Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

sabato 17 marzo 2018

Međugorje, 15 Marzo 2018, giovedì della IV settimana di Quaresima, omelia della Santa Messa vespertina.


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Parola del Signore.

Fratelli e sorelle, la Madre Chiesa sceglie le letture con molta attenzione durante la Quaresima. Questo è un tempo particolare, perchè ci prepariamo per la festa più grande: la Resurrezione di Cristo.
La Chiesa desidera che noi, come fedeli, riflettiamo sulla Parola di Dio.
Con la prima lettura la Chiesa ci chiede di riflettere sul ruolo di Mosè, un grande patriarca, ma anche sull’atteggiamento negativo del popolo prescelto dopo la liberazione dalla schiavitù in Egitto.
Come fedeli siamo invitati a guardare a Mosè, ma anche a vedere questo popolo che ha vissuto tante cose belle da parte di Dio eppure Gli volta le spalle.
Cerchiamo di riflettere su questa Parola.
Il popolo è uscito dalla terra d’Egitto. E’ entrato nel deserto ed è arrivato al Sinai. Mosè sale sul monte dove riceve la Legge. Egli fa fatica a salire e dio lo ammonisce: “Il popolo si è pervertito e ha adorato un vitello di metallo fuso”.
Quando facciamo l’esame di coscienza e analizziamo il primo comandamento ci ricordiamo subito come il popolo eletto ha adorato un vitello di metallo fuso e pensiamo: “Ma non sono mica matto ad adorare un vitello di metallo!”
Ma che cos’è questo vitello d’oro?
I giudei erano sotto la schiavitù per 400 anni. Loro, volenti o nolenti, hanno appreso tutto degli egizi, comprese le loro divinità. Il vitello era il loro dio Abis. Il faraone aveva un vitello nel suo palazzo. In primavera lo ammazzava e beveva il suo sangue per assumere lo spirito di ciò che quel vitello rappresentava.
Se noi, secoli dopo, pensiamo di essere liberi da questi idoli dobbiamo riflettere.
Cosa rappresentava il dio Apis? La ricchezza, la gloria e il potere. Aggiungerei anche il sesso.
Se guardiamo i giorni nostri possiamo dire che alcuni adorano ancora adesso il vitello d’oro e ciò che rappresenta.
Gli israeliti sono usciti dall’Egitto, ma hanno visto che è molto più difficile scacciare l’Egitto dal proprio cuore. Ecco perchè questo popolo ha dovuto camminare nel deserto per 40 anni. Ecco perchè Dio ha avuto tante difficoltà con questo popolo: il suo cuore si era avvicinato a quegli dei.
In questo tempo di Quaresima dobbiamo riesaminare il nostro cuore.
Cos’è al primo posto nel mio cuore?
Quando pensiamo al vitello d’oro facciamo un cenno di diniego, ma mi devo ricordare che quel vitello significa tante cose: gloria, potere, ricchezza, sesso.
Il tempo di Quaresima è un tempo in cui si fanno rinunce e penitenza. Dobbiamo rinunciare alle cose con cui siamo legati.
Se non sei capace di dire “no” il tuo “sì” non significa niente.
Fratelli e sorelle, a cosa non possiamo dire “no”? all’alcol, al gioco d’azzardo, alla pornografia, al sesso, al lavoro, alla carriera, ai soldi, al lusso, alla gloria, alla ricchezza, al potere?
Bisogna essere sinceri e riconoscere il punto debole.
Bisogna vivere la mortificazione e fare opere di carità. per essere liberati. Bisogna saper dire “no” per dire “sì” al Signore.
Riflettiamo anche su Mosè. Qui lo vediamo come intercessore e ci mostra l’importanza della preghiera di intercessione. Mosè è davanti a Dio e vediamo che la sua intercessione ha dato frutto per il suo popolo.
Noi spesso non sappiamo cosa accade nel mondo spirituale, ma sappiamo dalla Sacra Scrittura che l’intercessione è una preghiera molto potente.
Sappiamo che ci sono diversi tipi di preghiera. C’è quella in cui chiediamo qualcosa. Gesù ha detto: “Chiedete e vi sarà dato. Bussate e vi sarà aperto”.
Un’altra preghiera è il ringraziamento. Forse i credenti ringraziano poco e chiedono molto.
Il terzo tipo di preghiera è la lode. Non chiediamo nulla e Lo adoriamo.
Il quarto tipo è l’intercessione, come fa Mosè. Noi ci mettiamo al secondo posto e chiediamo per gli altri.
Abbiamo bellissimi esempi nella Sacra Scrittura. Spesso erano perfino pagani. Ricordiamo il centurione romano, i 4 che hanno portato il malato sulla barella. Nel Vangelo di Marco sta scritto: “Gesù, vedendo la loro fede, guarì il loro amico”.
Ricordiamo la donna cananea che chiedeva le briciole da Gesù e ha ricevuto la salute per sua figlia.
Il tempo di quaresima è il tempo santo in cui intercediamo per gli altri. Noi stiamo davanti al Signore e chiediamo per l’altro. Questa è una preghiera altruista, generosa.
Forse non vedremo i frutti, ma le testimonianze della Sacra Scrittura ci dicono che questa è una preghiera molto potente.
San Giacomo nella sua lettera dice: “Il Signore ascolta l’implorazione di un giusto”.
Vorrei testimoniare personalmente come ho vissuto la preghiera di intercessione per spiegarvi la potenza di questa preghiera.
Dico sempre che la mia vita sacerdotale è il frutto della preghiera di intercessione. Mia nonna materna proviene dall’Erzegovina ed è venuta in Canada negli anni 80, dove io sono vissuto. E’ venuta per accudire i nipoti. Eravamo 15 nipoti.
Sono diventato sacerdote nel 2002. Mia nonna era malata di tumore e un mese prima della mia ordinazione mi ha detto: “Quando sono venuta a custodirvi ho visto tanti nipoti e ho chiesto al Signore di prendere te come sacerdote. Non ho detto niente a nessuno”. Taceva e pregava nell’umiltà. Era intermediatrice tra me e il Signore. Intercedeva con fede. Aveva fatto il voto di digiunare a pane e acqua ogni martedì, affinché la sua preghiera fosse ascoltata. Ha pregato per 19 anni.
Se ripenso alla storia della mia vocazione ricordo che il giorno della mia Prima Comunione si è mosso qualcosa nel mio cuore. Era proprio il momento in cui mia nonna era venuta. Proprio in quel momento ho sentito nel mio cuore la vocazione sacerdotale. Lei intercedeva.
Non so cosa pensava mia nonna quando a 14 anni mi rifiutavo di andare a Messa. I genitori mi spingevano per andare. Lei avrebbe potuto rinunciare a pregare per me.
Il Signore mi ha toccato a 16 anni e sono diventato sacerdote.
Mia nonna mi ha detto ciò un mese prima dell’ordinazione sacerdotale. Le ho chiesto: “Perchè hai scelto me?” Mi ha risposto: “Non eri né migliore né peggiore degli altri”. Con fede lei ha pregato.
Fratelli e sorelle, ci sono tanti esempi di giusti e santi nell’Antico e Nuovo Testamento a fare ciò che faceva Mosè, ad intercedere..
Non possiamo fidarci di ciò che è terreno. Non possiamo fidarci della politica.
Dobbiamo fidarci esclusivamente del Signore. Lui esaudirà le nostre preghiere.
Il nostro beato Stepinac ha detto durante le violenze della seconda guerra mondiale e le persecuzioni del comunismo: “Se ci portano via tutto ci rimangono due mani che possiamo unire per pregare Dio”.
Fratelli e sorelle, siamo a metà della Quaresima Cerchiamo di esaminare nel nostro cuore cosa c’è che ci lega alle cose terrene, agli idoli. Come abbiamo sentito è più facile uscire dall’Egitto che scacciare l’Egitto dal nostro cuore.
Cosa ci lega, ci fa schiavi e ci porta al peccato? Rinunciamo a questo. Nel Sacramento della Confessione offriamolo al Signore. Non fermiamoci a noi stessi, ma apriamo gli occhi e facciamo opere di carità spirituale. Decidiamo di intercedere per qualcuno che è nel bisogno. Non c’è bisogno di dirlo a questa persona. Diamo tutto al Signore e lasciamo che faccia tutto quello che vuol fare attraverso la nostra preghiera.
Amen.

Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco

Nessun commento: