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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 3 febbraio 2018

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 30 gennaio 2018

Dal Vangelo secondo Marco
‡ In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.
Parola del Signore.

Ogni morte è dolorosa e porta grandi ferite al cuore umano. In modo particolare siamo commossi quando muore un bambino o un giovane.
Gesù si ferma davanti alla casa di Giairo quando Gli dicono che sua figlia sta per morire. Entra e trova la bambina già morta. Si sentono i pianti, perchè si era persa ogni speranza, dato che Gesù non l’aveva trovata in vita.
Gesù si commuove davanti alle lacrime e al dolore della gente, ma in modo particolare a quello dei genitori.
Entra nella camera dove si trova la bambina. Prega e pronuncia le parole che invocano la vita: “Fanciulla, Io ti dico alzati!”
Quando parla il Padrone della vita e della morte tutto si sottomette a Lui. La bambina apre gli occhi e si alza. Gesù la rida ai suoi genitori che dalla felicità non potevano credere ai propri occhi.
Si è trattato di un meraviglioso incontro tra vita e morte.
E’ vero che con la morte finisce tutto, ma l’ultima parola spetta alla vita. La morte è solo la porta per la quale si entra nella vita eterna.
La morte è il nemico più grande. E’ il nemico di qualsiasi felicità terrena.
Spesso le persone rimproverano Dio, perchè muoiono anziani e malati, ma sopratutto perchè permette che muoiano bambini piccoli.
Secondo l’intento di Dio l’uomo doveva vivere in eterno. Il giardino dell’Eden doveva essere un luogo dove vivere senza dolore e senza morte.
Noi sappiamo, però, cosa è avvenuto all’inizio dell’umanità. E’ avvenuta la tragedia della disobbedienza e il peccato di Adamo ed Eva. Così sul palcoscenico dell’umanità è arrivata colei che porta via ogni vita; non ha pietà verso nessuno. Davanti a lei tutti sono uguali: re, vagabondi… Qualsiasi ruolo uno abbia nella vita non importa, perchè tutti sono sottomessi alla morte. Lei è fredda come uno scheletro senza cuore e nulla può cambiarla.
Ma Gesù cambia tutto.
Dopo il Suo incontro con la morte il nostro rapporto con la morte stessa cambia. La guardiamo diversamente rispetto alle persone che non hanno fede.
Essa diventa per noi luce. Dio incontra la Sua creatura al momento della morte.
Bisogna lasciare questo mondo e la vita terrena per iniziare una vita in cui non ci sono più lacrime e dove la gioia è eterna.
Accettare Gesù significa decidersi per la vita, perchè Egli è venuto affinchè i Suoi abbiano la vita in abbondanza.
La vita umana ha il suo vero valore solo quando è al servizio della vita eterna. Non si tratta di qualcosa che è lontano da noi, qualcosa che inizia dopo la morte. E’ già iniziata in ogni anima che è rinata nel Battesimo. In quell’istante è stata messa la radice della vita eterna ed accesa una luce che non si spegnerà mai.
Ogni uomo deve rafforzare e sviluppare questa luce, affinchè possa vivere un giorno nell’eternità. Già la vita terrena dovrebbe essere vissuta come se fosse quella eterna.
Tante persone attorno a noi, se le guardiamo con gli Occhi del Signore, sono senza vita, perchè non hanno la vita vera, perchè sono nel peccato. La morte dell’anima è molto peggio della morte fisica.
L’anima morta può tornare in vita solo per mezzo dell’incontro con Cristo e con la Sua grazia.
E’ ingiusto accusare Dio per la morte e per il male. Per mezzo del peccato la morte è entrata nel mondo. Per mezzo del peccato regna nel mondo.
Noi possiamo far sì che la nostra vita diventi una bellissima preparazione per l’incontro con Cristo. Quell’incontro prima o poi avverrà.
Cari fratelli e sorelle, colui che vive nel peccato senza pensare alla vera vita serve la morte. Colui che usa tutte le forze fisiche e le capacità per assicurarsi la vita terrena serve la morte e non pensa che prima o poi dovrà lasciare tutto.
Sta scritto: “Stolto. Proprio sta notte chiederò a te la tua anima”. A chi andrà tutto ciò che ha accumulato?
Serve la morte chi si avvelena di alcol o di droga. Egli abbrevia la propria vita e si condanna.
Veri seminatori di morte sono gli autisti che giocano con la macchina. Non sono attenti alla propria vita e a quella degli altri.
Fratelli e sorelle, è molto più utile e salvifico servire la vita e aiutare i fratelli a vivere dignitosamente la loro vita. Servono la vita i medici o il personale sanitario che si sacrificano continuamente per aiutare il prossimo. Servono la vita tanti generosi apostoli e missionari che cercano di migliorare l’esistenza di tante persone.
Cosa fanno le suore di Madre Teresa? Non chiedono a nessuno la carta di identità. Esse vedono in ogni uomo Cristo che ha bisogno di aiuto.
La morte non è la distruzione di tutto, ma è un invito del Signore alla felicità eterna.
Il grande Pascal ha scritto: “La vita è un viaggio e la morte è un incidente in questo viaggio”.
L’uomo viene scosso da tante cose, ma solo dopo la morte inizia la vita. Questa è la fiducia di tante persone della Chiesa Cattolica: la fede nella vita eterna.
Allora il Signore ci dice: “Non aver paura, ma credi!”
Cristo Risorto è con noi e in mezzo a noi. Lui ha vinto la morte. E’ padrone della vita. Lui sconfiggerà la nostra morte. La nostra morte è un campo dove il Signore semina i semi per risorgere e germogliare a vita nuova.
Il Vangelo di oggi finisce con un’osservazione interessante. Gesù ha detto ai genitori di dare alla bambina da mangiare. Tutti erano entusiasti per la resurrezione della fanciulla, ma in quel momento l’hanno dimenticata per la gioia.
Spesso ci troviamo anche noi in questa situazione. Crediamo che ogni bell’evento accada per noi stessi.
Il miracolo non è solo nelle cose, ma nei cuori umani. Gesù ha compiuto tanti miracoli, ma i farisei non volevano vederli. Gesù è stato cacciato dalla sinagoga per una guarigione.
Sappiamo riconoscere i miracoli che avvengono tra noi o per mezzo di noi? Tante volte abbiamo detto che la medicina fa grandi opere che sono al limite dell’impossibile. Perchè non pensiamo che esiste un legame? Perchè non pensiamo che Dio fa opere meravigliose attraverso le persone anche nei nostri tempi?
Amen.

Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco

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