione. Si è alla ricerca di Gesù, del Messia, del segno.
Nei brani che abbiamo letto abbiamo ascoltato cosa hanno detto i pastori, poi i magi dall’oriente. Sempre abbiamo sentito la stessa notizia: “Troverete il Bambino nella mangiatoia”.
Potremmo allora immaginare questo tempo di Natale come un periodo di ricerca.
Fratelli e sorelle, anche noi siamo invitati a cercare Gesù e a trovarLo.
Ricordiamo il segno che era stato dato a coloro ai quali era stata annunciata la Sua nascita. Un segno semplice e quasi irriconoscibile: il segno era proprio il Bambino.
Il Papa emerito Benedetto XVI un giorno disse: “Nulla di straordinario, di meraviglioso, di magnifico è stato dato ai pastori. Solo il segno. Vedranno solamente un neonato. Il segno di Dio è un Bambino nella Sua incapacità e povertà. Soltanto col cuore i pastori potevano riconoscere che in quel Bambino si è realizzata la promessa del profeta Isaia”.
In questo tempo natalizio anche noi siamo stati invitati a cercare Gesù in tale maniera. Non solo in questo tempo, ma durante tutta la vita. Dobbiamo trovare Gesù. In questo dobbiamo essere attenti, perchè l’uomo facilmente si lascia guidare da segni che non vengono da Dio e non portano a Lui.
Spesso anche noi mettiamo ostacoli al Signore e aspettiamo da Lui segni grandiosi, straordinari che il mondo non ha ancora visto. Pensiamo che così crederemo di più.
Ma se guardiamo la storia dell’Amore di Dio verso l’umanità e il segno dato ai pastori, il Bambino nella mangiatoia, vediamo che a Dio piace operare in modo molto semplice, quasi invisibile. Sembra che cammini con passi silenziosi, nascosto alla luce del mondo, allo sguardo della moltitudine.
Anche noi possiamo rientrare nella folla che ha problemi e richieste. Questa folla non guarda più il Signore che nasce nei piccoli e nei bisognosi del nostro amore e aiuto. Questi piccoli, fra i quali c’è Gesù, possono essere guardati e riconosciuti solo col cuore e con l’occhio della fede.
Questo è il segno che ci viene donato e noi dobbiamo sempre riconoscerlo.
L’evangelista Giovanni descrive l’incontro tra Gesù e Giovanni il Battista. Il Battista indirizza i suoi discepoli verso Cristo, verso “l’Agnello di Dio”. I discepoli lasciano Giovanni e seguono Gesù.
Il titolo “Agnello di Dio” ci riporta al popolo giudeo, ai giorni della schiavitù in Egitto. Ci ricorda l’intera storia degli israeliti. Come sono stati salvati dall’Egitto? Con il sangue dell’agnello.
Giovanni il Battista dice che Cristo è l’Agnello che libera il popolo dalla schiavitù del peccato e lo guida verso il Regno dei Cieli, verso la libertà eterna.
Veniamo ricondotti anche al libro del profeta Isaia dove si parla del Servo del Signore che è destinato a morire, guidato come un agnello al macello. Di nuovo si parla della missione di Cristo, della Sua missione e di come sarebbe morto. Con la Sua morte giustifica molti e prende le loro colpe su di Sè.
I discepoli di Giovanni Battista riconoscono il segno dato loro in Gesù di Nazareth. Sulla parola del loro maestro seguono Gesù.
Nemmeno a loro è stato dato un segno straordinario, ma il segno della persona, un uomo, un altro Maestro: Gesù di Nazareth. Da un punto di vista esteriore Gesù era uguale a tutti gli altri.
Essi, invece, lo riconoscono con il cuore; con fede hanno atteso il Messia promesso.
Gli domandano: “Maestro, dove abiti?” Si sono incamminati e hanno visto dove abitava. Quel giorno sono rimasti con Lui.
Gesù invita anche noi: “Venite e vedete dove abito”.
Ci invita a cercarLo e a trovarLo nei Sacramenti, nei quali si dona a noi. Egli sceglie nuovamente la semplicità e per riconoscere la Sua Presenza ci vuole sempre la fede: il pane che si spezza sull’altare; la forza della Parola che viene annunciata.
La Chiesa prende le parole di Giovanni il Battista e invita i fedeli mostrando l’Ostia: “Ecco l’Agnello di Dio. Ecco Colui che toglie i peccati del mondo”.
Una chiamata semplice. Un semplice pezzo di pane. Beati coloro che Lo riconoscono. Beati coloro che prendendo il Suo Corpo e il Suo Sangue si rafforzano e meritano così di entrare dove Lui abita.
L’Eucaristia ci dona il gusto dell’incontro e dell’unione con il Signore. Rafforzati dall’Eucaristia dobbiamo desiderare l’incontro con il Signore, cercarLo e trovarLo con desiderio sincero.
Secondo una bella tradizione del popolo croato in questi giorni si visitano le famiglie e si benedicono le loro case. In questi episodi si può vedere l’incontro con Cristo che, per mezzo del sacerdote, viene nelle nostre case e ci domanda: “Voi, dove abitate? Mi volete accettare nelle vostre famiglie? Volete permettere che Io stia con voi e che la Mia benedizione scenda sulle vostre famiglie?”
Permettiamo a Gesù di entrare nelle nostre case e nelle nostre famiglie e che la Sua benedizione riempia tutti
i nostri rapporti, guarisca tutte le ferite create con l’odio e dalla mancanza di accoglienza.
Possiamo concludere che queste mancanze ci sono perchè siamo lontani da Gesù.
CerchiamoLo e permettiamoGli di trovarci. Lui bussa sempre alla porta del nostro cuore e aspetta. Non entra mai per forza. Attende che Gli apriamo.
Gesù sia il segno per tutti gli uomini. Segno attraverso il quale molti si convertiranno e troveranno la via verso la salvezza offerta a noi per l’eternità, dove Cristo vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen. 


Registrazione di Flavio Deagostini
Trascrizione di A. Bianco

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