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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 25 aprile 2018

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 15 aprile 2018

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, un uomo era molto legato a suo papà. Il padre aveva fatto lavori pesanti tutta la vita. Quando la morte si stava avvicinando al padre il figlio era disperato per la tristezza. Stando vicino al padre morto il suo sguardo si è fermato sulle mani del genitore. Ha visto che anche le cose piccole avevano lasciato il segno. Poi ha scritto: “Non dimenticherò mai quelle bellissime mani diventate ormai vecchie. Esse raccontano la vita di un uomo che ha lavorato tanto. Le rughe, i solchi… Mio padre aveva sempre le mani rovinate da qualche filo di ferro, dalla pietra o da una radice dura che aveva strappato. Quei segni erano l’unica decorazione sulle sue mani. Non sono spariti nemmeno dopo la morte. I figli non possono sapere tutto del proprio padre, ma nella mia memoria rimarranno sempre presenti le sue mani e testimonieranno il suo impegno e il suo sudore. Saranno sempre testimoni del suo lavoro onesto. Guardando le sue mani si può vedere la parte positiva di quel corpo che è steso e morto”. Così ha concluso il figlio.
Quando Gesù è venuto tra i Suoi discepoli nel Cenacolo dopo la resurrezione ha detto: “Guardate le Mie Mani. Guardate i Miei Piedi. Toccate Mi. Sono proprio Io. Tommaso tocca le Ferite sulle Mie Mani. Tocca il Mio Fianco e non essere incredulo, ma fedele”.
Forse noi ci aspettavamo che il Corpo di Gesù non avesse alcun difetto, ma non era così. Proprio attraverso queste Ferite sul Suo Corpo i discepoli Lo hanno riconosciuto. Erano le Ferite ricevute durante la flagellazione e crocifissione.
Perchè Gesù mostra le Piaghe ai discepoli? Perchè Esse sono il segno che Gesù è Colui che è stato crocifisso. Quelle Ferite sono il segno del Suo grande Amore per noi e per i discepoli.
La sera della Resurrezione i discepoli si sono radunati nella stanza del Cenacolo. Avevano sbarrato la porta. L’assenza del loro Maestro era molto sentita nella loro coscienza, nel loro cuore e nella loro mente. Essi sono immersi nei ricordi belli e tristi. Proprio lì pochi giorni prima Gesù aveva fatto la lavanda dei piedi e l’Ultima Cena. Proprio in quella stanza tutti avevano giurato che sarebbero rimasti fedeli. Ma questa promessa non è durata nemmeno una giornata.
Ogni discepolo nel profondo del suo essere era ferito. Nella loro mente si alternavano pensieri di paura, dubbio, rimorsi di coscienza, tristezza. Erano feriti come gruppo. Due di loro non c’erano: Giuda era morto e Tommaso era nella prova. Essi vivevano la crisi della fede. Questo accade agli uomini quando sono toccati da qualche disgrazia ed è successo anche ai discepoli. Hanno tirato su un muro attorno a sè. Si sono chiusi nel loro dolore.
Gesù non aspetta che gli apostoli vadano da Lui. Egli stesso và da loro mentre sono turbati e impauriti, turbati per il senso di colpa. Gesù ha abbattuto quel muro con un atto deciso. Semplicemente sta in mezzo a loro. Non li rimprovera perchè Lo hanno tradito. Non fa lezioni. Non c’è rimprovero nè nelle Sue Parole nè nel Suo Sguardo. Sa come si sentono e non vuole infierire su di loro.
Egli porta a loro ciò che desideravano tanto. Dice a loro: “Pace a voi”. Gesù lo ripete un’altra volta, perchè lo sentano bene: “Pace a voi”.
Le Sue parole, la tranquillità nella voce, il calore dello Sguardo erano pieni di perdono. I discepoli hanno capito subito ciò che sembrava impossibile: la morte è stata vinta, il male è stato vinto e il Maestro è vivo. I loro peccati e il loro tradimento sono perdonati.
L’Amore ha trionfato. Gesù ha vinto tutte le forze del male che si erano unite contro di Lui. Adesso è possibile un nuovo inizio. Tutto questo li ha riempiti di una gioia immensa. Gesù mite ed umile ha sconfitto il male e anche la morte stessa. Ha ridatoil coraggio ai Suoi discepoli. Ha rinnovato la speranza. Ha ridato la vita. Erano completamente persi e ora nasce dentro di loro qualcosa di nuovo. A loro è tornata la fede. Non solo la fede nel Maestro, ma anche quella in se stessi.
E’ una grande gioia comprendere di essere amato così come sei, con tutte le caratteristiche buone e cattive.
Cari fratelli e sorelle, la Resurrezione non ci libera dal dolore, ma ci porta la novità della vita. La Resurrezione da un senso nuovo alle nostre sofferenze e ai nostri dolori e ci porta la speranza. Adesso che sappiamo che Gesù è vivo tutto è diverso. Anche a noi, come agli apostoli, ci rivolge le Sue Parole con le quali ci dona la pace. Se succede che cadiamo sotto il peso della prova siamo consolati da come Gesù si è comportato con i discepoli che Lo avevano abbandonato. La Sua Misericordia è più grande delle nostre debolezze. Il Suo Amore è più grande del nostro odio. La vita è più forte della morte.
Questo ci porta una gioia silenziosa e un senso profondo di pace. Questo è un dono di Gesù Risorto.
Con le debolezze dei Suoi primi discepoli Gesù ha portato le nostre debolezze sull’albero della croce per donarci la possibilità di un nuovo inizio.
Se siamo con Gesù non dobbiamo essere disperati anche se siamo nelle prove più difficili. Quando la nostra logica umana non vede una via d’uscita e non sappiamo come andare avanti Lui ha la soluzione. Con Gesù possiamo sempre cominciare da capo.
Noi tutti abbiamo sperimentato momenti di morte. Ci sono momenti in cui ci sentiamo incompresi e ci pare che nessuno tenga a noi. Non vediamo la speranza e gli orizzonti sembrano chiusi. Ci sentiamo seppelliti dentro noi stessi.
Ci sono anche dei momenti in cui assaporiamo la Resurrezione. Ci sentiamo accettati, amati. Ci è stato perdonato. Momenti in cui apriamo il nostro cuore agli altri e alla vita. Gli orizzonti si allargano e noi usciamo dal sepolcro che abbiamo dentro.
Gesù è andato sulla croce, affinchè noi possiamo arrivare alla vittoria finale attraverso piccole vittorie su noi stessi e piccole resurrezioni. In questo si è manifestato il Suo Amore misericordioso verso di noi lasciando la miseria del peccato per mezzo del perdono nella confessione, per mezzo del perdono che Gesù ci ha meritato sulla croce. Noi possiamo aprirci alla novità della vita con gratitudine.
Usiamo questo tesoro della Misericordia di Dio quando sentiamo che la nostra anima è turbata dalla miseria del peccato. Se c’è stato il perdono per coloro che hanno ucciso Gesù, se c’è stato il perdono per i Suoi primi discepoli noi peccatori non dobbiamo perdere la speranza. Attraverso le piccole resurrezioni che ci donano la serenità della vita arriveremo alla Resurrezione finale per risorgere con Cristo.
Amen.

Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)     (Trascrizione INFO a cura di A. Bianco)

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